Appunti russi a puntate 1/ Gli edifici comunisti del Cremlino, di Andrea Lonardo
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Riprendiamo sul nostro sito un articolo di Andrea Lonardo. Per approfondimenti, cfr. le sezioni Novecento. Il comunismo e Chiese ortodosse.
Il Centro culturale Gli scritti (5/5/2019)
«Avere un vangelo in periodo sovietico era impossibile. Lo lessi solo alla fine degli anni ’70. Allora nell’Unione Sovietica esistevano solo i vangeli portati di nascosto dai cattolici. Io ebbi il vangelo solo per una notte. Poi dovetti restituirlo. Ma quello che ho potuto leggere in quella notte, lo lessi. Quella notte pensai che un libro così l’uomo non può pensarlo da solo, perché è scritto contro ciò che è confortevole per l’uomo. Se l’avesse scritto un uomo lo avrebbe scritto più comodo, più facile. Fu la prima volta, quella notte, che mi avvicinai al Vangelo in maniera diretta, cosa che prima mi era stata sempre impossibile. Da quel momento ho riflettuto sul Vangelo in maniera diverso. Nell’anno 1980 ho ricevuto il Battesimo. Non era semplice: il nome di chi veniva battezzato veniva mandato al KGB, e io rischiavo di essere allontanato dall’università». Questo il racconto di padre Alexey Uminsky. Permette di capire da solo i drammatici 70 anni che videro i comunisti al potere nel periodo sovietico.
Per comprendere meglio quel periodo, basta vedere la bellissima icona dei martiri russi nella cattedrale del Santissimo Salvatore a Mosca, con i riquadri di episodi di martirio che raccolgono le migliaia e migliaia di storie di persecuzione, nelle diverse declinazioni in cui si verificarono: qui la spiegazione dei diversi riquadri dell'icona dei martiri russi del XX secolo.
Quel drammatico periodo torna alla mente non appena si vedono i palazzi moderni costruiti in quegli anni al Cremlino. Passata la porta della Trinità, sulla destra si vede subito il Palazzo dei Congressi (1961) che ha nel sottosuolo una sala di ben 7000 posti.
Più avanti a sinistra è il Palazzo del Senato. Costruito nel 1776-1790, venne trasformato durante il periodo sovietico nel luogo riservato alle sedute plenarie del CC del PCUS (il Comitato Centrale del Partito Comunista). Nello stesso edificio sono anche il gabinetto di lavoro e la sala da pranzo di Lenin, che viveva nel palazzo annesso. In quei luoghi gli succedette poi Stalin. Nella cupola del palazzo era la bandiera comunista che venne ammainata il 26 dicembre 1991, segno della fine dell’Unione Sovietica.
Al Cremlino viene ammainata la bandiera
dell’Unione Sovietica, Mosca, 26 dicembre 1991
È stato recentemente abbattuto, invece, il palazzo del Politburo che era stato eretto abbattendo i monasteri femminili del Cremlino, soppressi dal comunismo, nel 1930. Nel palazzo (che era stato costruito nel 1832-1934) si riuniva il Presidium del Soviet Supremo.
Tutto questo ricorda i tempi in cui – come denunciava Alberto Ronchey sul Corriere della Sera – si poteva venire a conoscenza delle lotte interne al Partito o della scomparsa di un leader così come dell’ascesa di un nuovo politico, solo dalla disposizione delle diverse persone nelle foto al termine delle riunioni del Partito Comunista. Non era possibile, allora, alcuna libera informazione e si sapeva solo all’improvviso di chi veniva destituito e imprigionato fra gli stessi membri del PCUS.
Dalle foto si deduceva che chi era più vicino a Stalin nelle foto, rispetto alle foto precedente, stava crescendo di potere. Chi era, invece, via via più lontano o non era più presente nelle foto era in decadenza.
Terribile è pensare agli anni nei quali ogni liturgia era vietata nelle meravigliose chiese del Cremlino e alcune delle icone più preziose e belle, come quella della Trinità di Rublëv o come la Madonna di Vladimir della Cattedrale della Dormizione di Maria, l’icona che rappresenta tutta la storia della Russia, erano finite nella Galleria Tretyakov, divenuta Galleria statale, dove sono tuttora, a raccogliere il materiale depredato dalle chiese, unitamente a quello raccolto dal celebre fondatore della Galleria, in età pre-comunista.
Le chiese e le tombe del Cremlino erano già state devastate da Napoleone, quando era entrato in Mosca vuota, per l’abbandono di tutta la popolazione, deciso dal generale russo Kutuzov, con una mossa che fu decisiva per sconfiggere poi Napoleone.
Ma se i danni causati dalle volontà punitive di Napoleone che intendeva punire chiunque si opponesse al suo imperialismo, erano stati di brevissimo periodo, di una dittatura di lunga durata sono testimoni i terribili edifici della dittatura comunista.
Scendendo nella piazza Rossa (in realtà in russo il termine “krasnaja” significa anche “Bella” e tale era il suo primitivo significato, ma poi prevalse il secondo significato, proprio a motivo della dittatura) si percepisce oggi il “rovesciamento delle sorti” a volta così repentino, decretato dalla storia.
Il Mausoleo di Lenin viene talvolta totalmente coperto dalle “sedute” per le diverse feste civili (nella foto lo si vede coperto per la festa del 9 maggio, anniversario della vittoria sul nazismo) e appare come un edificio che ormai non interessa più nessuno. All’interno vi è ancora il corpo di Lenin, che venne imbalsamato al momento della morte, perché le nuove generazioni potessero venerare i leader della rivoluzione d’ottobre (che in realtà è d’ottobre solo per i calendari occidentali, perché in Russia vigeva allora ancora il calendario giuliano e la rivolta è del 7 novembre 1917).
Il corpo di Stalin, che era stato imbalsamato a fianco di quello di Stalin, non è già più nel Mausoleo ed è stato traslato alla base delle mura del Cremlino, dietro il Mausoleo. La decisione di traslare anche il corpo di Lenin più indietro è già stata, di fatto, presa, ma si attendono tempi in cui il fatto non solleverà più alcuna protesta.
Nel muro sono sepolti alcuni dei grandi eroi dell’URSS, come Maksim Gor’kij o gli astronauti Gagarin e Komarov, ma anche di comunisti stranieri che si erano contraddistinti per il servizio al comunismo come l’americano John Reed o l’inglese Mac Manus.
È stato abbattuto anche l’obelisco voluto nel 1918 da Lenin con i nomi di coloro che egli riteneva ispiratori del comunismo: oltre a Marx, Engels, Campanella, Saint-Simon, Fourier, Proudhon, Bakunin, Plechanov, vi figurava anche un santo, Tommaso Moro (che venne canonizzato successivamente, nel 1935), grande difensore della Chiesa.
Forse l’edificio che più rende l’idea della devastazione comunista è la cattedrale del Salvatore. Venne fatta saltare in aria per costruirvi un grande monumento a Lenin. L’enorme complesso non venne però mai realizzato e al suo posto venne costruita una piscina, finché, dopo il 1991, si riedificò la cattedrale del Salvatore.