Tre battute su Bibbia e tradizione, identità, famiglia; dall’incontro dell’Eurocat 2007 di Firenze (di G.M.)
Voglio offrire alla riflessione tre provocazioni che ho ricavato dalla lettura degli appunti di alcuni partecipanti all’Eurocat 2007 di Firenze:
-Il pastore valdese Antonio Adamo racconta, nel suo intervento, come la catechesi ai ragazzi e giovani, nella chiesa valdese di Roma, sia certamente biblica, ma che, proprio per questo, sia incentrata anche sul Simbolo, sui 10 comandamenti e sul Padre nostro che affronta in maniera sistematica. E aggiunge: “In fondo il Simbolo, i 10 comandamenti, il Padre nostro sono la Bibbia!”
-Andrea Spini, nella sua relazione, afferma che il sistema del consumo non permette che si abbiano più identità forti. Chiede stili di vita che non siano più caratterizzati dalla durata nel tempo e da un riferimento a progetti.
Parla di una “anomia legittimata”, caratteristica di questa società del consumo di massa. Si è senza legge, ma si pretende di essere legittimati ad esserlo.
Ma tutto questo nasconde anche un lato oscuro (in senso junghiano) – afferma - o, se si vuole, di speranza. Nasconde un desiderio di relazione, di comunità.
-Severino Dianich, riferendosi al millennio e mezzo nel quale la fede è stata trasmessa dalle famiglie, afferma che è stata una trasmissione non istituzionalizzata, fatta appunto dalle famiglie. Poiché la famiglia non è considerata una delle grandi istituzioni organizzativamente strutturate, questa trasmissione della fede non è stata analizzata in dettaglio, da chi è attento solo alle istituzioni.
-Il pastore valdese Antonio Adamo racconta, nel suo intervento, come la catechesi ai ragazzi e giovani, nella chiesa valdese di Roma, sia certamente biblica, ma che, proprio per questo, sia incentrata anche sul Simbolo, sui 10 comandamenti e sul Padre nostro che affronta in maniera sistematica. E aggiunge: “In fondo il Simbolo, i 10 comandamenti, il Padre nostro sono la Bibbia!”
-Andrea Spini, nella sua relazione, afferma che il sistema del consumo non permette che si abbiano più identità forti. Chiede stili di vita che non siano più caratterizzati dalla durata nel tempo e da un riferimento a progetti.
Parla di una “anomia legittimata”, caratteristica di questa società del consumo di massa. Si è senza legge, ma si pretende di essere legittimati ad esserlo.
Ma tutto questo nasconde anche un lato oscuro (in senso junghiano) – afferma - o, se si vuole, di speranza. Nasconde un desiderio di relazione, di comunità.
-Severino Dianich, riferendosi al millennio e mezzo nel quale la fede è stata trasmessa dalle famiglie, afferma che è stata una trasmissione non istituzionalizzata, fatta appunto dalle famiglie. Poiché la famiglia non è considerata una delle grandi istituzioni organizzativamente strutturate, questa trasmissione della fede non è stata analizzata in dettaglio, da chi è attento solo alle istituzioni.