Il j’accuse di Daniel Pennac: i ragazzi non leggono per colpa dei loro prof. «È dal 1969 che sento dire che i giovani non leggono, ma noi scrittori siamo ancora qui. I prof hanno delle responsabilità perché non riescono a condividere le loro letture con gli studenti» (dal Corriere della Sera)
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Riprendiamo dal Corriere della Sera del 29/10/2018 un articolo a firma Redazione Scuola. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. Per approfondimenti, cfr. le sezioni Giovani e adolescenti, Letteratura e Scuola.
Il Centro culturale Gli scritti (4/11/2018)
«È dal primo giorno in cui sono entrato in una scuola come insegnante che sento ripetere, migliaia di volte l’ho sentito: “Ah i giovani non leggono più”». Era il 1969. Se fosse vero, conclude Daniel Pennac, sarebbe inspiegabile perché «siamo ancora qui».
Maestro, professore e scrittore di fama Pennac, in queste settimane è in giro per l’Italia a promuovere il suo ultimo libro, «Mio Fratello», intervistato dall’Huffington Post punta il dito direttamente contro i suoi colleghi professori.
E se invece dei ragazzi, fossero proprio loro, i prof, i primi a leggere poco e a non riuscire a trasmettere l’amore e la passione per la parola scritta?
Il decalogo
Da uno che ha composto persino un decalogo per amare i libri, ce lo si può anche aspettare. Ecco il decalogo di Pennac:
I diritti imprescindibili del lettore:
I. Il diritto di non leggere
II. Il diritto di saltare le pagine
III. Il diritto di non finire un libro
IV. Il diritto di rileggere
V. Il diritto di leggere qualsiasi cosa
VI. Il diritto al “bovarismo” (malattia testualmente contagiosa)
VII. Il diritto di leggere ovunque
VIII. Il diritto di spizzicare
IX. Il diritto di leggere a voce alta
X. Il diritto di tacere.
«Sono i prof che leggono poca letteratura»
«L’unica ragione per cui dei ragazzi scolarizzati non leggono è che i loro professori non sono in grado di condividere con loro le proprie letture. E perché non sono in grado di condividere con i loro ragazzi le loro letture? Perché non leggono. Perché leggono soltanto libri specializzati, tecnici, sulla propria materia. E i professori di lettere? Dagli anni Sessanta agli anni Novanta, per trent’anni, non si sono interessati che allo strutturalismo, alla semiotica e a tutto ciò che era teoria della Letteratura. Non leggevano letteratura, leggevano metaletteratura. E avevano anche il coraggio di dire ai ragazzi che erano loro a non leggere».
Secondo Pennac invece, grazie anche alla democratizzazione dell’istruzione il numero di lettori è aumentato, così come quello delle opere letterarie o meno in forma di libro che sono a disposizione di tutti: dunque è solo questione di «creare legami» con i lettori. Lo fa l’autore con i suoi libri ma certamente a scuola dovrebbero insegnarlo anche i professori, trasmettendo la passione vera e propria per la letteratura.