Appunti sulla beatificazione di Giovanni Paolo II, di A.L.
1/ Tanti per Giovanni Paolo II... giovani per Giovanni Paolo II. La sociologia non conosce e non capisce la realtà. Almeno non sempre, di A.L.
La notte che precede la beatificazione. Al Circo Massimo. In corso Vittorio Emanuele. Vicino San Pietro. Tanti. E giovani.
Contro tutte le analisi sociologiche degli anni sessanta. E settanta. E ottanta. E novanta. E oltre.
Contro i media che continuano a ripetere che il desiderio di Dio non può avere posto nel mondo post-moderno.
Queste due righe non vogliono essere un’apologia. Piuttosto una domanda. Piuttosto l’indicazione di una ricerca.
Esistono due possibilità. Che l’esigenza della fede sia un fatto puramente storico e culturale. Destinato a sparire o apparire a seconda delle condizioni di una determinata epoca. Oppure che tale sete appartenga all’uomo in quanto tale. E allora non la si potrà spegnere. Perché siamo noi stessi.
Come si vede, una pre-comprensione è necessaria. Non basta la sociologia. Serve anche una visione dell’uomo.
Non è certo l’evento odierno che può rispondere a questa questione. Perché la questione è appunto, per definizione, più grande. Mentre un evento è un evento. Certo è che questi giovani, queste persone che camminano stanotte per Roma verso San Pietro, hanno sete.
Non solo hanno sete di Dio. Ma, in qualche modo, si sono dissetate di Lui. Lo hanno trovato. Grazie a quell’uomo. Grazie ad un papa!
E qui si pone anche la grande questione della chiesa. Certo la chiesa fa discutere di sé. Ma la chiesa è anche amata. È amata perché appartiene a Cristo.
Nella notte tanti si confessano. Questo “particolare” non può essere passato sotto silenzio. A che servirebbe una chiesa che non confessa? Un prete che non da l’assoluzione? Questa è “esperienza” di Dio. La Confessione è vera “esperienza” di Dio. Il perdono di Dio e dei fratelli è ciò che nessuna autoanalisi o eteroanalisi psicologica potrà mai dare.
Quanta catechesi, scioccamente, abusa del termine “esperienza”, senza passare per la porta della Confessione! Un cammino di catechesi che non valorizzi la Confessione non è un cammino “esperienziale”, bensì è una proposta disincarnata. Non è un cammino che integra la fede e la vita, bensì un itinerario che le disgiunge.
Nella notte tanti si confessano. E quel papa ha testimoniato il valore della Confessione. Della “divina misericordia”.
Di questo ha sete il “popolo della notte”.
2/ Allegria... in mezzo alle folle di pellegrini e turisti a Roma, di A.L.
Cammino in mezzo ai pellegrini. Ma anche ai turisti. Ed alle scolaresche in visita. Mi mette allegria.
Non capisco chi è infastidito dalle folle che invadono Roma. O meglio: lo capisco in parte. Perché certo la vita di un romano ha continui contrattempi e rallentamenti a causa loro.
Ma questa è Roma.
Se si dovesse passare rapidamente a considerazioni che vanno dalle stalle alle stelle, bisognerebbe innanzitutto dire che questo flusso ininterrotto è la possibilità di sopravvivenza della nostra città. Roma vive di turismo e di pellegrinaggio. Non si sputa nel piatto dove si mangia. Mentre tanti romani, anche albergatori, disprezzano invece ciò che gli permette di vivere. Si questiona su ogni spesa pubblica, ad esempio, per organizzare un evento come la beatificazione di Giovanni Paolo II; senza rendersi conto di quanta ricchezza economica, materiale, abbia portato a Roma quel papa con la sua presenza ed il suo servizio. Ma le chiese che i turisti vengono a visitare, chi le ha fatte fare nei secoli? E chi le ha fatte fare, le ha fatte per sé o anche per noi?
Queste le stalle. Ma delle stalle si vive. Ben altre sono le stelle. Anche di esse si vive. L’allegria nasce dal fatto che l’uomo merita stima. Che la vita, se la si ama, mette allegria. Certo tante vite sono sregolate. Lo si vede benissimo anche solo dagli occhi e dalle vesti di tanti turisti. Ma questo che importa? Questo è solo il punto di partenza. Noi sappiamo che la vita ha bisogno di Cristo e che senza di Lui si perde. Ecco il compito allora. Non il disprezzo, ma la provocazione ad un maggiore impegno.
E chi conosce la vita degli uomini, sa bene che la vita ti offre occasioni per cambiare. Perché Dio ti cerca. Quante persone hanno sprecato la loro giovinezza e poi hanno vissuto bene la loro paternità o maternità. O la loro età anziana. O l’istante della loro morte. Gesù ha amato il “buon ladrone”. “Oggi sarai con me...”. Anche se ieri e l’altro ieri non eri con me. Certo sarebbe stato meglio non buttare via la giovinezza. Ma il Signore ha tempi che non sono i nostri tempi.
Un fiume di vita attraversa le strade di Roma. E questo mi mette allegria. Mi mette allegria, perché io sto bene in compagnia della vita. Perché stare in mezzo alla vita fa bene.
3/ Silenzio durante la beatificazione di Giovanni Paolo II. di A.L.
Ho trovato straordinario il silenzio dopo l’omelia del papa. In piazza ed in diretta TV. Contro tutte le regole dell’audience televisiva. A favore di una regola necessaria per ogni vera maturazione umana. Silenzio. E poi ancora silenzio. Di nuovo dopo la comunione. Incredibile!