Il linguaggio delle “lamentazioni” più che quello delle “rivendicazioni” è il giusto tono per affrontare il dramma sconfinato di Gaza, di Giovanni Amico
Riprendiamo sul nostro sito un testo di Giovanni Amico. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. Per ulteriori testi, cfr. le sezioni Politica internazionale, Ebraismo e Islam.
Il Centro culturale Gli scritti (26/9/2025)

Esiste un libro biblico, quello delle Lamentazioni, che aderisce profondamente al momento storico che sta vivendo la popolazione di Gaza.
Quel libro ricorda, nel lamento, nel pianto, nello sgomento, ciò che era accaduto – la distruzione di Gerusalemme -, ma ricorda al contempo tutto il peccato da cui quell’evento è stato determinato. Quel lamento è anche una confessione di responsabilità ed è un’invocazione a Dio, perché la situazione è ormai così grave che nessuna persona seria vede ragionevolmente come se ne possa uscire.
Quei lamenti esprimono tutto l’affetto per i colpiti e per la desolazione presente, ma, al contempo, non semplificano troppo facilmente quella situazione, quasi ci fosse un solo colpevole e sia sufficiente condannarlo per venirne fuori, bensì l’autore del libro ha piena coscienza che gli eventi hanno delle radici in un passato molto lungo alle spalle.
Desidero provare a declinare quelle lamentazioni, quasi a piangere oggi, tutti i passaggi che hanno condotto ad una situazione che sembra oggi quasi impossibile da risolvere.
Se Adriano, imperatore romano, non avesse proibito la circoncisione e non avesse così generato la rivolta degli ebrei e, di conseguenza, con quella sua politica pagana così sconsiderata non ne fosse nata la seconda guerra giudaica e non avesse egli distrutto definitivamente il tempio e cacciato gli ebrei da quella terra, generando la diaspora degli ebrei? Se Adriano non avesse commesso tanto male, come sarebbe diversa la sorte di quella terra! Ahi, ahi, ahi, quanti crimini e quanto dolore allora e in conseguenza di quei fatti!
Se nel VII secolo gli arabi musulmani non avessero invaso la Siria-Palestina e non avessero occupato Gerusalemme e tutto l’antico territorio degli ebrei? Se le armate islamiche non avessero commesso tanto male, come sarebbe diversa la sorte di quella terra! Ahi, ahi, ahi, quanti crimini e quanto dolore allora e in conseguenza di quei fatti!
Se le popolazioni oggi passate alla storia come turche non avessero attaccato sia i bizantini sia anche gli arabi nell’XI secolo e l’impero bizantino e i domini arabi esistessero ancora, come sarebbe diversa la sorte di quella terra! Ahi, ahi, ahi, quanti crimini e quanto dolore allora e in conseguenza di quei fatti!
Se i crociati non avessero combattuto quelle milizie e non avessero preso il controllo di Gerusalemme, come sarebbe diversa la sorte di quella terra! Ahi, ahi, ahi, quanti crimini e quanto dolore allora e in conseguenza di quei fatti!
Se il mondo turco non avesse sconfitto i crociati, se non avesse conquistato l’impero bizantino e Costantinopoli e commesso tutti gli eccidi connessi, se non si fosse così posto come dominatore anche degli arabi, soggiogandoli ed impoverendoli per cinque secoli, anche se erano confratelli musulmani con loro, fino alla fine della I guerra mondiale, come sarebbe diversa la sorte di quella terra! Ahi, ahi, ahi, quanti crimini e quanto dolore allora e in conseguenza di quei fatti!
Se non si fosse scatenata la I guerra mondiale e gli inglesi e i francesi non avessero sconfitto, oltre all’Austria-Ungheria, anche l’Impero ottomano e se gli arabi non si fossero ribellati ai turchi in concomitanza di quegli eventi e non fossero nati i protettorati con l’appoggio arabo che, agli inizi del XX secolo, sostenne gli inglesi di Lawrence d’Arabia contro i turchi, come sarebbe diversa la sorte di quella terra! Ahi, ahi, ahi, quanti crimini e quanto dolore allora e in conseguenza di quei fatti!
