«È una strategia dei libertari presentarsi da “liberali”, agitando la bandiera delle libertà proprio nel momento in cui le calpestano. Spero che la cultura cattolica in questo frangente delicatissimo della storia sappia reagire adeguatamente, per salvare non solo se stessa ma la vera cultura liberale europea che, erroneamente, diamo per acquisita una volta per tutte». Alessia Affinito risponde all’articolo di Andrea Lonardo “Equiparare vivere e morire”
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Riprendiamo sul nostro sito, per gentile concessione, una riposta inviataci da Alessia Affinito in risposta all’articolo di Andrea Lonardo “Equiparare vivere e morire”. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. Per approfondimenti, cfr. la sezione Storia e filosofia.
Il Centro culturale Gli scritti (20/10/2019)
Gentilissimo Don Andrea,
ho letto con vivo interesse la sua riflessione “Equiparare vivere e morire” su gliscritti.it.
Intanto La ringrazio perché siamo sprofondati in una confusione generale e assistiamo ad un crollo morale di portata epocale. In questo contesto pochi se la sentono di dire una parola chiara, non tanto per timore ma perché venendo meno tutti i punti di riferimento scompare per l’uomo il confine tra ciò che è lecito e ciò che non lo è, la capacità di giudizio viene annichilita e rimane spazio solo per il dubbio. Naturalmente con questo nichilismo nessun essere umano è in grado di convivere e questo spiega molto di tale spasmodica ricerca di morte.
Sono d’accordo su tutto quanto ha scritto. Solo un aspetto mi trova in disaccordo, ovvero l’idea che il diritto al suicidio avrebbe una radice liberista-borghese e che sono i liberal-liberisti a comandare oggi con le loro idee. Anche lo scrittore Antonio Scurati qualche giorno fa ha scritto che la sua è una visione a favore della vita e liberale, dichiarandosi pro eutanasia.
Temo che su questo aspetto del liberalismo vi sia un grosso equivoco, alimentato artatamente da certo mondo accademico e dai media.
La cultura autenticamente liberale (Locke, Tocqueville, Burke) - quella per intenderci che ha ispirato il costituzionalismo e difeso le libertà affermate dalle Dichiarazioni dei diritti del Sette-Ottocento in Europa e in America del Nord - difendeva per primo il diritto alla vita come irrinunciabile e sacro. E questo in risposta al potere dei sovrani assoluti che si esprimeva tipicamente col dare la morte in modo arbitrario ad altri esseri umani. Questo è un punto essenziale perché la rivendicazione dei diritti fondamentali (integrità fisica, proprietà, onore, reputazione…) e della stessa libertà personale traeva origine proprio da questa difesa della vita umana.
Il liberalismo ha fatto della vita il bene supremo da difendere sin dalle sue origini.
Invece sono le filosofie post illuministe (idealismo, positivismo, storicismo, darwinismo…) e le ideologie politiche anticristiane (socialismo, comunismo, fascismo), illiberali per definizione, ad aver negato storicamente il diritto alla vita e ad aver limitato fortemente le libertà personali. Perché le due cose vanno insieme.
Per tale motivo rimango sempre sconcertata quando viene affermato che il diritto all’eutanasia (o al suicidio) è una richiesta “liberale”, dal momento che il primo diritto che i liberali hanno difeso è proprio quello alla vita! Sono stati invece i totalitarismi a negarlo con i gulag, le persecuzioni e i campi di sterminio. I liberali infatti non hanno mai teorizzato una libertà di morire o un diritto a morire, e coerentemente, dal momento che con ciò avrebbero negato tutti gli altri diritti che difendevano perché essere in vita è la condizione per la difesa di ogni altro bene.
Altra cosa è il libertarismo (o cultura libertaria), che ha tratti eversivi ed anarchici, e non riconosce alcun limite alle pretese umane. Questo dobbiamo contrastare.
Tengo a chiarire questo aspetto perché mi sono convinta che è una strategia dei libertari presentarsi da “liberali”, agitando la bandiera delle libertà proprio nel momento in cui le calpestano.
Spero che la cultura cattolica in questo frangente delicatissimo della storia sappia reagire adeguatamente, per salvare non solo se stessa ma la vera cultura liberale europea che, erroneamente, diamo per acquisita una volta per tutte.
La saluto con stima e viva cordialità, formulando i migliori auguri per ogni sua iniziativa.
Alessia Affinito