Roma e chi la abita: vivere nel pericolo e nel pantano. Siamo eroi. Breve nota di Andrea Lonardo

- Scritto da Redazione de Gliscritti: 27 /05 /2025 - 20:18 pm | Permalink | Homepage
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Riprendiamo sul nostro sito una nota di Andrea Lonardo. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. Per ulteriori testi, cfr. la sezione Roma e le sue basiliche.

Il Centro culturale Gli scritti (27/5/2025)

Guerra e pantano. Questi sono i due aspetti che mi tornano in mente pensando a Roma, ogni mattina.

1/ Guerra

Guerra. Roma è pericolosissima, basta prendere la macchina per raggiungere qualcuno ad un qualche appuntamento.

Ognuno sa che dovrà combattere. “Combattere” nel vero senso della parola. Che possono farti male, tagliandoti la strada o obbligandoti a cambiare corsia con auto in doppia o tripla fila. Ma anche che tu puoi fare male a qualcuno che in bici o in motorino o in monopattino o in qualsivoglia altro veicolo ti taglia la strada a destra o a sinistra o sbuca da qualche parte, quando meno te lo aspetti. Se non incontri poi qualcuno che non solo impreca, ma che scende dalla macchia e vorrebbe spaccarti la faccia. Una donna, poi, specie se bella, sa che ad ogni fermata in metro o in bus dovrà affrontare corteggiatori importuni se non ancora di peggio, senza avere pace, ma dovendo affrontare ogni secondo qualcuno e qualcosa. 

In guerra ci sono feriti e morti. Quando un romano torna a casa, se trova parcheggio, emette un sospiro di sollievo: «Anche oggi, nessuno ferito!».

2/ Pantano

A Roma tutto richiede tempi biblici – il riferimento è alle età è dei patriarchi pre-diluviani, dai centotrenta ai novecento anni.

Per ottenere una qualsivoglia decisione su di un problema, un accompagno, un permesso per occupare un metro quadrato di suolo pubblico, una visita medica specialistica a prezzi non onerosi, una qualche scelta che debba essere presa da chi di dovere o da un gruppo collettivo di persone: tempi biblici.

“Eternità”, non nel senso della vera eternità, ma mesi e mesi prima di vedere una qualche luce e poi, un attimo dopo, quando tutto sembra finalmente risolto, un nuovo rimando di altri mesi e mesi o addirittura di anni.

A Roma si cammina come in un pantano, come su sabbie mobili, dove tutto può arrestarsi in un attimo per mesi o per secoli.

Anche qui vale l’immagine del traffico. Parti per un tragitto che abitualmente richiede mezz’ora e – non si capisce perché – tutto improvvisamente rallenta e il tempo si triplica o quadruplica.

Ma così è dell’amministrazione, dei permessi, delle decisioni di breve, medio o – figuriamoci! – di lungo periodo.

I romani hanno pazienza da vendere.

3/ L’eroismo di chi affronta la guerra e il pantano

Siamo eroi – diciamocelo almeno.

La vita a Roma è difficilissima e durissima. Richiede spalle larghe.

Sopravvivere e addirittura diventare protagonisti, sorridere e infondere speranza, dare segni di allegria e progettare a lungo termine sono atti di ordinario eroismo.

Coraggio, romani, siamo eroi.

Continuiamo a mettercela tutta, però.