Abu Gosh - Emmaus dei crociati. L’abbazia di Santa Maria della risurrezione
Riprendiamo sul nostro sito il testo della versione italiana del depliant di presentazione dell’abbazia di Santa Maria della risurrezione di Abu Gosh - Emmaus dei crociati. Per gentile concessione, riproduciamo le foto presenti sul sito della stessa abbazia www.abbaye-abugosh.info. Per approfondimenti sulla Terra santa vedi, su questo stesso sito, le sezioni Sacra Scrittura e I luoghi della Bibbia.
Il Centro culturale Gli scritti (15/7/2011)
Indice
- I. Il sito: situazione geografica
- II. La storia
- III. Descrizione dei luoghi
- IV. Emmaus
- V. La comunità monastica
I. Il sito: situazione geografica
L’abbazia è situata sui Monti di Giudea, a un’altitudine di 770 metri, nella vallata creata da un anfiteatro formato da tre colline, nel cuore del villaggio musulmano di Abu Gosh, dove passa una delle principali strade che collegano Gerusalemme alla costa.
II. La storia
La più antica presenza umana, rilevata grazie a degli scavi archeologici, risale al periodo neolitico (6.000 a.C.). Si tratta di nomadi sedentarizzati, probabilmente a causa della sorgente d’acqua.
Più tardi, il sito è menzionato nella Bibbia insieme a Kyriat Baal (Gs 15,9-10), città di confine tra le tribù di Giuda e di Beniamino; e insieme a Kyriat Yearim, collina che domina il villaggio, e dove soggiornò l’Arca dell’Alleanza (1Sam 6,21ss), prima che Dio non la facesse portare a Gerusalemme (2Sam 6,2).
Mille anni più tardi, i romani vi si installano e vi costruiscono dei bacini per raccogliere l’acqua della sorgente. Il luogo è trasformato in caravanserraglio durante il periodo arabo.
Nel 1143, i Crociati (l’Ordine Ospedaliero di San Giovanni, oggi Ordine di Malta) identificano il luogo con il villaggio di Emmaus, e vi costruiscono la cripta e la chiesa, utilizzando il bacino dei romani come fondamenta.
Abbandonata alla fine del Regno latino di Gerusalemme (1187), la Chiesa resta in piedi. Si ignora la sua storia, ma senza dubbio fu utilizzata come fienile dagli abitanti della regione. Essa viene offerta alla Repubblica francese dalla Sublime Porta nel 1873.
Nel 1900, accanto alla chiesa viene costruito un monastero da alcuni monaci benedettini della Provincia francese della Congregazione di Subiaco. Rimanendovi fino al 1953, i monaci di Belloc lasciano in seguito il posto ai Padri lazzaristi; nel 1976 i benedettini riprendono i luoghi, con l’arrivo di un gruppo di monaci dell’Abbazia di Bec-Héllouin (Normandia, Francia), della Congregazione di Santa Maria del Monte Oliveto (vicino Siena, Italia); un anno più tardi, sono raggiunti da un gruppo di monache oblate, in provenienza anch’esse da Bec-Héllouin.
III. Descrizione dei luoghi
La cripta è costruita su due livelli: il livello superiore, in cui si trova oggi il capitolo; e il livello inferiore, attorno al bacino di raccolta dell’acqua, la quale scaturisce dalla sorgente posta sotto l’ultimo gradino della scala che collega la cripta alla chiesa.
La chiesa è una basilica con tre navate quasi uguali, che terminano con tre absidi. Di stile romanico, si caratterizza per la sua sobrietà. Si possono tuttavia notare i capitelli arcuati che sostengono gli archi doppi nella parte superiore della navata centrale. La metà orientale della chiesa era decorata da un insieme di affreschi.
Gli affreschi
Danneggiati dall’umidità e da atti volontari (cancellazione di quasi tutti i visi), gli affreschi sono stati restaurati, e si può ora apprezzare la loro eccezionale qualità pittorica. Gli affreschi sono stati realizzati tra il 1150 e il 1175 da un artista bizantino.
