1/ Londra: «Nelle scuole resti il cristianesimo», di Elisabetta Del Soldato 2/ Regno Unito, l'allarme del governo: "Ecco il piano dell'Islam radicale nelle scuole" (da Repubblica) 3/ 6 scuole statali inglesi «islamizzate» di nascosto, di Elisabetta Del Soldato 4/ Uk, addio a scuola all’insegnamento di tutte le religioni: “vince” il cristianesimo, di Daniele Guido Gessa
- Tag usati: educazione, scuola
- Segnala questo articolo:
1/ Londra: «Nelle scuole resti il cristianesimo», di Elisabetta Del Soldato
Riprendiamo da Avvenire del 30/12/2015 un articolo di Elisabetta Del Soldato. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. Per approfondimenti, vedi la sotto-sezione Educazione e scuola nella sezione Catechesi, scuola e famiglia.
Il Centro culturale Gli scritti (10/1/2016)
Bandiera della Gran Bretagna con
la croce e la croce di Sant'Andrea
L’ateismo «non dovrà occupare lo stesso spazio riservato all’insegnamento del cristianesimo nel curriculum scolastico». È questo il principio centrale delle nuove linee guida, emesse in questi giorni dal ministero della Pubblica Istruzione britannico.
Le scuole, ha rimarcato ieri il ministro dell’Istruzione Nicky Morgan, hanno l’obbligo di continuare a insegnare agli studenti che il Regno Unito è un Paese cristiano e l’ateismo non merita «uguale attenzione da parte dei docenti in termini di tempo speso e di risorse ed energie utilizzate». Un messaggio «molto chiaro», secondo la lettura che gli esperti della Bbc danno del pronunciamento: chiunque pensi che i giovani debbano essere istruiti con principi basati sull’ateismo dovrà d’ora in poi sottostare alle volontà dell’esecutivo.
«Le tradizioni del Regno Unito – ha infatti detto la ministro Morgan – sono principalmente cristiane ed è giusto che a queste sia data la priorità». Secondo le linee guida anche gli istituti non religiosi e quelli che sono frequentati da studenti di altre fedi, «dovranno tuttavia far riflettere gli studenti sul fatto che le tradizioni religiose in Gran Bretagna sono cristiane».
Detto questo, ha sottolineato la responsabile dell’Istruzione, le singole scuole – che in Gran Bretagna possono comunque contare su una forte autonomia – potranno scegliere i loro programmi di studio con i docenti e le famiglie degli studenti. Nel mirino di Nicky Morgan c’è anche la lotta contro il radicalismo islamico, un fenomeno sempre più frequente nelle scuole britanniche. D’ora in poi i professori avranno l’obbligo di inserire “filtri” nei computer a disposizione degli studenti e monitorare l’uso che questi fanno di Internet per «proteggerli dal rischio di essere radicalizzati».
Le riforme giungono dopo una lunga serie di casi di studenti e studentesse minorenni che hanno lasciato il Paese per recarsi in Siria e Iraq al fianco del Daesh. Lo scorso febbraio fece scalpore la vicenda di due quindicenni, Shamina Begum e Amira Abase e una sedicenna Kadiza Sultana, della scuola secondaria londinese Bethnal Green Academy: scapparono di casa per raggiungere la Siria dalla Turchia. Nonostante i forti sospetti avanzati dall’intelligence di sua maestà – che ha tracciato sul Web il modo in cui le ragazze sono venute in contratto con i reclutatori del Daesh attraverso i computer scolastici – il preside ha però sempre negato che ciò potesse essere avvenuto.
2/ Regno Unito, l'allarme del governo: "Ecco il piano dell'Islam radicale nelle scuole"
Riprendiamo da Repubblica del 22/7/2015 un articolo redazionale. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line.
Il Centro culturale Gli scritti (10/1/2016)
(afp) LONDRA - "È inquietante". Non ci sono altre parole per il ministro dell'Istruzione britannico, Nicky Morgan, dopo che una commissione d'inchiesta di Londra ha accertato come, in diverse scuole di Birmingham, per anni c'è stato un piano architettato da estremisti islamici per istruire bambini e giovani britannici all'Islam radicale. Programmi di studio modificati o censurati secondo convenienze di matrice ultrareligiosa, maestri accondiscendenti nei confronti degli estremisti che facevano lobby su di loro, forti pressioni di stampo omofobico, sessista o comunque segregazionista, di fronte alle quali, secondo il report finale della Commissione d'inchiesta del governo, in molti, troppi, si sono piegati.