Se i nazisti non avessero scatenato la Shoah - e nemmeno lo sterminio dei popoli slavi che Hitler aveva parimenti pianificato e iniziato a realizzare contro polacchi e russi – e non fosse nata in occidente l’idea di sostenere la rinascita dello Stato d’Israele, come sarebbe diversa la sorte di quella terra! Ahi, ahi, ahi, quanti crimini e quanto dolore allora e in conseguenza di quei fatti!
Se - una volta presa la decisione dopo la Shoah di restituire, dopo due millenni, metà della terra dell’antico Israele agli ebrei, lasciando l’altra metà agli arabi - gli arabi non si fossero opposti e non avessero scatenato nel 1948 la guerra contro il nascente Stato di Israele, convinti di distruggerlo in poco tempo e venendo invece clamorosamente sconfitti, come sarebbe diversa la sorte di quella terra! Ahi, ahi, ahi, quanti crimini e quanto dolore allora e in conseguenza di quei fatti!
Se, fin da subito, gli arabi avessero rinunciato all’idea di ricacciare via gli ebrei e, nel 1948, avessero riconosciuto che era giusto dare anche a loro una nazione e darla proprio lì dove erano le loro radici, mantenendo invece la gran parte del territorio per le popolazioni arabe, come sarebbe diversa la sorte di quella terra! Ahi, ahi, ahi, quanti crimini e quanto dolore allora e in conseguenza di quei fatti!
Se nel 1967 il mondo arabo non avesse preparato un attacco contro Israele che intuì il pericolo e per primo agì sconfiggendoli e giungendo addirittura alla conquista di Gerusalemme e alla occupazione di Gaza, ancora quelle terre sarebbero arabe: come sarebbe diversa la sorte di quella terra! Ahi, ahi, ahi, quanti crimini e quanto dolore allora e in conseguenza di quei fatti!
Se gli israeliani, dopo l’occupazione di Gerusalemme e Gaza avvenute solo nel 1967 e per causa araba, avessero trattato la popolazione araba rimasta nei territori occupati alla pari degli israeliani stessi, concedendo loro diritti, passaporti e garanzie, come sarebbe diversa la sorte di quella terra! Ahi, ahi, ahi, quanti crimini e quanto dolore allora e in conseguenza di quei fatti!
Se gli arabi non avessero attaccato Israele nel 1973, forse Gaza sarebbe stata restituita agli arabi, come già era avvenuto per il Sinai, e la striscia sarebbe stata nuovamente libera: come sarebbe diversa la sorte di quella terra! Ahi, ahi, ahi, quanti crimini e quanto dolore allora e in conseguenza di quei fatti!
Se l’OLP non si fosse costituito con il fine dichiarato di distruggere lo Stato d’Israele e se Arafat non avesse aspettato troppo tempo, ormai vecchio, ad accettare l’esistenza di Israele, come sarebbe diversa la sorte di quella terra! Ahi, ahi, ahi, quanti crimini e quanto dolore allora e in conseguenza di quei fatti!
Se i palestinesi, scoperta nel 1967 la loro identità distinta dagli altri arabi, non avessero iniziato a compiere attentati in qualsiasi parte del mondo, dovunque vi fossero ebrei, anche non israeliani e soprattutto civili, come alle Olimpiadi di Monaco (1972), come in Italia (attentati di Fiumicino del 1973 e 1985), come in altri luoghi della terra, come sarebbe diversa la sorte di quella terra! Ahi, ahi, ahi, quanti crimini e quanto dolore allora e in conseguenza di quei fatti!
Se i palestinesi dell’OLP non avessero tramato nel 1973 contro il re di Giordania (Settembre Nero) e non fossero stati espulsi, in conseguenza di questa prospettiva terroristica, da quella nazione in Libano, se non avessero portato in quella nazione le loro armi e non avessero distrutto la convivenza democratica in Libano, determinando la crisi che ancora attraversa quel paese, come sarebbe diversa la sorte di quella terra! Ahi, ahi, ahi, quanti crimini e quanto dolore allora e in conseguenza di quei fatti!
Se Israele avesse lavorato ad una promozione economica e scolastica dei territori palestinesi, dopo i fatti del 1973, se avesse mostrato di volerne lo sviluppo e il loro ritorno progressivo all’autonomia, come sarebbe diversa la sorte di quella terra! Ahi, ahi, ahi, quanti crimini e quanto dolore allora e in conseguenza di quei fatti!
