Scoperto il muro di sostegno e di difesa della basilica e del patriarchio del Laterano (non il patriarchio, come affermano a torto talune news). Breve nota di Andrea Lonardo sui recenti scavi giubilari in piazza San Giovanni a Roma

- Scritto da Redazione de Gliscritti: 21 /07 /2024 - 23:30 pm | Permalink | Homepage
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Riprendiamo sul nostro sito una nota di Andrea Lonardo. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. Per ulteriori testi, cfr. le sezioni Roma e le sue basiliche e Alto medioevo.

Il Centro culturale Gli scritti (21/7/2024)


Le mura di difesa e di sostruzione riprese dal drone. La zona scavata rettangolare che si vede nella foto dall'alto non indica un "quadrato" di particolare interesse archeolopgico, bensì è lo spazio sotterraneo che è stato predisposto per la cisterna che servirà al funzionamento delle fontane nella nuova sistemazione architettonica della piazza. 

La basilica e il patriarchio hanno una quota di 7 metri più alta rispetto alla Porta Asinaria e gli spazi aperti dinanzi alla basilica – a mo’ di piazza – erano protetti da una cinta muraria che doveva avere un duplice scopo, sia difensivo, sia di sostruzione di tale spazio rispetto al pendio stesso.

Tale cinta muraria è la grande scoperta emersa dagli scavi per la risistemazione giubilare dell’area della piazza di San Giovanni in Laterano - sotto la direzione dell’archeologa dott.ssa Simona Morretta, responsabile scientifico dello scavo della Soprintendenza.

Le mura, unitamente al dislivello, aiutano a capire come, proprio dal lato delle mura Aureliane - opposto agli spazi in cui si estendeva l’antico patriarchio, cioè la residenza del vescovo di Roma e della sua Curia – venne eretta a partire dall’alto medioevo una recinzione.

Ai tempi di Costantino e di Elena la basilica del Laterano comunicava direttamente con il palazzo imperiale, già dei Severi, che era stato ristrutturato con la trasformazione di una grande aula divenuta la basilica di Santa Croce in Gerusalemme, poiché Elena – che può essere considerata la prima archeologa – vi aveva fatto trasportare terra dallo sterro di Gerusalemme, dove aveva fatto erigere l’Anastasis o Santo Sepolcro.

Ma, a partire dal IX secolo, venne costruito un muro a difesa dell’intero complesso (basilica e patriarchio).


Le mura di IX secolo con grossi blocchi di tufo


Le mura di IX secolo con grossi blocchi di tufo

Gli archeologi hanno attribuito la prima costruzione di atle muro alla metà del IX secolo, anche per la presenza della ceramica invetriata (a vetrina pesante), detta Forum Ware, caratteristica di quel periodo.


La ceramica Forum Ware (quella scura con foro al centro e "gocce")

Tutto lascia pensare che la prima costruzione di tale muratura possa essere contemporanea alle Mura Leonine, costruite intorno a San Pietro, dopo che gli arabi la saccheggiarono nell’anno 846 insieme alla basilica di San Paolo, entrambe fuori della cinta muraria cittadina.

I saraceni entrarono nel Tevere da Ostia e, non riuscendo a superare le mura, attaccarono le basiliche al di fuori di esse.

Come racconta il Liber pontificalis, papa Leone IV decise allora la costruzione delle Mura che tuttora cingono la basilica di San Pietro – più tardi papa Giovanni VIII aveva fatto lo stesso con la basilica di San Paolo – in vista di nuovi attacchi (cfr. su questo Gli attacchi saraceni (arabo-musulmani) nel Lazio del IX secolo e il potere temporale del vescovo di Roma nell'alto medioevo: fonti letterarie ed evidenze materiali e archeologiche, di Andrea Lonardo).

A quel tempo tutti i centri del Mediterraneo dovettero ritirarsi dalla costa – è il caso, vicino Roma, dell’attuale porto di Civitavecchia che si trasferì a Cencelle (divenendo appunto “città vecchia” in quanto abbandonata per la nuova) o di Cerveteri che si trasferì a Ceri (divenendo appunto “Ceri vecchia” in quanto abbandonata per la nuova Ceri), poiché nessun luogo costiero fu sicuro per circa un secolo (cfr. su questo -Cencelle, “muto” testimone degli attacchi musulmani nel Lazio del I millennio. Breve nota di Andrea Lonardo (con alcuni testi dal sito ufficiale degli scavi a cura dell’Universià di Roma La Sapienza
-Breve cronologia degli attacchi saraceni (termine con cui si designano gli attacchi arabo-islamici del primo millennio) nel Mediterraneo, nella penisola italiana, in quella ispanica, in Provenza e sulle Alpi, di Andrea Lonardo).
-[Commercio, saccheggio, schiavismo e pirateria nel Mediterraneo a partire dall’invasione islamica nel I millennio, negli studi di David Abulafia]. Un mare in atrofia. 600-900 d.C., di D. Abulafia).

