Il ricordo nell’aria, di Adam (15 anni). Breve racconto scritto da un quindicenne in memoria di zia Annamaria

- Scritto da Redazione de Gliscritti: 19 /08 /2024 - 11:02 am | Permalink | Homepage
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Riprendiamo sul nostro sito un breve racconto scrittoi da Adam, un giovane di 15 anni, in memoria di zia Annamaria e donato al figlio della zia, Giorgio Sarao. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. Per ulteriori testi, cfr. le sezioni Adolescenti e Maestri nello Spirito.

Il Centro culturale Gli scritti (18/8/2024)

In un piccolo quartiere di Roma, viveva un ragazzo di quindici anni di nome Lorenzo. Era un ragazzo come tanti, con le solite preoccupazioni legate alla scuola e una certa indifferenza verso ciò che non riguardava direttamente la sua vita. Era abituato alla sua routine: andava a scuola, giocava con gli amici e passava il resto del tempo immerso nel mondo digitale, cercando di sfuggire alle preoccupazioni e alle responsabilità.

Nel suo palazzo viveva anche una donna anziana di nome Anna, che tutti conoscevano ma che pochi frequentavano. Era una figura curiosa, sempre seduta sul balcone a leggere o a osservare la vita scorrere sotto di lei. Lorenzo la vedeva ogni tanto quando passava con la madre per di là, ma non avevano mai parlato più di qualche saluto cortese e una chiacchiera.

Anna era una di quelle persone che la vita aveva scolpito con il tempo, lasciandole un’aria di saggezza silenziosa. Pur non essendo mai stata vicina a Lorenzo, aveva sempre notato il giovane con la sua aria distratta e frettolosa. A volte si chiedeva come sarebbe stata la sua vita alla sua età.

Un giorno, inaspettatamente, la notizia della morte di Anna si diffuse nel palazzo. La vecchia donna era spirata nel sonno, silenziosamente, proprio come aveva vissuto fino a quel momento. Lorenzo venne a sapere della sua morte da sua madre, che gli raccontò dell'evento

All’inizio, la notizia non ebbe un grande impatto su Lorenzo. Non la conosceva davvero, dopotutto. Ma nei giorni successivi, un pensiero iniziò a rimbalzare nella sua mente: la consapevolezza che quella figura silenziosa, che era sempre stata parte del suo mondo, non c'era più. C'era qualcosa di più in quella perdita, qualcosa per la quale fermarsi e riflettere.

Un pomeriggio, mentre tornava da scuola, Lorenzo notò la porta dell’appartamento di Anna socchiusa. Incuriosito, si avvicinò e vide che stavano sgomberando la casa. Un impulso lo spinse a entrare, forse per la prima volta davvero interessato a chi fosse stata quella donna che aveva sempre visto, ma mai conosciuto.

L'appartamento era modesto, pieno di oggetti che raccontavano una vita vissuta a pieno: libri, fotografie sbiadite, vecchi dischi. Frugando tra le cose, Lorenzo trovò un diario. Era il diario di Anna, un resoconto della sua vita negli ultimi anni. Senza pensarci, Lorenzo lo prese e lo portò a casa con sé.

Quella sera, si sedette sul letto e iniziò a leggere. Le pagine erano piene di riflessioni, ricordi, pensieri intimi che gli aprirono una finestra su un mondo che non aveva mai visto. Anna aveva vissuto una vita piena di esperienze, di dolori e gioie, di sogni e delusioni. Ma c’era una cosa che colpì Lorenzo più di tutte: la serenità con cui parlava del tempo che passava, della solitudine che l’aveva accompagnata, e della consapevolezza che ogni giorno era un dono.

Lorenzo trovò in quelle pagine qualcosa di più di una semplice storia di vita; trovò una sorta di guida, un consiglio su come affrontare le sfide della propria vita. Iniziò a vedere la vita in modo diverso, con meno superficialità. Le parole di Anna gli insegnarono a cercare un significato più profondo nelle piccole cose, a non lasciarsi trascinare dalla corrente.

Nei giorni che seguirono, Lorenzo si ritrovò spesso a ripensare a ciò che aveva letto. Cominciò a osservare il mondo intorno a lui con occhi nuovi, a prestare più attenzione a ciò che prima non considerava. Iniziò a partecipare a qualche attività nel quartiere, come il volontariato in una mensa per i poveri, e a interessarsi di più ai suoi studi, spinto dal desiderio di capire di più e di conoscere meglio la vita.

Lorenzo solo così capi che la vita può sorprendere anche quando meno te lo aspetti, e che ogni incontro, anche il più insignificante, può lasciare un segno profondo se solo sei disposto a lasciarti toccare.