Bezbozhnik: il giornale russo che fomentò l'antisemitismo dal 1922 al 1941
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Il Centro culturale Gli scritti (27/1/2019)
L'antisemitismo è sempre stato un sentimento strisciante nell'Europa dei secoli scorsi, pronto a esplodere in modo più o meno violento a seconda del tempo e del luogo. Dopo la Prima Guerra Mondiale, nella Russia post-Rivoluzionaria, l'antisemitismo fu corroborato da un laicismo violento, orientato in prevalenza verso rabbini e sacerdoti.
Il mensile Bezbozhnik, che iniziò ad essere pubblicato esattamente 95 anni fa, fu il frutto (e la nuova linfa) di questo comune sentire.
Per quasi venti anni, su Bezbozhnik trovarono spazio accuse infamanti. I rabbini furono dipinti come agenti zaristi che avevano complottato per provocare i pogrom dei decenni precedenti, i sacerdoti come parassiti inutili. Alla Pasqua Ebraica fu data l'etichetta di festa per ubriaconi, e allo stesso profeta Elia fu affibbiato l'epiteto di "ubriacone suino".
Attorno al 1925, andavano in stampa oltre 200.000 copie al mese di Bezbozhnik. Nonostante il progressivo declino, la testata fu chiusa definitivamente solo nel 1941.
Nell'immagine qui sotto, una copertina del 1929 che raffigura tre uomini di fede (ebreo, cristiano, musulmano), schiacciati sotto il piano quinquennale. I tre hanno tratti mostruosi e sono rappresentati come incapaci di vedere la verità (il rabbino ha un occhio solo, il sacerdote è molto miope e l'imam ha gli occhi deformati dalle borse).