Papa Francesco: in periferia, i superiori ci mandino i preti migliori. E quando parlo di periferie parlo di tutte le periferie, anche delle “periferie del pensiero”

- Scritto da Redazione de Gliscritti: 07 /05 /2017 - 22:02 pm | Permalink | Homepage
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Riprendiamo da Avvenire del 2/5/2017 un articolo redazionale. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. Per approfondimenti, cfr. la sezione Catechesi, famiglia e scuola.

Il Centro culturale Gli scritti (7/5/2017)

"I migliori" sacerdoti, invece, "i superiori li mandino in periferia". Quando parlo di periferie parlo di tutte le periferie, anche delle “periferie del pensiero”, ha spiegato il Papa nel suo incontro informale con i novizi e i prenovizi salesiani di Italia, ricevendoli alla Santa Marta. "Parlare con i non credenti, gnostici, quella è una periferia, eh! Poi ci sono le periferie sociali, dei poveri...". In ogni caso l'invito di papa Francesco è sempre il medesimo: "Bisogna andare lì", afferma Francesco. E rivolge una parola ai Superiori: "Scegliete bene chi inviare nelle periferie, soprattutto quelle più pericolose. I migliori devono andare lì! 'Ma questo può studiare, fare un dottorato...'. No, manda questo. 'Lì c'è la mafia'. Manda lui. Nelle periferie bisogna mandare i migliori", ha sottolineato il Papa.

I toni sono stati amichevoli e leggeri e uno dei partecipanti ha ripreso e condiviso la chiacchierata con papa Francesco attraverso un video su Facebook.

Come accompagnare i giovani alla vocazione

Don Marcello che viene dalla Sicilia ha chiesto a papa Francesco alcuni consigli su come accompagnare i giovani alla vocazione. «State attenti a quei giovani con faccia di immaginetta - ha risposto il Papa - A quelli io non chiedo neppure il Padre Nostro. Servono giovani gioiosi, sportivi, normali. Che sappiano

Ciò che è importante è «accompagnare» questi giovani, perché «nel cammino ci sono tante sorprese di Dio o che non sono di Dio. Bisogna stare attenti e aiutarli a guardare in faccia queste sorprese. Se sono difficoltà, guardarle in faccia. E aiutarli ad allontanare ogni forma di ipocrisia. Questa è una peste: l’ipocrisia nella Chiesa, l’ipocrisia del dico una cosa e ne faccio un’altra… L’ipocrisia della mediocrità, di quelli che vogliono entrare in seminario perché sentono che sono incapaci di cavarsela da soli nel mondo». «Se tu trovi uno che è un po’ troppo diplomatico stai attento. Se trovi uno che è un bugiardo, invitalo a tornare a casa». 

Attenti anche «a come pregano», raccomanda il Pontefice; non servono preghiere lunghe e artificiose, ma una preghiera «semplice», come «quella che hai imparato a casa tua, alla prima comunione».

Come camminare nella santità

A Giorgio, da Torino, che ha chiesto una «parola sulla santità», il Papa ha spiegato: «Molto semplice la santità: “Cammina nella mia presenza e sii irreprensibile”. Punto. Questa è la migliore definizione. Sai chi l’ha fatta? Dio ad Abramo. E anche aggiornando un po’ la cosa credo che oggi si può essere santi. Ci sono tanti nella Chiesa, tanti. Gente eroica, genitori, nonni, giovani. I santi nascosti, come quelli che appartengono alla “classe media della santità”, che non si vede ma ci sono».