Noi, il sesso e il Drago, di David Foster Wallace

- Scritto da Redazione de Gliscritti: 03 /11 /2013 - 14:13 pm | Permalink | Homepage
- Tag usati:
- Segnala questo articolo:
These icons link to social bookmarking sites where readers can share and discover new web pages.
  • email
  • Facebook
  • Google
  • Twitter

Riprendiamo da La Repubblica del 13/9/2009 un testo di David Foster Wallace, pubblicato poi in David Foster Wallace, Di carne e di nulla, Einaudi, Torino, 2011, pp. 3-8, con il titolo Di nuovo fuoco e fiamme. Al testo pubblicato da Repubblica sono state aggiunte le parti mancanti dal volume di Einaudi, conservando la diversità delle traduzioni – quella del volume di Einaudi è di Giovanna Granato. Il testo Back in new fire è apparso in origine con il titolo Impediments to passion, in “Might Magazine”, novembre/dicembre 1996. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line.

Il Centro culturale Gli scritti (3/11/2013)

N.B. de Gli scritti
Riprendiamo questo testo del grande scrittore statunitense recentemente scomparso al fine di favorire una discussione, senza con questo approvare ogni sua affermazione. 

Questa storia d'amore la conoscete già. Un valoroso cavaliere intravede una bella fanciulla attraverso le lontane finestre di un castello alquanto sinistro e minaccioso. I loro occhi si incontrano - vagamente - attraverso l'aria tremolante per la canicola. È un colpo di fulmine. Il buon Signor Cavaliere parte al galoppo sfrenato in direzione del castello, brandendo la sua lancia. Ce la farà a galoppare fino alla bella fanciulla e a portarsela via senza complicazioni? Non proprio. Prima di tutto dovrà affrontare con successo un drago, non è vero? C'è sempre un drago particolarmente orribile di guardia al castello e se il cavaliere intende portarsi via la fanciulla deve assolutamente combattere e farlo a pezzi. E così, al pari di qualsiasi altro fidato cavaliere al servizio della passione, egli combatte con il drago, per il bene della bella fanciulla.

"Bella fanciulla", a proposito, significa "vergine di bell'aspetto": cerchiamo quindi di non fare tanto gli ingenui su ciò per cui il cavaliere si batte in realtà. Potete scommetterci quello che volete che una volta fatto a pezzi il drago il cavaliere si aspetterà qualcosa di più di un semplice per quanto ispirato «Oh mio eroe!» da parte della fanciulla. Infatti la storia racconta sempre che il buon Signor Cavaliere avventandosi contro il drago rischia la propria vita nonché la lancia non per "salvare" la vergine di bell'aspetto, ma per "conquistarla". E qualsiasi cavaliere, a qualsiasi epoca appartenga, può spiegarvi facilmente che cosa designa il termine "conquistare" in questo contesto.

Alcuni dei miei cavallereschi amici ritengono che lo spettro dell'Aids eterosessuale sia niente meno che un Armageddon sessuale, una fine violenta per la promiscuità carnale e occasionale degli ultimi trent'anni. Alcuni, drastici ma più ottimisti, considerano l'Hiv come una sorta di prova per l'ardore sessuale della nostra generazione; costoro adesso esaltano la loro sregolata attività sessuale, avventata e del tutto occasionale, alla stregua di un'imprudenza sanitaria che ribadisce l'indomabilità dello spirito erotico.

[Cito, a mo’ di esempio, la recente lettera sull’Aids di un amico ottimista: «... Così ora la natura ha inventato un altro intralcio alle relazioni umane, eppure l’impulso romantico vive. Sfida tutti gli sforzi – umani, morali e virali – a estinguerlo. E questo è meraviglioso. Anzi, è possibile che la volontà umana di scopare, che sussiste nonostante tutti gli intralci, serva di stimolo. Vinceremo, per così dire»].

Non posso tuttavia impedirmi di notare che alcuni dei cavalieri odierni ancora oggi sottovalutano sia i rischi sia i vantaggi dell'Aids. Non si rendono conto che l'Hiv potrebbe benissimo essere la salvezza della sessualità negli anni Novanta. Penso che non se ne accorgano perché tendono a interpretare in modo sbagliato l'eterna storia di ciò che è davvero passione erotica. Può esistere un erotismo "malgrado gli ostacoli"?

Torniamo per un momento a quel cavaliere e a quella bella fanciulla che si scambiavano sguardi lascivi. Ecco dunque arrivare al castello il cavaliere al galoppo, con una mastodontica lancia pronta all' uso. Cerchiamo però di immaginare che questa volta non vi sia impedimento alcuno da superare: nessun drago da temere, affrontare, combattere, fare a pezzi. Immaginiamo anche che la carica del cavaliere verso la fanciulla sia completamente priva di ostacoli: non c'è drago; il castello non è sprangato; il ponte levatoio si alza addirittura automaticamente, come la porta di un garage di periferia. Ed ecco, all' interno del castello, la fanciulla che indossa un completino intimo di Victoria' s Secret fargli col ditino indice cenno di avvicinarsi...