Se i palestinesi non avessero inventato, a partire dal 1993, il terrorismo suicida contro civili israeliani, modalità odiante e odiosa che si sarebbe poi diffusa in tutto il mondo, senza esclusione di paesi, come sarebbe diversa la sorte di quella terra! Ahi, ahi, ahi, quanti crimini e quanto dolore allora e in conseguenza di quei fatti!
Se Israele non avesse risposto colpo su colpo ad ogni nuovo attentato, entrando nei villaggi palestinesi e punendo severamente, distruggendo case e proprietà delle famiglie di chi aveva ucciso e compiuto attentati, come sarebbe diversa la sorte di quella terra! Ahi, ahi, ahi, quanti crimini e quanto dolore allora e in conseguenza di quei fatti!
Se non si fossero arrestati i negoziati per la pace e se non fosse stato ucciso, nel 1995, Rabin dalla destra violenza israeliana, proprio nel momento in cui tutto sembrava volgere al meglio, come sarebbe diversa la sorte di quella terra! Ahi, ahi, ahi, quanti crimini e quanto dolore allora e in conseguenza di quei fatti!
Se Israele non avesse aggravato ulteriormente la sua politica a danno dei palestinesi con la costruzione di sempre nuovi insediamenti e con l’aumento della vessazione contro di loro, giungendo ad isolare le une dalle altre tante zone della West Bank e impedendo comunicazioni fra i diversi villaggi, come sarebbe diversa la sorte di quella terra! Ahi, ahi, ahi, quanti crimini e quanto dolore allora e in conseguenza di quei fatti!
Se nel 1987 non fosse sorto Hamas a togliere potere ad Al-Fatah e prendendo il potere in particolare a Gaza, instaurando nella striscia un regime di terrore che ha vessato e ucciso omosessuali, ha impedito il libero studio delle donne ed ha imposto il giogo della Sharia, come sarebbe diversa la sorte di quella terra! Ahi, ahi, ahi, quanti crimini e quanto dolore allora e in conseguenza di quei fatti!
Se la dirigenza palestinese dei territori si fosse opposta in maniera seria ad Hamas e non fosse divenuta sempre più corrotta, perdendo di credibilità ed approfittandosi degli aiuti che giungevano da ogni luogo, come sarebbe diversa la sorte di quella terra! Ahi, ahi, ahi, quanti crimini e quanto dolore allora e in conseguenza di quei fatti!
Se gli Stati Uniti, sia con governi democratici che con governi repubblicani, avessero proposto con forza una linea chiara di gestione della situazione, obbligando le due parti a seguirla, pena l’abolizione degli aiuti e degli accordi economici con gli uni e con gli altri, come sarebbe diversa la sorte di quella terra! Ahi, ahi, ahi, quanti crimini e quanto dolore allora e in conseguenza di quei fatti!
Se l’intero mondo arabo, inerte e pauroso ogni volta che c’è da affrontare questioni che riguardano la libertà all’interno dell’Islam, avesse proposto soluzioni concrete e si fosse fatto carico di una situazione sempre più esplosiva, piuttosto che limitarsi a generiche raccomandazioni e comunque mai spalancando le porte ad una vera e profonda riforma delle istituzioni religiose e della condizione della donna e della libertà educativa, come sarebbe diversa la sorte di quella terra! Ahi, ahi, ahi, quanti crimini e quanto dolore allora e in conseguenza di quei fatti!
Se l’Europa, che non ha mai voluto determinare una sua linea concreta di soluzione e proporla con forza, Io non fosse rimasta inerte, in questa, come in tante altre situazioni, come sarebbe diversa la sorte di quella terra! Ahi, ahi, ahi, quanti crimini e quanto dolore allora e in conseguenza di quei fatti!
Se, anche nei confronti dei paesi vicini, gli USA e i loro alleati non si fossero schierati sempre a partire da interessi altri - come nel caso della lotta contro il presidente siriano compiuta pur di andare contro la Russia e generando l’ascesa al potere del gruppo degli integralisti che ora la governano - come sarebbe diversa la sorte di quella terra! Ahi, ahi, ahi, quanti crimini e quanto dolore allora e in conseguenza di quei fatti!
