Blog dei redattori de Gli scritti (3/6/2011): pensieri inattuali e, quindi, attualissimi

- Scritto da Redazione de Gliscritti: 03 /06 /2011 - 17:37 pm | Permalink | Homepage
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Come sempre i testi del blog manifestano pensieri accennati, brandelli di memoria, senza alcun sistema. Senza alcuna pretesa. 

Il Centro culturale Gli scritti (3/6/2011)

Non viene prima l’esodo della creazione, ma la creazione prima dell’esodo

Mentre passeggio un lampo. Perché? Perché non si parla della creazione in teologia ed in catechesi? Ricordo improvviso: gli esegeti che sostengono che venga prima l’esperienza dell’esodo e a partire da essa si giunga poi, secoli dopo, alla fede nel Dio creatore, a Genesi 1 e 2.

Ma è solo un’ipotesi – ed oggi le ipotesi avvolgono l’esodo e non la creazione! Eppure l’ipotesi diviene quasi inconsapevolmente teologia. E la teologia diviene ancora più inconsapevolmente catechesi. E la creazione scompare dalla catechesi.

No! La creazione viene prima. Non è un caso che la Bibbia inizi con la creazione e non con l’esodo!

Essere aderenti alla Bibbia, vuole dire iniziare con l’esodo o con la creazione? A me la risposta sembra chiara.

Ti ringrazio per ogni singolo momento

In questo tempo di Pasqua sto meditando su di una straordinaria espressione – una semplicissima espressione – letta sull’asfalto, sotto le Mura del Gianicolo. Un ragazzo deve averla scritta per la sua ragazza, per fargliela vedere dall’alto. Un coup de théâtre.

Dice: “Ti ringrazio per ogni singolo momento”. E’ l’atteggiamento giusto che si deve avere dinanzi a Dio. Ricordare ed enumerare i singoli momenti della sua grazia. Il fatto che egli non sia mai stato lontano da noi. Ogni singolo momento.

Non basta la libertà per educare

Mi dice un amico filosofo, liberale, esperto di dottrine politiche: «Non appena sei genitore, non appena diventi padre, capisci subito che non basta dire ai figli: “Fate quello che volete, basta che non fate danni”, che è troppo semplicistica l’affermazione che “si è liberi, finché non si tocca la libertà altrui”. Invece, bisogna indirizzare, bisogna proporre, bisogna dare regole! Una famiglia non può vivere se ognuno fa quello che vuole ed un figlio non può crescere bene senza un progetto».

Sulla precarietà

Tutti contro il lavoro precario. E’ un bene. Ma le argomentazioni sono spesso ridicole: “contro il lavoro precario, perché impedisce di mettere su famiglia”. Non ci si rende conto – o si fa finta di non rendersi conto – che tutti “vogliono” vivere precariamente. Mettere su una famiglia è uscire da una prospettiva precaria, vuol dire accogliere una responsabilità che dura una vita.

In periodi diversi, in periodi di crisi, come nel corso della guerra o nel dopoguerra, non era precaria la prospettiva di una vita familiare ed allora ci si sposava anche senza soldi e casa. Non si era precari mentalmente e si poteva accettare l’instabilità economica.

Oggi si pretende che l’unica sicurezza sia il lavoro, mentre si accetta che tutto il resto sia precario.

Ci si indigna del precariato e non delle copie di fatto, che sono il precariato elevato a sistema!

Chi non stima le coppie di fatto non è moderno: è un assioma della cultura precaria.

Sull’indignarsi

Partecipo ad un incontro di famiglie scout. Una madre aggredisce dicendo che sarebbe ora che la Chiesa insegnasse ad indignarsi contro il rifiuto degli immigrati. Non crede ad una Chiesa che non si indigna.

In Spagna, nasce un movimento di “indignati” e sembra fare scuola.

Un amico mi dice, invece, con profonda saggezza:

Essere indignati è la cosa più facile. Si indigna chi presuppone di essere dalla parte del giusto. Chi ha un atteggiamento moralistico. E’ così facile essere moralistici (dopo aver accusato gli altri di fare altrettanto!)”.

Mi ricorda le lezioni di Francesco De Sanctis su La scuola cattolica-liberale. Per De Sanctis, “la vera forza è piuttosto quella di essere moderati. E’ forte chi è moderato, chi vede la complessità dei problemi ed in quella complessità agisce con saggezza”.

Sul matrimonio

Una ragazza dice ai suoi che si sposa.

Ed i genitori le rispondono: “Perché, aspettate un bambino?”.

I grandi per primi ritengono che la prospettiva del matrimonio sia una mera eventualità che accade per un incidente. Non è la scelta che orienta!

Ancora sulla famiglia

Si sente ripetere una stantia critica alla Chiesa che parlerebbe troppo della famiglia. Non ci si rende conto, invece, di avere una prospettiva distorta della realtà. Il tema della famiglia è completamente dimenticato.

Nessuno si impegna a difendere questa prospettiva dinanzi alle nuove generazioni! E’ doppiamente in errore allora chi critica oggi la famiglia. E’ in errore perché è un errore criticarla, ma è in errore ancor più perché ha perso la percezione della realtà oggettiva del presente in cui viviamo.

Caravaggio e Gesualdo da Venosa

Non solo Caravaggio e gli altri pittori controriformisti sono stati violenti, ma lo erano molti degli artisti del tempo. Si pensi al musicista Gesualdo da Venosa che è giunto ad uccidere la moglie.

Anch’egli è un autore “maledetto”. La sua musica è piena di dissonanze. Siamo in piena controriforma.

Il gregoriano

Non è più chiaro oggi che il gregoriano era – ed è – popolare. Si pretende a volte che la musica nelle chiese sia invece troppo intellettualistica, come certa polifonia. Non riusciamo a credere che sia fede la semplicità. La musica sacra deve essere insieme alta e semplice, esattamente come il gregoriano. Tutti riescono a cantarlo, se solo glielo si insegna. Tutti riescono a cantare il Veni creator Spiritus. Insieme enorme e semplicissimo.