G.K. Chesterton. I testi della serata Ascoltando i maestri
Riprendiamo sul nostro sito i testi che sono stati letti nel corso della serata dedicata a G.K. Chesterton del ciclo Ascoltando i maestri, il 12/4/2024. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. Per ulteriori testi, cfr. la sezione Letteratura.
Il Centro culturale Gli scritti (29/4/2024)
Testi scelti da Andrea Lonardo e adattati sotto la direzione artistica di Francesco D’Alfonso
Dall’Autobiografia
Piegandomi con cieca credulità, come son solito fare, alla mera autorità e alla tradizione dei miei maggiori, ingoiando superstiziosamente una storia che non mi fu possibile controllare a suo tempo con l'esperienza personale, io sono d'opinione fermissima di essere nato il 29 maggio 1874 a Campden Hill, Kensington, e d’essere stato battezzato secondo le formule della chiesa di Inghilterra nella chiesetta di San Giorgio.
Naturalmente ciò che io chiamo “prova del sentito dire”, o “prova umana”, può essere impugnata in teoria, come la controversia baconiana, e gran parte delle questioni dell'alta critica. Il racconto della mia nascita potrebbe essere falso. Io potrei essere l'erede, da lungo tempo diseredato, del Sacro Romano Impero, oppure un bambino che dei malfattori di Limehouse avessero lasciato sulla soglia di una porta di Kensington, destinato a sviluppare più tardi nella vita una spaventosa eredità criminale.
Alcuni fra i metodi dello scetticismo che vengono applicati alla questione dell'origine del mondo, potrebbero essere applicati alla mia origine, e un posato e serio studioso potrebbe venire alla conclusione che io non sono mai nato. Ma preferisco credere che il senso comune sia qualcosa che i miei lettori ed io abbiamo in comune, e che essi sapranno sopportare pazientemente uno scialbo sommario dei fatti.
Nacqui da genitori rispettabili ma onesti, cioè in un mondo nel quale la parola rispettabilità non era ancora un termine che indicasse soltanto disprezzo, ma riteneva qualche indistinta relazione filologica con l'idea di essere rispettato. Proprio durante la mia giovinezza, cominciò a mutarsi il significato di quel vocabolo. Ad ogni modo, appartenevano a quella borghesia inglese, di stampo piuttosto antico, che permetteva ad un uomo d'affari di curarsi dei suoi affari.
Ad essi non fu neppur concesso di intravedere quella visione più recente ed elevata, quella concezione del commercio più avanzata ed avventurosa, secondo la quale un uomo d'affari vien concepito come un rivale, che rovina, distrugge, assorbe ed ingoia gli affari di tutti gli altri.
Mio padre era un liberale, della scuola che esisteva prima che sorgesse il socialismo. Per lui era pacifico che tutte le persone ragionevoli ammettessero la proprietà privata, ma non si dava da fare per trasformarla in una pericolosa impresa privata.
La sua famiglia era di quelle a cui sorride sempre un successo sufficiente, ma difficilmente si potrebbe qualificarla intraprendente, in senso moderno.
da G.K Chesterton, Uomo vivo
Smith
Vengo a quest'ora disumana, contravvenendo alle buone norme, perché sono arrivato alla conclusione che l'esistenza è davvero qualcosa di schifoso. Conosco tutte le argomentazioni di chi la pensa diversamente, vescovi, agnostici, e gente come loro. E sapendo che voi siete la più grande autorità vivente tra i pensatori pessimisti......
Eames
Tutti i pensatori sono pessimisti.
Smith
È tutta una questione di calcoli errati. La falena vola intorno alla candela fino a bruciarsi, perché non sa che il gioco vale la candela. La vespa si ficca dentro la marmellata nel tentativo solerte e fiducioso di ficcarsi la marmellata nello stomaco. Allo stesso modo le persone semplici vogliono godersi la vita, proprio come fanno col gin… perché sono tutti troppo stupidi per capire che è una merce che costa troppo cara. Il fatto che non troveranno mai la felicità, e che non sanno neppure come cercarla, è provato dalla goffaggine e sconcertante bruttezza di tutto ciò che fanno. I loro colori disarmonici sono grida di dolore. Guardate quelle villette in mattoni oltre il College. Ce n'è una con le tende a pallini, guardate!
Eames
Ogni persona in grado di pensare si accorge che i piaceri della vita, il cui gusto semplice fa presto a diventare insapore, sono trappole per condurci alla camera della tortura. È evidente che per ogni uomo pensante la pura e semplice estinzione è...
(Smith tira fuori la pistola)
Cosa state facendo? Siete matto… mettete giù quella cosa!
