Quando il centro-sinistra, al posto di fare auto-critica, si limita ad accusare l’altra parte, evidenzia purtroppo il perché della propria sconfitta elettorale, dovuta non alla bravura della controparte, ma alla propria pochezza politica, incapace di una seria analisi delle questioni. Breve nota di Giovanni Amico
Riprendiamo sul nostro sito una nota di Giovanni Amico. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. Per ulteriori testi, cfr. le sezioni Politica e Politica internazionale.
Il Centro culturale Gli scritti (30/6/2024)
In questi giorni la supponenza tipica dell’intellighenzia che ritiene di avere sempre ragione sta rovinando ancora una volta il centro-sinistra. Esso si è limitato a lamentare la propria divisione in sottogruppi, quasi che fosse essa sola il motivo della sconfitta a livello europeo della propria parte.
Ben più radicale è invece la riflessione che andrebbe aperta.
L’incapacità di saper parlare alla gente di questa generazione, soprattutto il non saper vedere i problemi e il non saperli affrontare sono le grandi questioni sotto gli occhi di tutti.
Una sventolata solidarietà che si rivela “fuffa”, fa sì che la nazione – e l’intera Europa – dia fiducia alla contro-parte di destra non per la bravura di quei leader, ma per l’evidente incapacità risolutiva del centro-sinistra europeo che è stato finora al governo.
È grave utilizzare sempre e comunque le tematiche del gender per fingersi attenti ai diritti e per distogliere, invece, l’attenzione dal fatto che sulle questioni serie dell’integrazione dei migranti, di un maggiore equilibrio sociale fra gli intellettuali e la povera gente, così come sulle questioni della disoccupazione e del lavoro, non ci siano proposte serie e praticabili all’orizzonte.
La mancanza di fiducia verso i politici del centro-sinistra porta a preferire comunque un voto diverso, pur di non tornare a votare chi ha già dimostrato incapacità di intervento in tempi che sono difficili e che lo diventeranno ancor più.
Di una tale auto-analisi e di una nuova propositività ci sarebbe bisogno, non di accuse di fascismo e di razzismo che si rivelano inconcludenti e lasciano solo temere che le piazze diventino ancora più calde.