Quante volte si sente dire che l’eccezione cattolica italiana non è tale e che anche il cattolicesimo italiano è in crisi. Raramente si sente dire, però, che ci sono eccezioni ben più serie, come le religioni dure a cui la sociologia non ci aveva preparato, e che ci sono regimi comunisti duri che nessuno si aspettava di dover ancora affrontare. Breve nota di Giovanni Amico

- Scritto da Redazione de Gliscritti: 26 /05 /2024 - 23:33 pm | Permalink | Homepage
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Riprendiamo sul nostro sito una nota di Giovanni Amico. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. Per ulteriori testi, cfr. le sezioni Cattolicesimo e Dialogo fra le religioni.

Il Centro culturale Gli scritti (26/5/2024)

Eccezione italiana: si utilizza quest’espressione per negarla. Con “eccezione italiana”, infatti, si intende la persistenza del cattolicesimo nella penisola, che si riteneva meno fragile di quello di altri paesi europei, e che invece, forse, si indebolisce esattamente anche in Italia come in altre nazioni.

Ma il termine “eccezione” dovrebbe essere usato in sociologia per indicare altre persistenti anomalie sociologiche, ben più forti della debole “eccezione italiana”.

Si pensi ai paesi a maggioranza islamica dove tanti aveva hanno ipotizzato, a torto, un indebolimento e uno svanire dei principi religiosi.

Si vede chiaramente, invece, come nei paesi d’origine, ma anche nei migranti di terza e quarta generazione, la “durezza” della visione religiosa sia persistente, ad esempio in relazione alla donna e alla sessualità.

È una vera “eccezione religiosa” sulla quale la laicità occidentale non fa alcuna presa.

Tali forme religiose “dure” e non “morbide” come è invece il cattolicesimo nostrano che, in fondo, si adatta a tutto, sono vere e proprie eccezioni che vengono sempre più percepite come tali soprattutto nel nord Europa, dove interi quartieri sembrano ormai vivere con logiche ben diverse di quelle del femminismo, del gender e della libertà morale.

Lo stesso si deve dire di regimi “comunisti”, non solo come quello nordcoreano, ma anche come quello cinese o quello birmano. Nonostante l’ingresso di principi liberistici e capitalistici da un punto di vista economico, tali regimi restano assolutamente ostili alla libertà religiosa, in maniera assolutamente inaspettata rispetto agli standard occidentali che sono abituati all’equazione “capitalismo=libertà religiosa”.

Lo stesso dicesi - per tornare a questioni religiose – dell’induismo che si rivela un’“eccezione” rispetto alla fragilità della visione religiosa laica ed europea, con una “durezza” di posizioni che la sociologia non aveva certo previsto nel post-moderno.

Anche la persistente durezza dell’avversione al cattolicesimo in Italia, con una cristianofobia crescente, che si avvicina ad altre ben più gravi, come quella francese, non era prevista e si configura come un’eccezione rispetto alle “previsioni” sociologiche dei decenni passati.