Quando Francesco d’Assisi sente il comando del Crocifisso di «riparare la sua chiesa», non pensa, come avrebbe fatto uno dei tanti “eretici” del suo tempo, alla Chiesa universale, alla Chiesa di Roma, ma più semplicemente alla piccola chiesa di San Damiano che stava davanti a lui e che cadeva in rovina. Ma egli non poneva le due opzioni in alternativa, di Annalisa Teggi
Riprendiamo sul nostro sito un post dal profilo FB di Annalisa Teggi, pubblicato il 18/5/2024. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. Per ulteriori testi, cfr. le sezioni Ecclesiologia e Francesco d’Assisi.
Il Centro culturale Gli scritti (26/5/2024)
«Secondo una felicissima intuizione dell’attore Riccardo Tordoni nel suo "Francesco polvere di Dio", quando san Francesco avverte l’invito che gli viene rivolto dal Crocefisso di «riparare la sua chiesa», non pensa, come avrebbe fatto uno dei tanti “eretici” del suo tempo, alla Chiesa universale, alla Chiesa di Roma, ma più semplicemente alla piccola chiesa di San Damiano che stava davanti a lui e che cadeva in rovina.
Egli non poneva le due opzioni in alternativa.
In quel momento esse si sovrapponevano, coincidevano. Erano la stessa cosa. Riparando la chiesetta campestre di San Damiano, Francesco è implicitamente convinto di contribuire al rinnovamento della Chiesa universale» (Mario Bertin)
Ci sono momenti in cui ci si ricorda meglio di quanto sia vero e incoraggiante, questo stare a servire le piccole cose in rovina che ci sono date e farlo con la coscienza di essere parte di una costruzione universale che va avanti dalla Creazione. Fa respirare e anche piangere, perché è qui - nel tessuto dei nostri inciampi - che dobbiamo curare e ri-curare.