C'è per caso qualcun altro qui oltre al sottoscritto che scorge sul volto del Signor Cavaliere una vaga ombra di delusione, un impercettibile cedimento, in preda alla delusione, della sua lancia? Questa versione della storia ha qualcosa in comune con il taglio erotico e appassionato dell'altra? «La volontà umana di scopare»? Qualsiasi animale può scopare. Ma soltanto gli esseri umani possono sperimentare la passione sessuale, qualcosa di completamente differente dall'impulso biologico ad accoppiarsi. La passione sessuale è sopravvissuta ai millenni come forza psicologica fondamentale per la vita umana, non "malgrado" gli impedimenti, ma proprio grazie a essi.

Il buon vecchio semplice coito diventa carico di erotismo e significativo a livello interiore proprio nei momenti in cui impedimenti, conflitti, tabù ed eventuali conseguenze gli conferiscono un carattere a doppio taglio: il sesso che ha significato è quello nel quale si vince e si soccombe a uno stesso tempo; vi sono trascendenza e trasgressione; è quello esultante e straordinario ed estatico e malinconico.

[Tartarughe e moscerini sono capaci di accoppiarsi ma solo la volontà umana sa sfidare, trasgredire, vincere, amare: scegliere. Storicamente parlando, natura e cultura sono state ingegnose nell'erigere intralci che danno alla scelta della passione un prezzo e un valore: proscrizioni religiose; punizioni per adulterio e divorzio; castità cavalleresca e decoro cortese; lo stigma della nascita illegittima; la sorveglianza; i complessi da madonna/puttana; la sifilide; gli aborti clandestini; una serie di codici «morali» che mettono la sensualità alla stregua dei tabù di defecazione e apostasia... dal terrore vittoriano per il corpo alla regola che imponeva un-piede-sempre-per-terra agli albori televisivi; dalla rovina automatica della donna «perduta» alle baruffe sui sedili posteriori delle auto dove le ragazze lottavano per restare rispettabili negando ai fidanzati ciò che quelli imploravano. Certo, visti dalla prospettiva del 1996 i vecchi draghi sessuali sembrano quasi tutti stupidi e crudeli. Ma dobbiamo renderci conto che avevano un grosso elemento a favore: finché regnavano loro, il sesso non era spensierato, non sempre. Storicamente, la sessualità umana è stata una faccenda serissima - e quanto più feroci i suoi draghi, tanto più serio diventa il sesso; e quanto più alto il prezzo della scelta, tanto più alto il voltaggio erotico a circondare le singole scelte].

Poi, però - e la cosa deve esser parsa accadere repentinamente e senza preavviso - i draghi sono tutti stramazzati a terra e sono scomparsi. Ciò si è verificato più o meno alla mia nascita, durante la "Rivoluzione" della sessualità degli anni Sessanta. I progressi fantascientifici e avveniristici dei profilattici e dei farmaci per curare le malattie veneree, il femminismo come forza politica, la Tv istituzionalizzata, l'ascesa della cultura giovanile, della loro arte e della loro musica stimola-ghiandole, i Diritti Civili, la ribellione come moda, le droghe che inibivano l'inibizione, la castrazione morale delle chiese e dei censori. I bikini e le minigonne. L'"Amore Libero". Il portone del castello non è stato spalancato, ma fatto saltare dai suoi stessi cardini. Il sesso, alla fine, non ha più avuto costrizione alcuna: senza freni, un appetito come un altro, occasionale.

[Io mi sono fatto quasi tutta la Rivoluzionesdentato e incontinente, ma dev'essere sembrata una specie di paradiso istantaneo. Per un po'. Alla grande festa della Rivoluzione ero pre-cosciente, ma i postumi di quella sbronza non me li ha risparmiati nessuno: il malessere erotico degli anni Settanta quando il sesso, separato quasi del tutto dal prezzo e dalle conseguenze, ha raggiunto una specie di punto di saturazione nella cultura - scambi di coppia e bar per nuovi incontri, le vasche idromassaggio e i seminari di Werner Erhard, i paginoni ginecologici di «Hustler», Charlie's Angels, l'herpes, la pornografia infantile, gli anelli dell'umore, le gravidanze adolescenziali, il Plato's Retreat, la disco. Ricordo fin troppo bene In cerca di Mr Goodbar, il suo cupo resoconto del vuoto e dell'odio per sé stessi indotti da un decennio di scopate rampanti e spensierate. A ripensarci, mi accorgo di essere diventato sessualmente maggiorenne in una cultura che cominciava a sentire la mancanza di quegli stessi draghi che morendo avrebbero dovuto liberarla].

