La Fortezza Antonia nel plastico dell'Holy Land Hotel
Nel Nuovo Testamento
Una tradizione che risale al Medioevo indica nella Fortezza Antonia il luogo dove fu tradotto Gesù arrestato, per esservi processato da Pilato e da dove iniziò la sua via dolorosa verso il Calvario.
Nell'anno 58 d.C., S. Paolo (At 21,27), di ritorno a Gerusalemme dal suo terzo viaggio missionario, si recò al Tempio per accompagnare alcuni fratelli giudeo-cristiani a sciogliere un voto. «Quando i giudei della provincia dell'Asia lo videro nel Tempio, aizzarono la folla e misero le mani su di lui». Il pronto intervento del tribuno romano, che temeva disordini più gravi, lo salvò dal linciaggio della folla inferocita perché pensava che Paolo avesse introdotto un pagano nel sacro recinto del Tempio.
La fortezza fu al centro di sporadiche lotte fra la setta fanatica degli Zeloti e i soldati romani che la occupavano in un clima di tensione, che andava sempre più crescendo, fin che scoppiò l’aperta rivolta. Nell'anno 66 fu presa d'assalto e occupata dagli Zeloti che la tennero fino alla caduta della città nel 70. La fortezza fu occupata da Tito che la distrusse nel luglio dello stesso anno e, in seguito, non fu più ricostruita.
Quando l'imperatore Adriano fece costruire, sulle rovine di Gerusalemme, la città pagana di Aelia Capitolina, sul luogo della fortezza Antonia fu edificata la porta orientale della città che si apriva su un arco di trionfo a tre arcate di cui una parte è tuttora custodita nella chiesa del Litostroto e, in parte, nell'Arco dell'Ecce Homo ancora visibile sulla strada.
La tradizione cristiana, conservò il ricordo della località del pretorio e, nel Medioevo, iniziò la devozione pubblica per alcuni episodi della Passione, solo tardivamente sistematizzati in 14 stazioni a formare la Via Crucis, devozione conservata fino ai nostri giorni.