Si può ragionevolmente ipotizzare che, come si provvide alle mura intorno San Pietro, così i pontefici decisero di proteggere anche il Patriarchio stesso in maniera che subito dopo le mura cittadine (anch’esse restaurate in quegli anni per gli stessi motivi) eventuali invasori si trovassero dinanzi ad una seconda cinta difensiva, sebbene meno imponente delle mura Aureliane stesse.

Gli archeologici non sono giunti nello scavo fino alla base delle mura del Laterano del IX secolo, perché ciò avrebbe richiedesto un lasso di tempo molto maggiore dei mesi che ancora separano dal giubileo del 2025, ma è evidente che la struttura muraria è costituita da blocchi di tufo di una certa grandezza, quasi sicuramente di reimpiego. 

L’esistenza di restauri, successivi nel tempo, di queste mura è provato dal fatto che le mura del IX secolo presentano una fasciatura da ambo i lati, cioè da quello interno e da quello esterno, fatta in blocchetto di tufo più piccoli e da una serie di contrafforti.


La fasciatura interna ed esterna delle mura di IX secolo, quindi di età successive


Le mura del XIII e del X-XI secolo

Più oltre, procedendo in direzione verso la basilica è evidente un muro di saldatura, con blocchetti più regolari e con contrafforti, che viene datato dagli archeologi al XIII secolo il quale si lega poi ad una sezione più breve e più irregolare databile ai secoli X-XI, per poi continuare in una maniera che non è stato possibile indagare estesamente verso ovest, cioè in direzione della facciata – segno che si ritenne utile difendere il luogo forse anche perché - soprattutto a partire dal X secolo, il cosiddetto “secolo di ferro” - Roma dovette assistere a frequenti lotte fra le famiglie romane che si contendevano l’accesso al papato e il governo della città.

Le mura di X-XI secolo e quelle di XIII secolo sono ad una quota superiore rispetto a quelle di IX secolo.


Punto di congiunzione fra le mura del XIII secolo e quello del X-XI 

Prima dello scavo odierno non si era a conoscenza dell’esistenza di un tale muro di difesa del Laterano altomedioevale e poi basso medioevale, anche perché esso dovette essere poi demolito nei secoli, poiché, evidentemente, venne ritenuto non più necessario.

Il fatto che la scoperta sia avvenuta solo ora dipende poi dal fatto che, in quella zona, non si era mai scavato in età moderna e i precedenti interventi per la sistemazione della piazza non erano andati più in profondità di 50 centimetri.


Muro collassato, probabilmente a motivo della pendenza

Nello scavo sono emerse anche fondazioni a reticolo di una certa grandezza che si ipotizza siano da riferire all’età Severiana (III secolo), forse in relazione con i Castra Nova equitum singularium – le caserme che furono della guardia del corpo di Massenzio - e che sono documentate negli scavi sottostanti la stessa basilica lateranense e tuttora visitabili con accesso dal lato del Battistero.

L’antico patriarchio si trovava nella zona dell’attuale Scala Santa (il Sancta Sanctorum era la Cappella privata del papa, mentre l’abside tuttora visibile da piazza San Giovanni era pertinente al refettorio), ma comprendeva anche la zona dove sorge ora il Palazzo del Vicariato - lì era l’Aula detta del Concilio, proprio dove è la facciata dalla quale si accede oggi al Palazzo stesso.

Del complesso faceva parte anche l’Ospedale Lateranense o del SS. Salvatore o di San Giovanni, dove venivano ospitati i Pellegrini – vi dormì anche Francesco d’Assisi quando si recò dal papa in Laterano per chiedere l’approvazione della Regola (cfr. su questo Il Palazzo e l’Ospedale Lateranense del SS. Salvatore, ora Ospedale di San Giovanni in Laterano, in particolare Storia ed arte del Complesso Ospedaliero S. Giovanni-Addolorata [L’antico Ospedale del SS. Salvatore], di Cinzia Martini, incluso nel testo citato).