Ci, di Giovannino Guareschi
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Riprendiamo da Diario clandestino di Giovannino Guareschi un testo scritto durante la prigionia nel campo di concentramento nazista. Nel breve racconto l’autore parla del suo bambino mai nato, che perse fra il primo ed il secondo dei suoi due figli. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. Su Giovannino Guareschi, vedi su questo stesso sito anche:
- Bisogna salvare il seme (da Giovannino Guareschi)
- Un padre dinanzi al matrimonio della figlia, di Giovanni Guareschi
- Diario clandestino 1943-1945 e La favola di Natale, di Giovannino Guareschi
- Tradizione: la democrazia che include anche chi ci ha preceduto (da G.Guareschi e G.K.Chesterton)
- Guareschi e le elezioni del 1948, di Giuseppe Parlato
- Dio nel Lager (Signora Germania), di Giovanni Guareschi
- Fantasia e realtà (da Giovannino Guareschi)
- Peppone e Don Camillo, di Giovannino Guareschi
- La luce che non si spegne, di Giovannino Guareschi
- Bestemmiare... il suo vero significato (da Giovannino Guareschi)
- Il progresso, la storia e la geografia (da Giovannino Guareschi)
- Famiglia (da Giovannino Guareschi)
Ulteriori testi sono disponibili sulla pagina tematica Giovannino Guareschi.
Il Centro culturale Gli scritti (16/12/2012)
30 agosto 1945
Ci
Giovannino seduto per terra sulla sabbia deserta. È solo, ma non è solo. La vita gli diede tre figli, ma il secondo non ebbe niente dalla vita (né una briciola di luce, né un filo d'aria, né un nome), perché quando nacque la morte l'aveva agghiacciato.
Ma egli ravvivò la bocca muta con un soffio del suo respiro; accese gli occhi spenti con un po' di luce dei suoi occhi, e gli fece un nome con un pezzettino del suo cuore: Ci.
E Ci – non nato – visse. E fu sempre con suo padre, e anche ora è qui con lui, e nessuno lo sa.
Il tempo passa per gli altri suoi figli, ed essi invecchiano minuto per minuto: ma per Ci il tempo non esiste, ed egli eterna la sua giovinezza.
Ha tre figli: due sono il legame fra lui e la vita; Ci è il legame fra lui e la morte. Due gli fanno dolce la vita; Ci gli fa dolce la morte.
Gli uomini l'hanno diviso dagli altri suoi figli, ma Ci è sempre con lui; e nessuno può staccarlo da lui, neppure la Morte. Perché il giorno in cui egli getterà il suo fardelletto d’ossa, Ci ancora sarà al suo fianco, e lo prenderà per la mano, e assieme cammineranno sulle nuvole cupe e sui mari tempestosi dell’Eternità.
Un uccellino ha fatto il nido nel suo cuore: Ci. Da tre anni egli lo riscalda col suo amore, e la carne pallida è diventata rosea, e gli occhi brillano come due palline nere, e i capelli – rasciugati – riempiono la testolina di minuti ricci.
Gli ho fatto una camicia candida che lo copre fino ai piedi, e Ci – così, alto niente e senza peso – sembra un angiolino delle cartoline di Natale. Non sa parlare, Ci, ma comprende suo padre perché è un parte del cuore di lui, e vive dei battiti del cuore di lui.
Giovannino, seduto sulla sabbia deserta, al limite del campo, sembra solo. E invece Ci è qui con lui, seduto sulla sua spalla destra, col faccino appoggiato alla sua gota scarna. E insieme guardano oltre la siepe e oltre la vita, e aspettano qualcosa.