Se Hamas non avesse lungamente organizzato e poi portato a compimento l’attacco del 7 ottobre 2023, uccidendo tanti militari e ancor più tanti civili – 1300 persone - come sarebbe diversa la sorte di quella terra! Ahi, ahi, ahi, quanti crimini e quanto dolore allora e in conseguenza di quei fatti!
Se Hamas non avesse portato in Gaza gli ostaggi, ben sapendo che questo avrebbe potuto giustificare un’invasione israeliana, come sarebbe diversa la sorte di quella terra! Ahi, ahi, ahi, quanti crimini e quanto dolore allora e in conseguenza di quei fatti!
Se Israele non avesse attaccato Gaza e, pur di combattere Hamas, non avesse colpito anche civili vicini ai tunnel dove questi si nascondevano, come sarebbe diversa la sorte di quella terra! Ahi, ahi, ahi, quanti crimini e quanto dolore allora e in conseguenza di quei fatti!
Se Israele non avesse sfruttato la scusa e l’occasione del 7 ottobre per demolire qualsivoglia costruzione in Gaza e per spingere i palestinesi a fuggire altrove, generando terrore con uccisioni di ancor più numerosi civili che non hanno niente a che fare con obiettivi militari, come sarebbe diversa la sorte di quella terra! Ahi, ahi, ahi, quanti crimini e quanto dolore allora e in conseguenza di quei fatti!
Se Hamas, pur di salvare la popolazione di Gaza, avesse consegnato gli ostaggi – sembra ce ne siano ancora 47 - e reso le armi, rendendosi conto che ogni giorno di combattimento in più avrebbe fornito una scusa ad Israele per attaccare e distruggere ulteriormente, come sarebbe diversa la sorte di quella terra! Ahi, ahi, ahi, quanti crimini e quanto dolore allora e in conseguenza di quei fatti!
Se, con la scusa di quanto successo il 7 ottobre, Israele non avesse iniziato a proporre l’annessione definitiva dei territori, come sarebbe diversa la sorte di quella terra! Ahi, ahi, ahi, quanti crimini e quanto dolore allora e in conseguenza di quei fatti!
Se i palestinesi di Gaza e dei territori avessero collaborato a snidare Hamas o almeno fossero più simili ai palestinesi della parrocchia di Gaza, i quali, pur condannando aspramente l’azione di Israele, non incitano all’odio e alla guerra, bensì mostrano pazienza e desiderio di futura riconciliazione, come sarebbe diversa la sorte di quella terra! Ahi, ahi, ahi, quanti crimini e quanto dolore allora e in conseguenza di quei fatti!
Se non fosse diventato accetto il fatto che tutti possono attaccare in qualsiasi luogo della terra quelli che ritengono avversari, a partire dai palestinesi che colpirono addirittura nel corso delle Olimpiadi di Monaco o in Italia negli aeroporti o nelle sinagoga, proseguendo con al-Qaeda che colpì le Torri gemelle e con i terroristi che possono uccidere in qualsivoglia città, ma proseguendo anche con gli israeliani che colpirono gli attentatori di Monaco e poi altri in qualsiasi luogo della terra - uccidendo al contempo chiunque si trovasse nelle vicinanze - e passando anche per Obama che colpì Osama bin Laden e i suoi in Pakistan o l’Iran che sovvenziona Hezbollah in Libano o la Siria che la conquistò, come fa sempre Israele che attacca in Libano, in Iran, in Qatar o in altri paesi, come sarebbe diversa la sorte di quella terra! Ahi, ahi, ahi, quanti crimini e quanto dolore allora e in conseguenza di quei fatti!
Questa lamentazione, lunga e prolungabile ben oltre quanto già scritto, è la mia opposizione e il mio corteo di contestazione contro questa escalation di violenza che rende sempre più difficile una soluzione.
Si dice “incancrenita” una situazione che, essendo andata ben oltre i tempi e i limiti di una possibile guarigione, versa ormai in putrefazione, portando quasi a disperare di una soluzione.
Quando gli odi divengono sempre più grandi, i pochi spiragli di soluzione si riducono ulteriormente. Sono pochi quelli che sembrano avvertirlo e lo dichiarano e, fra questi, certamente è il patriarca dei latini Pizzaballa.