Catini absidali
1. Deisis
2. Discesa di Cristo agli inferi
3. Seno di Abramo
Discesa agli Inferi
Il seno di Abramo
Absidi
4. Presentazione al tempio e resto della Natività
5. Personaggi in piedi: apostoli o profeti?
6. Motivo geometrico con leoni
Pilastro del coro
A. San Giovanni Battista
B. Un grande sacerdote: Zaccaria?
Muri laterali
7. Trittico: San Giorgio con due santi locali
8. Dormizione della Vergine
9. Trittico: San Demetrio e due santi locali
10. Crocifissione
11. Annunciazione a Zaccaria
Dormizione della Vergine
Crocifissione
Annuncio a Zaccaria
Gli edifici moderni (parte privata)
Alla costruzione del monastero addossato alla chiesa si sono aggiunti, nel corso degli ultimi anni, diversi edifici necessari alla vita della comunità.
IV. Emmaus
San Luca, nel suo vangelo (Lc 24,13-32), situa il villaggio di Emmaus a 60 stadi da Gerusalemme (circa 12 km). È là che Gesù risorto si fa riconoscere, nello spezzare il pane, da due discepoli con i quali aveva percorso il cammino da Gerusalemme. Tuttavia, questo villaggio è anche localizzato ad Amwas, Emmaus della battaglia dei Maccabei (1Mac 4,1-25 – 160 stadi da Gerusalemme).
V. La comunità monastica
Il monachesimo
Il monachesimo è un movimento di cristiani che si ritirano nel deserto, desiderosi di consacrarsi interamente alla ricerca di Dio, nella preghiera e nella solitudine. Viene avviato da Sant’Antonio in Egitto, e conosce una grande diffusione nel deserto di Giudea e nel Negev. Conosce tre forme di vita: quella eremitica, quella semi-eremitica e quella cenobitica (in comunità).
San Benedetto fu il padre del monachesimo in Occidente (V secolo, Italia) e stabilì una regola per organizzare la vita monastica in comunità. Questa regola si articola intorno a tre attività: la preghiera (comunitaria e personale), il lavoro (i monaci devono vivere del lavoro delle proprie mani) e lo studio (lectio divina), e a tre punti di riferimento: la regola, l’abate e la comunità.
Nel corso dei secoli, i benedettini conobbero momenti di declino e momenti di riforme. È con una riforma che nascono, nel 1319, gli Olivetani, fondati da Bernardo Tolomei, cui si deve l’Abbazia del Monte Oliveto (vicino Siena).
L’Abbazia di Bec-Héllouin (fondata nel XI secolo) appartiene a questa famiglia benedettina. La vita benedettina, per com’è vissuta in quest’abbazia, ha due particolarità. In primo luogo, la comunità è composta da un doppio monastero, uno maschile e uno femminile. Ogni monastero è indipendente per quanto riguarda la vita quotidiana, ma i monaci e le suore si ritrovano in chiesa per cantare alcuni uffici della giornata. In secondo luogo, la sua vocazione particolare è quella di operare per l’unità della Chiesa.
La comunità
È in questo spirito che, nel 1976, tre monaci – e tre suore, un anno più tardi – vengono inviati in Israele, per stabilire un luogo di presenza monastica cordiale: in ascolto dell’Israele storico e contemporaneo come radice della nostra fede; attenta alle realtà che caratterizzano questa regione: Chiese orientali, unità dei cristiani; aperta al mondo musulmano, nel cuore di questo villaggio di Abu Gosh. Una tale presenza è tipica della vita religiosa e della Chiesa locale nelle sue diverse lingue.
Pilastro nord
La Chiesa alla fine dell'ottocento
La cripta alla fine dell'ottocento
La Chiesa alla fine dell'ottocento
La Chiesa alla fine dell'ottocento