Se ho capito bene, gli occasionali cavalieri della mia fragile generazione potrebbero benissimo arrivare a considerare l'Aids una benedizione, un dono forse elargito dalla natura per ripristinare qualche equilibrio cruciale, forse inconsciamente evocato dalla disperazione erotica collettiva della saturazione post anni Sessanta. Infatti il drago è ritornato, ed è ammantato da fiamme che non possono essere ignorate. Non ho intenzione di offendere. Nessuno affermerebbe che un'epidemia letale è qualcosa di positivo. Nulla di ciò che è naturale è buono o cattivo. Ciò che è naturale è e basta; l'unica bontà, l'unica cattiveria si trovano unicamente nelle scelte che gli esseri umani compiono al loro riguardo. Ma la nostra stessa storia dimostra che - a prescindere da quali ne siano le ragioni - un'esistenza umana eroticamente ricca esige ostacoli e impedimenti per provare passione, e un prezzo da pagare per le scelte effettuate. Che centinaia di migliaia di persone stiamo morendo in modo orribile di Aids sembra un prezzo ingiusto e crudele da pagare per un nuovo impedimento erotico. Ma, ovviamente, non è più ingiusto rispetto alle milioni di morti per sifilide, o per aborti praticati da incompetenti, o per "delitti passionali"; né è più crudele rispetto a coloro la cui vita è stata sistematicamente distrutta ed è andata a pezzi per i "traviamenti", le "fornicazioni", i peccati, o per aver avuto figli "illegittimi", o per essere rimasti invischiati da insensate prescrizioni religiose in matrimoni aridi d'amore e grondanti maltrattamenti. Quanto meno, non è così ovvio per me.

C'è un nuovo drago con cui battersi. Combattere contro un drago, però, non significa procedere verso di lui tutti impettiti, disarmati e insultandone la madre. E analogamente la carica erotica del rischio correlato al sesso e all'Hiv non significa che possiamo continuare ad abbandonarci a scopate occasionali nel nome del "coraggio" o del "desiderio" romantico. Anzi: il dono che l' Aids ci fa è ricordarci ad altissima voce che non vi è assolutamente nulla di occasionale nel sesso.

[È un dono perché il potere e il significato della sessualità umana aumentano mano a mano che ne riconosciamo la serietà. Ecco cosa c'è stato di «cattivo» nel sesso spensierato fin dall'inizio: il sesso non è mai cattivo ma non è nemmeno mai spensierato. Il nostro riconoscimento sessuale di ciò che è può cominciare con l'uso responsabile della protezione come gesto d'amore verso noi stessi e verso il partner.

Ma un riconoscimento più profondo, di gran lunga più coraggioso dell'esatto tipo di drago che stiamo affrontando comincia ora a prendere piede e sta facendo molto per aumentare il voltaggio erotico della vita contemporanea, altro che Armageddon. Grazie all'Aids, stiamo allargando la nostra immaginazione su ciò che è «sessuale». Nel profondo sappiamo tutti che la vera attrattiva della sessualità ha a che fare con la copulazione più o meno come il fascino del cibo ha a che fare con la combustione metabolica. Per quanto (potesse sembrare) scontato, la vera sessualità riguarda lo sforzo di stabilire un contatto fra noi, di erigere ponti sui baratri che separano un io dall'altro. La sessualità riguarda, in definitiva, l'immaginazione].

Grazie al coraggioso riconoscimento da parte di alcune persone che l' Aids è un fatto della vita, stiamo iniziando a renderci conto che un tipo di sesso molto intenso può essere praticato con modalità che abbiamo dimenticato o trascurato, per esempio toccandosi senza sfiorarsi i genitali, o parlando al telefono, o anche comunicando per posta; conversando con sfumature diverse; assumendo una data postura del corpo, imprimendo una certa pressione sulla mano che si tiene in mano.

Il sesso è ovunque ci troviamo, in qualsiasi momento. Tutto ciò che dobbiamo fare è affrontare sul serio questo drago, senza cedere mai né al terrore isterico né a un infantile diniego della sua esistenza. In cambio, il drago potrà aiutarci ad apprendere nuovamente ciò che significa essere veramente passionali. Non si tratta di una cosa di poco conto o discrezionale. Il fuoco è letale, ma ne abbiamo bisogno. La chiave di tutto, dunque, sta nel capire come avvicinarsi al fuoco e che non basta rispettare soltanto gli altri.

Traduzione di Anna Bissanti © 1996, David Foster Wallace
Traduzione per le parti fra parentesi quadre di Giovanna Granato © 2013 Giulio Einaudi Editore