Di un anno che è passato nel servizio e delle vacanze: è quel bene compiuto che dà senso alle vacanze, di Andrea Lonardo

- Scritto da Redazione de Gliscritti: 11 /08 /2024 - 22:49 pm | Permalink | Homepage
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Riprendiamo sul nostro sito una nota di Andrea Lonardo. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. Per ulteriori testi, cfr. le sezioni Tempo libero e Vita.

Il Centro culturale Gli scritti (11/8/2024)

Si potrebbe pensare a torto che il sentimento fondamentale delle nuove vacanze sia quello di dimenticare il passato e pensare ad altro.

Non è così. Le vacanze hanno senso solo in quanto momento di vita che segue un anno speso bene, un anno in cui si è lavorato, un anno in cui si è fatto del bene, un anno in cui si è stati fedeli alla propria vocazione.

Il primo sentimento non è distrarsi, bensì esser soddisfatti del lavoro compiuto, ripensare alle scelte fatte, ai frutti e alla fatica che si è fatta e non invano.

Esiste un nesso indissolubile fra il vero riposo (il sabato e la domenica ebraico-cristiane e le vacanze) e il lavoro degli altri sei giorni, nel lavoro compiuto “a regola d’arte”.

Senza quel lavoro a regola d’arte non solo le vacanze sarebbero immorali, ma sarebbero anche senza gusto, perché sarebbero solo una fuga momentanea.

Questo duplice sguardo caratterizza la cultura ebraico-cristiana.

Da un alto la consapevolezza della dignità del lavoro, che viene da Dio stesso, che è benedetto: chi lavora male, bestemmia, chi non lavora come dovrebbe, tradisce Dio. Quanto sarebbe prezioso il recupero di questo sguardo in tanti e quale annunzio di novità, se penetrasse in culture che non hanno ancora mai ricevuto tale proclamazione e sono abituate al lavoro e allo studio approssimativi.

Ma, dall’altro, il riposo, il giorno settimanale e le vacanze, come corrispettivi di gioia e di grazia, proprio perché si è faticato, spendendosi con tutto il proprio essere, la propria dedizione, la propria intelligenza,

Lavoro e vacanza, due aspetti di un’unica realtà, la vita.

Solo nella relazione essi hanno senso.

Andare in vacanza sapendo di aver fatto del proprio meglio: ecco il riposo giusto e buono, prima ancora di ciò che si farà e dei luoghi in cui si andrà e delle persone che si conosceranno.

La vacanza è uno sguardo indietro, prima ancora che uno sguardo in avanti.