Il piano "Cavallo di Troia". Il caso era esploso qualche settimana fa, dopo una lettera anonima indirizzata al municipio di Birmingham che aveva allarmato le autorità. Il governo, nel frattempo, si era occupato più volte della vicenda, ribattezzata "Trojan Horse" ("cavallo di troia"). Ma questa è la prima inchiesta che ha accertato, senza ombra di dubbio, quello che sembra essere un vero e proprio "piano" per radicalizzare decine di giovani britannici sin dalla tenera età. Il report sottolinea che non sono stati rintracciati elementi di matrice terroristica. Ma, allo stesso tempo, "sono evidenti azioni coordinate, organizzate da un gruppo di persone", ha scritto Peter Clarke, ex capo dell'antiterrorismo a Londra e ora responsabile dell'inchiesta, "per introdurre in certe scuole di Birmingham usanze islamiche intolleranti e aggressive".
Classi separate, niente musica. Tra le altre cose, il report ha scoperto che, in base a un preciso piano di persone che influenzavano o minacciavano docenti e autorità scolastiche, effettivamente in alcune classi maschi e femmine venivano separati; venivano vietate le celebrazioni religiose cristiane; era vietato cantare o ascoltare musica; era vietato disegnare volti (soprattutto femminili) durante le lezioni di arte. Non solo: alcune intercettazioni hanno provato come alcuni docenti si scambiavano battute omofobe, anti-occidentali, anti-Israele e anti-americane.
"Paura e intimidazione". Secondo l'inchiesta, un gruppo di musulmani estremisti (ancora non si conosce la loro identità) ha fatto lobby e pressioni nel tempo per influenzare al massimo le autorità scolastiche e i docenti, cercando di imporre figure a loro congeniali nei posti chiave, rimuovendo quelle "scomode". Già il mese scorso un report degli ispettori scolastici britannici avevano lanciato l'allarme, denunciando una cultura di "paura e intimidazione" in alcune scuole di Birmingham. Il ministro Morgan ha già annunciato pesanti misure disciplinari nei confronti dei docenti coinvolti che hanno ceduto alle pressioni dei fondamentalisti.
Le comunità religiose. Birmingham è la città con le più grandi comunità musulmana, sikh e buddista in tutto il Regno Unito. Secondo l'ultimo censimento, i musulmani nella seconda città inglese rappresentano il 21,8% della popolazione (nel 2001 erano il 14,3%). I cristiani sono ancora la comunità religiosa più numerosa, con il 46%, anche se in calo da anni (nel 2001 erano il 59,1%).
3/ 6 scuole statali inglesi «islamizzate» di nascosto, di Elisabetta Del Soldato
Riprendiamo da Avvenire del 22/4/2014 un articolo di Elisabetta Del Soldato. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line.
Il Centro culturale Gli scritti (10/1/2016)
Dovrebbero essere come tutte le altre scuole secondarie statali del regno, stesso curriculum, stesso metodo di insegnamento, invece l’ispettorato dell’Istruzione, il cosiddetto “Ofsted”, ha scoperto qualche giorno fa che almeno sei scuole pubbliche di Birmingham applicano regole molto diverse dalle altre: segregano le ragazze negli ultimi banchi; costringono le professoresse a indossare il velo e se nelle altre scuole si cerca di insegnare almeno le basi di tutte le religioni, in nome della tolleranza, in queste sei scuole si parla solo di islam, anche con gli studenti che sono palesemente cristiani.
Qualche giorno fa un’inchiesta pubblicata sul Daily Telegraph ha rivelato i nomi degli istituti: si tratta di Park View, Golden Hillock, Nansen, Oldknow, Saltley e Alston, tre dei quali gestiti dalla stessa persona: Tahir Alam, attivista, tra l’altro, del controverso Muslim Council of Britain. È quasi certo, ha dichiarato ieri un portavoce di Ofsted, che l’ispettorato deciderà di rimuovere Alam dalla sua posizione e che le scuole citate «saranno messe sotto osservazione per un periodo non ancora determinato».
Ma ancora non si capisce, scriveva il Telegraph, come sia stato possibile trasformare queste scuole statali nel giro di pochi mesi in vere e proprie istituzioni coraniche. «Si tratta dell’ultimo affronto alla comunità cristiana – ha detto a Avvenire Andrea Williams dell’associazione per la difesa dei diritti cristiani, Christian Concern –. E non mi stupirei affatto se il numero di queste madrasse in incognito fosse molto più alto». A Park View, le studentesse erano obbligate a sedere in fondo alla classe mentre i maschi dominavano le prime file.
A Golden Hillock e Alston era stato invece spesso invitato a parlare agli studenti come ospite d’onore Shady al-Suleiman, un predicatore estremista, anti-semita e con simpatie dichiarate per al-Qaeda. In tutte e sei le scuole le insegnanti erano costrette a indossare il velo islamico e tutti gli studenti devono imparare l’arabo, anche quelli cristiani e cominciare e finire ogni lezione con una preghiera musulmana.
