Nei nomi dei bimbi letti a Monte Sole c'è la forza della nuda verità. In quella straziante litania, tutta la disumanità di un conflitto. E quella domanda: perché anche dinanzi alla lacrima di un bambino non ci si ferma? Cosa abita di così ottenebrato nel cuore umano?, di Davide Rondoni
Riprendiamo da Avvenire un articolo di Davide Rondoni, pubblicato il 17/8/2025. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. Per ulteriori testi, cfr. le sezioni Giustizia e carità e Contro la guerra.
Il Centro culturale Gli scritti (1/9/2025)
Il gesto del cardinale Zuppi ha commosso tantissime persone. Pronunciare il nome dei bambini come in una straziata litania, senza fare differenze tra quelli di una parte o l’altra, ha fatto sentire tutta la disumanità di un conflitto.
La Chiesa quando è capace di gesti grandi o piccoli di profonda umanità, come nel recente Giubileo dei Giovani o in tanti segreti gesti di carità e vicinanza, mostra la sua vera potenza. Accade tante volte, anche nel segreto.
E quando avviene come in questo caso davanti a tutti è perché avviene tante volte, come sa bene il cardinale, nel segreto di tanti gesti anonimi, fatti con la medesima fede e la medesima carità. Una potenza che non è “potere”, ma la rarissima capacità di raggiungere il cuore delle persone.
E non in modo solo emotivo e momentaneo, come accade, che so, per un grande concerto, ma in un modo che sommuove le fibre dell’essere. Lo raggiunge con una forza eloquente che si chiama nuda verità. Che quando è tale è sempre una forza commovente, una forza che abbraccia e non è solo giusta.
E il gesto del cardinale, compiuto in un luogo di sacrificio e di guerra, ha risvegliato alcune domande che non posso, non voglio evitare. La prima riguarda il “perché” non ci si ferma, come ha chiesto lui, chiedendo anche se abbiamo fatto tutto quel che è possibile per fermare lo scempio.
Già, perché anche dinanzi alla lacrima di un bambino, come ricorda il Dostoevskij citato dal cardinal Zuppi, non ci si ferma? Cosa abita di così ottenebrato nel cuore umano da consentire azioni di questo genere?
Il fratricidio è il peccato originale, ha detto citando Arturo Paoli. Forse la tenebra sta addirittura prima del gesto fratricida che la esprime.
Forse dobbiamo ammettere, con la coscienza che solo la Chiesa insegna d’esser tutti peccatori, che c’è in tutti noi una possibilità di male, un peccato originale che avvelena la nostra volontà e libertà. Il peccato di mettersi contro Dio, di voler essere Dio.
Da questo nasce il fratricidio, perché senza Padre l’altro non è più visto come un fratello ma un ostacolo o un nemico. È terribile che questo avvenga in zone del mondo segnate da una certa cosiddetta osservanza religiosa.
Tale oscura forza occorre considerare, per non dividere il mondo in vittime e carnefici in modo semplicistico, e per non sentirsi mai superiori a nessuno.
Non ci si ferma in tante occasioni. E quando è così imponente la forza del peccato originale (che nella Bibbia è istigato dal demonio) allora si è tutti più sgomenti.
E non basta, dico a me stesso, solo sperare in una pur giusta pace o meglio in una tregua. Non basta. Perché la pace con cui i cristiani si salutano è il saluto del Risorto, non è la tregua che i potenti possono, speriamo, assicurare.
È la pace di Dio, annunciata da uno che può dire alle madri di tutti quei bambini «tuo figlio risorgerà». Se no sarebbe pace solo per i superstiti. Una pace comunque “ingiusta”.
I cristiani ripetono quel saluto del Risorto perché sanno che solo da Lui viene la pace nei cuori, anche quando si subiscono le angherie più gravi e le perdite più orrende. Dai potenti verranno, speriamo, le tregue, come il fortissimo gesto del cardinale ha invocato.
E a tutti quei nomi la pace la darà il Risorto, io ne sono certo. Come sono certo che quei bambini giocano già con il loro conterraneo Gesù che già nel Vangelo scandalizzava i ben pensanti e gli amanti dell’ordine dicendo che lasciassero i bambini andare da Lui.
Quei nomi li sta ripetendo Lui per chiamarli a giocare, nel mistero del Suo amore.