“Pettegolezzo” proviene etimologicamente da “peto”, “scoreggia”. Il pettegolezzo è un’aerofagia di chi non controlla lo stomaco ed emette puzze in maniera incontrollata. Breve nota di Andrea Lonardo, con un testo dal sito Una parola al giorno
1/ Breve nota etimologica e sociologica sulle persone e gli ambienti in cui si sviluppa il pettegolezzo, di Andrea Lonardo
Riprendiamo sul nostro sito una nota di Andrea Lonardo. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. Per ulteriori testi, cfr. la sezione Vita.
Il Centro culturale Gli scritti (23/10/2024)
Interessante è l’etimologia del termine “pettegolezzo”: viene da “peto”, da “scoreggia”.
La sapienza antica coglie una similitudine fra la scoreggia, che proviene dall’accumulo di aria puteolenta nello stomaco, che si accumula per una cattiva digestione, e che il soggetto fa fuoriuscire, quando non controlla bene il proprio corpo.
In effetti, così è il pettegolezzo: esso è l’emissione di puzze da parte di chi ha acidità di stomaco mentale. I pettegoli sono persone di ristretta prospettiva mentale che si esprimono ricamando su cacabandole varie di altri, spesso per invidia, non avendo niente di meglio da masticare e da digerire.
Come diceva anni fa il libretto che fu famoso Volevo i pantaloni di Lara Cardella:
«Dalle mie parti, quasi nessuno è veramente cattivo e il gusto del pettegolezzo non è, come molti pensano un’azione spregevole per gente maligna. Il mio paese non ha mai offerto granché, nessuna attività, nessun divertimento e, nell’inerzia fisica, si sviluppano gli ingegni.
In realtà, la sparlatina è un’attività di eccelsa fantasia, un’arte fatta di coloriture, di piccoli dettagli, quasi un intarsio. Non è il semplice raccontare i fatti altrui, è molto di più. È un modo come un altro per sviluppare le proprie doti mentali, una gara di fantasia. Forse non è proprio di buon gusto, ma ognuno si accontenta di quel che gli si offre».
2/ Pettegolezzo, dal sito Una parola al giorno
Riprendiamo dal sito Una parola al giorno (https://unaparolaalgiorno.it/significato/pettegolezzo) un testo pubblicato il 7/1/2019. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. Per ulteriori testi, cfr. la sezione Vita.
Il Centro culturale Gli scritti (23/10/2024)
Pettegolezzo
pet-te-go-léz-zo
SIGNIFICATO Chiacchiera indiscreta, malevola, oziosa
ETIMOLOGIA da pettegolo, voce di origine veneta, derivato di peto.
Il giudizio sociale cristallizzato in questo termine non è dei migliori, e ha un’intelligenza graffiante, sarcastica: il pettegolezzo viene presentato qui come un’incontinenza analoga a quella di un peto - non sto scherzando, potete controllare su qualunque dizionario etimologico.
La chiacchiera indiscreta sui fatti altrui, volentieri maliziosa se non proprio malevola, sempre oziosa, prende il carattere dell’invariabilmente inopportuno, sfuggito alle spalle assecondando ventralmente e senza troppo pensiero una pressione interiore: il pettegolezzo, come il peto, per trovare espressione richiede una rapida occhiata intorno, una certa dissimulazione, se fa ridere fa ridere dello sgradevole, conta sulla complicità ma può produrre imbarazzo, indurre a fingere di non aver sentito. Una sintesi d’immagine, un’analogia strabiliante, e non può non far pensare che nella storia della lingua sono esistiti grandi poeti inventori di parole, di cui nessuno conosce il nome.
Quindi il collega pettegolo, davanti alla macchinetta del caffè, si produce in borbottii irrichiesti sulle nuove sentimentali dell’ufficio, la rivista imperniata sui pettegolezzi ha la stessa caratura intellettuale del comico che fa ridere spernacchiando, vibrano sonoramente le notifiche della chat con gli ultimi pettegolezzi su Tizio.
Ma non si diano sul pettegolezzo, così come sul peto, solo giudizi recisi seri e paludati: il pettegolezzo è uno strumento essenziale, per un gruppo. Con la sua indiscrezione apre un confronto discreto sulla complessità degli equilibri sociali: la malizia e l’oziosità della chiacchiera hanno la loro insospettabile utilità, sono anch’esse vie di conoscenza, forse, in una certa misura, perfino di ordine e armonia.