Dai «piccoli» del Vangelo una lezione d’Amore ai teologi. La catechesi del Papa su santa Teresa di Lisieux, di Pierangelo Sequeri
Riprendiamo da Avvenire del 7/4/2011 un articolo scritto da Pierangelo Sequeri. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line.
Il Centro culturale Gli scritti (7/4/2011)
La grande eresia dei moderni suona più o meno così. Dell’amore non c’è scienza. E la scienza, in ogni caso, non viene di lì. L’eresia ha giustificazioni molto appariscenti, ma produce danni molto profondi. Da un lato, si direbbe, sembra una difesa dell’amore, che si vorrebbe spensierato per definizione. (Va dove ti porta il cuore, insomma, che cerca il bene, e non la verità). Dall’altro lato, la raccomandazione del divorzio fra l’amore e il sapere ti fa fare bella figura: è una garanzia di professionalità. Il sapere è più rigoroso se non si lascia distrarre da umane passioni e compassioni.
C’è anche del vero in tutto questo naturalmente. Il doppio pregiudizio, però, ha lavorato contro di noi, e ci ha spaccato letteralmente in due. Così circolano ormai, a piede libero e impuniti, amanti perfettamente stupidi e scienziati perfettamente cinici. Bisognerà che non ci giriamo intorno: l’emergenza educativa è questa. Ed è subito emergenza universitaria. E politica, infine. (Tanto per non restare nel vago, se è vero che questa volta non gridiamo al lupo, ma facciamo sul serio).
Il sapere della verità e l’amore del bene sono fatti per incontrarsi, innamorarsi, convivere indissolubilmente, fare figli legittimi, invecchiare insieme. Una società impostata sul loro divorzio cresce analfabeti e predatori.
Benedetto XVI, nella sua catechesi del mercoledì su Santa Teresa di Lisieux, ha inserito un inciso - di quelli suoi molto speciali, che sembrano divagazioni e invece sono astuzie fulminanti come parabole, destinate ad aprire un solco irrimarginabile nelle pigrizie del pensiero occidentale. (Ne ho già raccolti quattro, per mio conto, capaci di smuovere una montagna: bisognerà che ci faccia un libretto). A prima vista, l’inciso sembra una digressione.
Dopo aver lungamente illustrato il fatto che Teresa è uno dei "piccoli" del Vangelo "che si lasciano condurre da Dio nelle profondità del suo Mistero", il Papa aggiunge: i "piccoli" del Vangelo sono una guida per tutti, soprattutto per coloro che "svolgono il ministero di teologi". E incalza: la lettura della Bibbia, "nutrita dalla scienza dell’amore, non si oppone alla scienza accademica". Il pensiero alto del cristianesimo, che ha fatto sognare generazioni per secoli, ha attinto a questa scienza divina che affascina i geni più grandi".
Scienza dell’amore, scienza dei santi, scienza divina. Insomma, teologi, sembra che tocchi a voi accendere passioni intelligenti in Occidente. Circolano quelle tristi, autistiche, afasiche. Un po’ spensierate e un po’ dementi. E la gaia scienza delle magnifiche sorti e progressive, che calcola tutto prevede tutto e provvede a tutto, ci istupidisce con i giochi del piccolo chimico e dell’apprendista stregone. Figurati che ormai chiede i segreti dell’amore che muove il mondo, il cielo e l’altre stelle, a ormoni ed elettroni.
Questi qui ormai non vogliono più bene a nessuno: dai figli si vede benissimo. Non accada a noi, almeno, tanto per cominciare. I santi - a cominciare dai più "piccoli" - ci tengono registrati sul mistero di Dio, in cui logos e agape fanno famiglia. Quando sapienza e amore divorziano, infatti, il motore della storia ridiventa immobile. Teologi, fateci sognare.