Il male è più appariscente, giornalistico (di G.M.)
Il male ha, dalla sua, la rapidità. Per far crescere un bambino ci vogliono 20 anni. Per fare un attentato suicida che ne arresti la vita basta un istante. Quanto i terroristi amano l’immagine! Si specchiano in essa. Il loro terrore viaggia con l’immagine, più che con il gesto che compiono (sono veramente occidentali!).
Il bene ha bisogno di pazienza, costanza, gesti ripetuti, tempi. Potrebbe una News bucare lo schermo affermando: “Oggi 10 milioni di genitori sono stati fedeli ai loro figli”? Ma se uno solo uccide il suo bambino la notizia apre tutti i Tg ed un fiume di parole e di immagini ci invade per giorni e giorni.
Potrebbe l'ANSA battere la notizia: “Oggi 10.000 preti e catechisti hanno compiuto la loro missione”? Ma se uno di loro si infanga, la sua storia viene raccontata infinite volte.
Titolerebbe un quotidiano a tutta pagina: "100.000 insegnanti hanno insegnato un giorno ancora"? Ma se in una classe...
Il male non è più forte, ma appare con più forza. E’ giornalistico, televisivo. I tempi dell’immagine moderna sono rapidissimi, il montaggio frenetico. Quante persone incompetenti, dinanzi a film straordinari commentano subito: “E’ lento!”
Il bene non ha dalla sua l’immediatezza.
Pure il bene è la vera storia. E’ l’unica storia che interessa veramente. Il male è contro; il male non può che distruggere. La vita costruisce, prepara, cresce, spera.
Ogni volta che si parla di cronaca nera – trasmissioni interminabili su di un “caso” triste e penoso – per igiene mentale cambio canale immediatamente.
La cronaca nera mi annoia. Non darle peso, non interessarsene, è un modo per indicare il bene che, nella sua lentezza e quotidianità, non appare. Ma - questo è ciò che conta - è reale. Non che il male non lo sia, ma è la rapidità che lo rende appariscente, ostensibile, prorompente, duplicabile, virtualmente onnipresente, mentre non è che male. Ed il bene, per grazia di Dio, lo sovrasta.
Il bene ha bisogno di pazienza, costanza, gesti ripetuti, tempi. Potrebbe una News bucare lo schermo affermando: “Oggi 10 milioni di genitori sono stati fedeli ai loro figli”? Ma se uno solo uccide il suo bambino la notizia apre tutti i Tg ed un fiume di parole e di immagini ci invade per giorni e giorni.
Potrebbe l'ANSA battere la notizia: “Oggi 10.000 preti e catechisti hanno compiuto la loro missione”? Ma se uno di loro si infanga, la sua storia viene raccontata infinite volte.
Titolerebbe un quotidiano a tutta pagina: "100.000 insegnanti hanno insegnato un giorno ancora"? Ma se in una classe...
Il male non è più forte, ma appare con più forza. E’ giornalistico, televisivo. I tempi dell’immagine moderna sono rapidissimi, il montaggio frenetico. Quante persone incompetenti, dinanzi a film straordinari commentano subito: “E’ lento!”
Il bene non ha dalla sua l’immediatezza.
Pure il bene è la vera storia. E’ l’unica storia che interessa veramente. Il male è contro; il male non può che distruggere. La vita costruisce, prepara, cresce, spera.
Ogni volta che si parla di cronaca nera – trasmissioni interminabili su di un “caso” triste e penoso – per igiene mentale cambio canale immediatamente.
La cronaca nera mi annoia. Non darle peso, non interessarsene, è un modo per indicare il bene che, nella sua lentezza e quotidianità, non appare. Ma - questo è ciò che conta - è reale. Non che il male non lo sia, ma è la rapidità che lo rende appariscente, ostensibile, prorompente, duplicabile, virtualmente onnipresente, mentre non è che male. Ed il bene, per grazia di Dio, lo sovrasta.