Papa Francesco parla ancora dei migranti, invitando ad accogliere ed insieme ad avere prudenza, mettendo in atto progetti di vera integrazione sostenibile (dalla conferenza stampa di ritorno dalla Svizzera)
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Riprendiamo sul nostro sito una delle risposte date da papa Francesco ai giornalisti nel corso della Conferenza stampa nel volo di ritorno dalla Svizzera del 21/6/2018. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. Per approfondimenti, cfr. la sezione Immigrazione, accoglienza e integrazione ed, in particolare, Sui migranti sia una posizione di rifiuto che di accoglienza indiscriminata sono erronee. Solo una visione realistica è vera, le altre sono fumo negli occhi per gli italiani e dannose per i migranti, di Giovanni Amico.
Il Centro culturale Gli scritti (24/6/2018)
Ho parlato tanto sui rifugiati e i criteri sono in quello che ho detto: “accogliere, proteggere, promuovere, integrare”. Sono criteri per tutti i rifugiati.
Poi ho detto che ogni Paese deve fare questo con la virtù del governo che è la prudenza, perché un Paese deve accogliere tanti rifugiati quanti può e quanti può integrare: integrare, cioè educare, dare lavoro… Questo, direi, è il piano tranquillo, sereno dei rifugiati.
Qui stiamo vivendo un’ondata di rifugiati che fuggono dalle guerre e dalla fame. Guerra e fame in tanti Paesi dell’Africa, guerre e persecuzione nel Medio Oriente. L’Italia e la Grecia sono state generosissime ad accogliere. Per il Medio Oriente – riguardo alla Siria – la Turchia ne ha ricevuti tanti; il Libano, tanti: il Libano ha tanti siriani quanti sono i libanesi; e poi la Giordania, e altri Paesi. Anche la Spagna ne aveva accolti. C’è il problema del traffico dei migranti. E c’è anche il problema dei casi in cui ritornano, perché devono ritornare: c’è questo caso… Non conosco bene i termini dell’accordo, ma se sono nelle acque libiche devono tornare… E lì ho visto le fotografie delle carceri dei trafficanti. I trafficanti subito separano donne da uomini: donne e bambini vanno Dio sa dove… Questo fanno i trafficanti. C’è anche un caso, che conosco, in cui i trafficanti si sono avvicinati a una nave che aveva accolto dei profughi dai barconi e hanno detto: “Dateci le donne e i bambini e portate via i maschi”. Questo fanno i trafficanti. E le carceri dei trafficanti, per quelli che sono tornati, sono terribili, sono terribili. Nei lager della II guerra mondiale si vedevano queste cose. Anche mutilazioni, torture…. E poi li buttano nelle fosse comuni, gli uomini. Per questo i governi si preoccupano che non tornino e non cadano nelle mani di questa gente. C’è una preoccupazione mondiale.
So che i governi parlano di questo e vogliono trovare un accordo, anche modificare l’Accordo di Dublino. In Spagna, voi avete avuto il caso di questa nave che è approdata a Valencia. Ma tutto questo fenomeno è un disordine. Il problema delle guerre è difficile da risolvere; il problema della persecuzione dei cristiani anche, in Medio Oriente e anche in Nigeria. Ma il problema della fame, si può risolvere. E tanti governi europei stanno pensando a un piano d’urgenza per investire in quei Paesi, investire intelligentemente, per dare lavoro ed educazione, queste due cose. Nei Paesi dai quali provengono queste persone.
Perché – senza offendere, ma è la verità – nell’inconscio collettivo c’è un motto brutto: “L’Africa va sfruttata” - Africa es para ser explotada. Questo è nell’inconscio: “Eh, sono africani!…”. Terra di schiavi. E questo deve cambiare con questo piano di investimenti, di educazione, di sviluppo, perché il popolo africano ha tante ricchezze culturali, tante. E hanno un’intelligenza grande: i bambini sono intelligentissimi e possono, con una buona educazione, andare oltre. Questa sarà la strada a medio termine. Ma sul momento devono mettersi d’accordo i governi per andare avanti con questa emergenza. Questo, qui in Europa.
Andiamo in America. In America, c’è un problema migratorio grande, in America Latina, e c’è anche il problema migratorio interno. Nella mia patria c’è un problema migratorio dal nord al sud; la gente lascia la campagna perché non c’è lavoro e va nelle grandi città, e ci sono queste megalopoli, le baraccopoli, e tutte queste cose… Ma c’è anche una migrazione esterna verso altri Paesi che danno lavoro. Parlando concretamente, verso gli Stati Uniti. Io sono d’accordo con quello che dicono i Vescovi di quel Paese. Mi schiero con loro. Grazie.