Claudel e la mancanza di gusto dei preti. Brevissimo dialogo con Davide Rondoni (parte II), di A.L.
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(Il Centro culturale Gli scritti, 16/5/2011)
«Solo se sei convinto di avere tra le mani la cosa più bella del mondo - e che questa cosa è il cristianesimo, è Gesù Cristo - solo allora non ritiene uno spreco utilizzare l’arte per esprimerla».
Così Davide Rondoni chiacchierando con i presenti, prima della sua relazione su Leopardi e Manzoni nell’incontro organizzato dall’Ufficio catechistico su “Gli italiani e l’Unità d’Italia”.
Tutto nasce quasi per caso. Aveva chiesto se nei Seminari romani ci fossero corsi di letteratura, di poesia o di arte, oppure se queste materie fossero ignorate. Ed aveva poi domandato, dopo aver ricevuto risposta negativa: «Vi siete mai chiesti perché alcuni preti hanno una mancanza di gusto estetico? Perché non sanno distinguere un’opera d’arte dalla paccottiglia?».
E prosegue: «Mi ha fatto molto riflettere un testo di Paul Claudel che affronta questo tema in una sua opera non tradotta in italiano, Positions et propositions. Egli dice, più o meno, che se tu non sei convinto della bellezza del vangelo diventi sciatto nel presentarlo. Smetti di interessarti al modo in cui lo presenti. Solo se sei convinto che è la cosa più importante del mondo, allora non puoi accettare che sia presentato sciattamente».
Conclude: «Avviene come ad una donna vecchia che non si cura più di come si presenta. Se non si cura più, è perché pensa che ormai tutto è finito. Ormai si è arresa».
La questione del gusto testimonia insomma di una questione più decisiva, quella della convinzione della bellezza del cristianesimo.