Durante l’ispezione Ofsted ha anche scoperto che diverse persone dello staff avevano legami di parentela con il direttore Tahir Alam. E poco meno di un mese fa la preside di Park View, Lindsey Clarke, si è licenziata perché non aveva più alcun potere decisionale nonostante due anni prima la sua gestione dell’istituto fosse stata reputata «ottima» da Ofsted.
4/ Uk, addio a scuola all’insegnamento di tutte le religioni: “vince” il cristianesimo, di Daniele Guido Gessa
Riprendiamo da Il Fatto quotidiano del 12/11/2014 un articolo di Daniele Guido Gessa. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line.
Il Centro culturale Gli scritti (10/1/2016)
Il Regno Unito “cede” al cristianesimo: questo è il grido d’allarme di questi giorni, da parte di molti, in Gran Bretagna. Dopo anni in cui nelle scuole la religione è stata insegnata come “complesso di filosofie e di fedi”, con praticamente uguale risalto dato a tutte le diverse confessioni, il governo conservatore e liberaldemocratico (partiti in coalizione) guidato da David Cameron ha accontentato la Chiesa d’Inghilterra, anglicana, e quella cattolica, stabilendo che d’ora in poi le ore di lezione di religione dovranno essere incentrate al 75% su una sola fede, chiaramente, quasi sempre, quella cristiana.
In realtà il documento varato dal dipartimento per l’Educazione non parla in modo esplicito degli insegnamenti di Gesù Cristo e del clero anglicano e cattolico, ma nello stesso testo viene specificato che le scuole dovranno rispettare “il fatto che le tradizioni religiose della Gran Bretagna sono, principalmente, cristiane”. Una novità che è stata accolta con grande favore dalla stampa conservatrice del Paese, assai vicina a quella Chiesa d’Inghilterra guidata dalla regina Elisabetta II e dall’arcivescovo di Canterbury, ma che è stata subito osteggiata dalla stampa più progressista, come il Guardian.
Il documento del governo è arrivato dopo gli scandali degli ultimi mesi, quando si scoprì che alcune scuole di Birmingham, nel cuore dell’Inghilterra più profonda, promuovevano idee ricollegabili all’integralismo islamico. In un Paese sempre più multiculturale e dove, si stima, nella sola Londra viva oltre un milione e mezzo di musulmani, l’esecutivo di Cameron sentiva che doveva fare qualcosa. Ecco così il documento, che in realtà all’inizio era stato progettato per consentire l’insegnamento “prevalente” di almeno due principali religioni, ma che poi, dopo le proteste un po’ sottobanco della Chiesa anglicana e di quella cattolica, è stato rivisto “al ribasso”.
Il Guardian scrive che le nuove regole ministeriali “sono state ben accolte dal servizio per l’educazione della chiesa cattolica”, e poi in effetti sono arrivate, allo stesso giornale, le parole dell’arcivescovo cattolico di Liverpool, Malcolm McMahon: “Diamo il benvenuto alla rassicurazione che ci è stata dal ministro dell’Istruzione – ha detto – e cioè che questo documento non vada a minare l’autonomia dei vescovi cattolici di scegliere e controllare l’educazione religiosa nelle scuole. Tutte le nostre attività formative – ha comunque rassicurato il rappresentante della Chiesa di Roma – devono dare consapevolezza agli studenti della fede e delle tradizioni di altre comunità religiose”. Secondo la legge britannica, le scuole cattoliche possono dedicare fino al 10% delle lezioni all’insegnamento religioso.
Il ministro dell’Istruzione, Nicky Morgan, ha comunque parlato di un curriculum scolastico “che assicura che le giovani generazioni imparino più di una sola religione”. Il titolare del ministero ha sottolineato che “il 25% del tempo verrà dedicato alle altre fedi”, ma rimane il fatto che, finora, non vi era questa separazione rigida fra il 75% del tempo (e delle risorse) dedicato a un solo culto e il 25% invece riservato a “religioni secondarie”. Solitamente, finora, nelle scuole britanniche gli insegnamenti erano infatti ugualmente ripartiti fra diverse opzioni religiose e non poteva essere altrimenti in un Paese dove, in città come Londra, a volte oltre la metà degli studenti nelle classi è composta da ragazzi di altre culture e confessioni. C’era sempre l’opzione, per le scuole gestite direttamente dalle comunità etniche (realtà presente e ben rodata nel Regno Unito) di insegnare una sola religione, ma si trattava comunque di numeri assai piccoli nel complesso del mondo dell’istruzione britannica.