[La basilica circiforme dei Santi Marco e Marcelliano a San Callisto, gemella di quella di San Marco]. Scoperta inaspettata nel comprensorio di San Callisto. Quell’antica basilica sbucata oggi dalla catacomba, di Vincenzo Fiocchi Nicolai e Lucrezia Spera

- Scritto da Redazione de Gliscritti: 26 /10 /2025 - 21:32 pm | Permalink | Homepage
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Riprendiamo sul nostro sito, da L’Osservatore Romano del 14 ottobre 2025, un articolo di Vincenzo Fiocchi Nicolai e Lucrezia Spera. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. Per ulteriori testi, cfr. le sezioni Arte e fede e Roma e le sue basiliche.

Il Centro culturale Gli scritti (26/10/2025)


Basilica di San Marco a San Callisto

Il 20 settembre del 1991, dalle colonne di questo giornale, si dava notizia della scoperta di una nuova basilica paleocristiana del tipo “circiforme” nel comprensorio della catacomba di San Callisto, tra la via Appia e la via Ardeatina, subito oltre il bivio del Quo Vadis.

Si trattava della sesta chiesa di questa conformazione (le navate laterali girano intorno a quella centrale come la pista dei circhi intorno alla spina), tipica delle più antiche basiliche con funzione funeraria del suburbio romano realizzate in età costantiniana (e quasi tutte con il sostegno finanziario del primo imperatore cristiano) in onore di alcuni dei martiri romani più venerati: gli apostoli Pietro e Paolo nel loro culto congiunto sulla via Appia, San Lorenzo, Sant’Agnese e i Santi Pietro e Marcellino.

La nuova chiesa era venuta alla luce davvero “miracolosamente”: era stata infatti la crescita diversificata di una coltivazione di erba medica ad evidenziare i contorni dell’edificio.

Questo fu subito identificato con la basilica che, stando alle fonti antiche, Papa Marco (336) aveva fatto costruire presso l’Ardeatina quale coemeterium destinato alla sepoltura dei fedeli.

Dieci campagne di scavo condotte in due fasi tra il 1993 e il 2013 dalla Pontificia Commissione di Archeologia Sacra e dall’Università di Roma Tor Vergata hanno riportato alla luce gran parte della costruzione — compresa la tomba di Papa Marco — i cui resti si possono ancora ammirare nel terreno prossimo all’Istituto San Tarcisio dei Padri Salesiani.

Le ricerche sono proseguite in questi ultimi anni nella medesima area, sempre a cura dell’Università di Roma Tor Vergata, in accordo con la Pontificia Commissione di Archeologia Sacra e la comunità salesiana ivi residente: altre tre chiese, infatti, ricordate dalle fonti, risultavano non ancora scoperte: quella dedicata al predecessore Cornelio (251-253) da Papa Leone Magno (440-461), la basilica dei Santi Marco e Marcelliano, dove si trovava la tomba dei due martiri, ed infine la chiesa nella quale Papa Damaso (366-384), che ne era stato il fondatore, aveva scelto di essere sepolto insieme alla madre e alla sorella.

Grazie ad un progetto finanziato con fondi Prin (Progetti di rilevante interesse nazionale) 2022 Pnrr, è stata effettuata una serie di indagini “non invasive” (georadar, tomografia elettrica, magnetometria) alla ricerca dei resti di questi edifici nelle zone più indiziate del comprensorio. E di nuovo, in maniera del tutto inaspettata, a circa cento metri dalla chiesa rinvenuta nel 1991, saggi eseguiti in corrispondenza di significative “anomalie” rivelate dalle prospezioni geofisiche hanno riportato alla luce in questi giorni i resti di una nuova basilica, ancora del tipo “circiforme” — la settima —, dalle dimensioni del tutto simili a quelle della chiesa di Papa Marco.

Conservata nelle sole fondazioni, in molti punti intaccate dalle profonde trincee di una vigna, essa misura circa 68 metri in lunghezza per 29 metri in larghezza; la navata centrale, divisa dalle laterali da due serie di dodici o tredici pilastri, ha un’ampiezza di circa 13 metri, mentre il deambulatorio è largo oltre 6 metri; il piano pavimentale, come di consueto nelle basiliche “circiformi”, si è rivelato occupato in maniera sistematica da tombe, spesso a più piani, disposte una accanto all’altra. Alcune di queste conservavano ancora resti delle deposizioni, talora provviste di corredo (monete, lucerne, balsamari e vasetti). Contro uno dei muri perimetrali sono stati pure individuati alcuni mausolei, che, come di consueto, erano appoggiati agli edifici.


Basilica circiforme gemella di quella di San Marco, sempre a San Callisto. Quadrato di scavo nell'area della facciata

Le due basiliche “gemelle” presentano anche il medesimo orientamento e si allineano su una strada che univa la via Appia alla via Ardeatina, sulla quale pure si aprono le scale che nel sottosuolo portano alla catacomba di Balbina (presso la basilica di Papa Marco) e a quella presso l’Istituto San Tarcisio che una serie di rinvenimenti epigrafici molto importanti da tempo aveva fatto identificare con il cimitero di Basileo, dove, appunto, nel sopratterra, le fonti collocavano le chiese dei Santi Marco e Marcelliano e di Damaso.

La “nuovissima” basilica “circiforme” deve con ogni probabilità identificarsi con quella dei Santi Marco e Marcelliano, nella quale i due martiri riposavano sotto un grande altare (sub magno altare), come riporta l’autore della Notitia Ecclesiarum, una guida ai santuari degli inizi del VII secolo: un graffito che invoca i due santi, tracciato da un anonimo pellegrino, si legge infatti sull’intonaco di un frammento murario precipitato dall’alto proprio in una delle gallerie sottostanti la chiesa.

Le dimensioni e la configurazione della basilica la fanno assegnare alla “prima generazione” delle “circiformi”, quelle costruite durante il regno di Costantino, piuttosto che agli anni successivi, quando vennero realizzate, con dimensioni maggiori e più elaborata articolazione, le chiese di San Lorenzo e Sant’Agnese.


Basilica circiforme gemella di quella di San Marco, sempre a San Callisto. Quadrato di scavo nell'abside

La catacomba sottostante, certamente in funzione in età costantiniana, rispetta nel suo sviluppo l’ingombro della chiesa: alcune gallerie deviano il loro percorso o si abbassano di livello in corrispondenza delle fondazioni della chiesa.

Tutto insomma sembra rinviare ad una basilica costruita negli anni ‘30-‘40 del IV secolo. Ad essa si sarebbe accostata ancora successivamente la chiesa voluta da Damaso, come suggeriscono le fonti.

In ogni caso, con la nuova basilica “circiforme”, con la “vecchia” di Papa Marco, con quelle di Damaso e di Papa Leone ancora da ritrovare (per la seconda, le indagini hanno comunque fornito elementi positivi sulla probabile localizzazione), con le straordinarie catacombe che esso ospita, questo settore del suburbio romano va a configurarsi sempre più come un precoce “quartiere cristiano” alle porte di Roma.