Papa Francesco ai partecipanti all'assemblea plenaria del CCEE. "EUROPA, TORNA A GESÙ!", di papa Francesco
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Riprendiamo sul nostro sito il discorso tenuto da papa Francesco nell’udienza ai partecipanti all'assemblea plenaria delle Conferenze Episcopali Europee tenuto il 3/10/2014 e qui trascritto dalla registrazione da uno dei partecipanti (il discorso non ha una trascrizione ufficiale, lo abbiamo ripreso dal sito http://chiesa.espresso.repubblica.it. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line.
Il Centro culturale Gli scritti (21/12/2014)
Cari fratelli vescovi,
saluto con affetto tutti voi in occasione dell'assemblea plenaria del consiglio delle conferenze episcopali europee. E ringrazio il cardinale Peter Erdõ per le parole con le quali ha introdotto questo incontro. Io consegnerò questo discorso a voi e mi permetto di dirvi alcune cose che ho nel cuore e che le parole di Sua Eminenza hanno suscitato.
Che cosa accade oggi in Europa? Cosa passa nel cuore della nostra madre Europa? Continua a essere la nostra madre Europa o è la nonna Europa? È feconda ancora? È caduta nella sterilità? Non riesce a dare nuova vita? D'altra parte, questa Europa ha fatto qualche peccato. Dobbiamo dirlo con amore: non ha voluto riconoscere una delle sue radici. E per questo si sente e non si sente cristiana. O si sente cristiana un po' di nascosto, ma non vuole riconoscerla, questa radice europea.
L'Europa oggi è invasa. Sarà la seconda invasione dei barbari, non so. Ma ha le porte aperte prima per il profitto dei lavori. Ma adesso sente questa "invasione" tra virgolette, di gente che viene a cercare lavoro, che fugge dalla sua patria cercando libertà e una vita un po' migliore.
L'Europa è ferita. Torno a quell'immagine che a me tanto dice, e dico che la Chiesa oggi mi sembra un ospedale da campo perché ci sono tanti feriti nella Chiesa. Ma anche l'Europa è ferita. Ferita di tante prove che ha fatto. Ha passato dal tempo del benessere, del gran benessere, a una crisi preoccupante, dove i giovani anche loro sono scartati. Nei giornali dell'altro ieri si diceva che qui in Italia la disoccupazione giovanile arriva al 43 per cento credo. In Spagna al 50 per cento. E i vescovi spagnoli mi hanno detto che in Andalusia è quasi al 60 per cento.
Il cardinale Erdõ ha parlato dello scarto dei bambini e degli anziani. Ed è vero. Ma adesso è anche lo scarto di tutta una generazione di giovani. Non so se solo in Europa, o in Europa e nei Paesi sviluppati, si parla di 75 milioni dai venticinque anni in giù. Ma è tutta una generazione. Come vescovi europei, che cosa facciamo con i giovani? Dar loro da mangiare? Sì, quello è il primo. Ma quello non dà la dignità a un giovane, a una persona. La dignità la dà offrire lavoro. E c'è il pericolo che i figli della madre, oggi quasi nonna Europa, perdano la dignità perché non hanno lavoro e non possono portare il pane a casa. L'Europa ha scartato i bambini. Un po' trionfalmente. Io ricordo che quando studiavo in un Paese le cliniche che facevano l'aborto poi sistemavano tutto per inviare alle fabbriche di cosmetici. La bellezza del trucco fatta col sangue degli innocenti. Si vantava di essere progressista per questo: i diritti della donna, la donna ha diritto al suo corpo.
Oggi l'Europa è piena di anziani. Io non so qui in Italia, non voglio dire perché non sono sicuro, ma cosa succederà quando lo Stato non potrà pagare le pensioni, perché non ci sono i giovani sufficienti che lavorano secondo la legge, perché c'è quel lavoro in nero che si fa, non sempre ma... E gli anziani – questo l'ho detto dell'America Latina, del mio Paese, ma credo sia un problema universale o di tanti Paesi o di alcuni altri continenti –, gli anziani si scartano con una eutanasia nascosta. Le opere sociali coprono le medicine fino a un certo punto e poi arrangiati!
Un'Europa stanca di disorientamento. E non voglio essere pessimista, ma diciamoci la verità: dopo il pasto, i vestiti e i medicinali, quali sono le spese più importanti? La cosmetica, e, non so come si dice in italiano, le "mascottas", cioè gli animalini. Non fanno figli, ma il loro affetto al gattino, al cagnolino. E questa è la seconda spesa dopo le tre principali. La terza è tutta l'industria per favorire il piacere sessuale. Così pasto, medicine, vestiti, cosmetica, gli animalini e la vita del piacere. I nostri giovani sentono questo, vedono questo, vivono questo.
Mi è piaciuto tanto quello che ha detto Sua Eminenza, perché è davvero il dramma d'oggi dell'Europa. Ma non è la fine. Credo che l'Europa ha tante risorse per andare avanti. È come una malattia che ha oggi l'Europa. Una ferita. E la risorsa più grande è la persona di Gesù. Europa, torna a Gesù! Torna a quel Gesù che tu hai detto che non era nelle tue radici! E questo è il lavoro dei pastori: predicare Gesù in queste ferite. Ho parlato soltanto di alcune, ma sono delle grosse ferite. Predicare Gesù. E vi chiedo questo: non avere vergogna di annunciare Gesù Cristo risorto che ci ha redento tutti. È per noi anche che il Signore non ci rimproveri, come oggi nel Vangelo di Luca rimproverava queste due città.
Il Signore ha voglia di salvarci. Io ci credo. Questa è la nostra missione: predicare Gesù Cristo, senza vergogna. E Lui è disposto ad aprire le porte del suo cuore, perché Lui manifesta la sua onnipotenza soprattutto nella misericordia e nel perdono. Andiamo avanti con la predicazione. Non abbiamo vergogna. Tanti modi di predicare, ma alla mamma Europa – o alla nonna Europa o alla ferita Europa – soltanto Gesù Cristo può dire oggi una parola di salvezza. Soltanto Lui può aprire una porta di uscita.