Egli non è per niente neutrale, ma non smette di lasciar intendere che le proteste possono avvelenare ancor più la situazione che già sembra irreversibile ad uno sguardo puramente umano e, soprattutto, non giovano a niente e non aiutano chi si trova lì, esattamente lì, dove nessuno vuole risolvere al momento le questioni e forse nemmeno sa quali sarebbero i presupposti per rendere praticabile una soluzione nemmeno fra cinquecento anni.
Le lamentazioni sono di chi si rende conto della tragicità del momento.
Le lamentazioni permettono di infrangere e contestare lo schema del nostro tempo ideologico che si illude e illude che esistano soluzioni sempre e comunque, a partire dalle proprie considerazioni su chi sia nel giusto e chi nel torto.
La Chiesa sa, per esperienza, che non basta avere ragione per combattere una guerra, per fare una manifestazione, per indire uno sciopero. Anzi a volte può essere controproducente e chi ha ragione è meglio che si arrenda.
Gesù, infatti, ha affermato:
«Quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l’altro è ancora lontano, gli manda dei messaggeri per chiedere pace» (Lc 14,31-32).
Se non ho le forze, meglio una resa che la pretesa di avere ragione, anche se avessi ragione – proprio le lamentazioni mostrano che la situazione è più complessa.
E se realisticamente fosse meglio chiedere ad Hamas di consegnare gli ostaggi e di rendere le armi, per salvare vite umane?
È la storia stessa ad insegnare che esistono situazioni molteplici in cui è meglio temporeggiare, anche se si avesse ragione. Si pensi, ad esempio, al lungo processo dell’Unità d’Italia, dove i re e Cavour hanno combattuto più guerre, ma aspettando sempre il momento adatto per avanzare e solo quando le condizioni erano favorevoli, ad esempio quando la Francia era in crisi. L’Italia venne unificata non solo sostenendo che quella era la scelta moralmente giusta, bensì con una politica seria e accorta, capace di individuare soluzioni concrete, con un’azione che durò decenni, capace anche di arrestarsi quando era preferibile attendere.
E se esistessero situazioni che non si possono risolvere al momento, se non lavorando sul cambiamento dei cuori e delle menti?
Si ponga mente al fatto che la terra di Israele e Palestina misura circa settanta chilometri di larghezza e, se non vi è un buon rapporto fra popolazioni, ogni azione violenta è possibile tanto sono brevi le distanze. E se esistessero situazioni irrisolvibili proprio perché al momento si sommano alle condizioni geografiche quelle di rancore umano?
Questo vuol dire infrangere il presupposto ideologico su cui si basa tutto il pensiero moderno che l’uomo può tutto e che basta dichiarare chi ha torto e chi ha ragione perché una cosa si realizzi.
Ebbene non è così. Per questo è bene lamentarsi.
Esiste un’altra attestazione dell’impotenza della situazione. Chi manifesta non si rende conto di manifestare contro e dentro un’Europa di centro-sinistra: manifesta fingendo di non essere al governo, quasi che i cortei dovessero portare ad un cambiamento di governo europeo.
I manifestanti appartengono alla stessa parte politica di chi governa ed è proprio chi governa – in questo caso il centro-sinistra europeo – che non ha la minima idea di cosa si debba fare concretamente, perché una cosa è fornire patenti di moralità, un’altra è avanzare proposte in un contesto complesso e immorale come è la guerra israelo-palestinese.
Nessuno ha mai risolto niente, né Israele, né la sinistra israeliana, né la destra israeliana, né l’OLP, né Al-Fatah, né Hamas, né gli USA democratici, né quelli repubblicani, né l’Europa di centro-sinistra, né i paesi arabi, né la Turchia, né la Russia, né la Cina, né l’ONU, né il mondo intero.
La retorica dell’intellighenzia e del “politicamente corretto” cerca di far sentire ognuno colpevole di quanto sta succedendo, liberando invece dalle responsabilità o i palestinesi o Israele, a seconda del proprio schieramento politico. Ma è colpa nostra se ogni parte ha ascoltato le lamentazioni della propria parte e ignorato quelle dell’altra? E come ascoltarle insieme? Suggerite ipotesi concrete di lavoro e vi seguiremo.