Smith
(calmo, bonario) Vi aiuterò io a uscire dal buco, vecchio mio! Farò sì che il cucciolo smetta di soffrire.
Eames
(urla spaventato) Intendete uccidermi?
Smith
Non è una cosa che farei per tutti ma, a quanto pare, voi e io siamo diventati molto intimi stanotte. Conosco tutti i vostri problemi, e anche l'unica cura, vecchio mio!
Eames
(sempre più spaventato) Mettete giù quell'affare!
Schmit
(premuroso) Coraggio, farò in fretta.
Eames
Aiuto! Aiuto!
Smith
(pietoso) Il cucciolo si dibatte. Il povero cucciolo lotta per vivere. Per fortuna io sono più saggio e gentile di lui.
(Smith punta la pistola a Eames)
Eames
Smith, sto per impazzire.
Smith
(sospirando) E così vedrete le cose dall'angolazione giusta. Ma anche la pazzia è solo un palliativo, una droga. L'unica vera cura è un'operazione.... Un'operazione che riesce sempre con successo: la morte.
Eames
Lasciate che scenda da qui. Non lo sopporto più.
Smith
Io mi chiedo, piuttosto, se il sostegno vi sopporterà ancora prima che vi rompiate il collo o che io vi faccia saltare il cervello o che vi lasci rientrare nel vostro studio - tutte variabili complesse, su cui sono ancora indeciso –. Vorrei far chiarezza sul punto metafisico a cui siamo giunti. Ho capito bene: voi scegliete la vita?
Eames
(triste) Sì, e farei qualunque cosa.
Smith
(urlando) E allora fatela! E fate esplodere tutta la vostra sfrontatezza, intonate un canto!
Eames
(esasperato) Cosa volete dire? Che canto?
Smith
(serio) Un inno mi pare la cosa più appropriata. Vi lascerò andare se ripeterete dopo di me queste parole:
Rendo grazie alla bontà e alla virtù
il cui sorriso si rivelò quando nacque quaggiù.
E fin su questo nido c'è stato bisogno che salissi,
perché felice come figlio d'Inghilterra mi trovassi.
Eames
(ripete esitante) Rendo grazie alla bontà e alla virtù
il cui sorriso si rivelò Quando nacque quaggiù.
E fin su questo nido c'è stato bisogno che salissi,
perché felice come figlio d'Inghilterra mi trovassi.
Smith
Alzate le mani!
(Eames alza le mani)
(deciso) Adesso voi state celebrando un atto di pubblica adorazione, e prima che io abbia finito con voi, ringrazierete Dio per ogni papero che c'è nello stagno.
Eames
(a mezza voce) Grazie, mio Dio...
Smith
(ammonendolo severamente) E non dimenticatevi de paperi.
Eames
Grazie, mio Dio, per… i paperi…
Smith
Sì, per favore, Non dimenticatevi di nulla. Ringraziate il cielo per le chiese, le cappelle, le villette, la gente comune, le pozzanghere, i vasi di fiori, i tegami, i bastoni, gli stracci, le tende a pallini.
Eames
(disperato) D'accordo, d'accordo. Bastoni, stracci e tende…
Smith
(agitando minaccioso la pistola) Tende a pallini avevamo detto!
Eames
(con un filo di voce) Tende a pallini…
Smith
Ben detto! E ora voglio solo aggiungere una cosa per concludere. Se voi fosse stato veramente ciò che proclamavate, penso che neanche a una lumaca e a un serafino sarebbe importato molto se vi foste spezzato quel vostro collo malvagio e superbo e se vi fosse schizzata fuori dalla testa ogni goccia di quel vostro diabolico cervello. Ma dal punto di vista strettamente biografico, voi siete un brav’uomo, assuefatto a dire schifose assurdità. Io vi voglio bene come a un fratello e per questo scaricherò tutti i miei colpi vicino alla vostra testa, ma senza colpirvi – sono un ottimo tiratore, sarete liete di saperlo – Dopodiché rientreremo e andremo a fare colazione.
(Smith fa esplodere due colpi in aria)
Eames
O mio Dio… (sta per svenire, mentre Smith appare disperato)
(guarda Smith) Ma voi… che avete?
Smith
(con voce quasi rotta dal pianto) Abbiate pazienza. Dovete considerare che sono appena scampato alla morte.
Eames
Voi… siete scampato alla morte? Con che coraggio...
Smith
Ma come, non capite? Dovevo farlo Eames! Dovevo dimostrare che vi sbagliavate, oppure morire io stesso. Quando si è giovani, ci si affida quasi sempre a qualcuno che si riconosce come il massimo esperto della mente umana, che sappia tutto al riguardo (ammesso che ciò sia possibile). Ebbene, voi eravate questo per me, voi parlavate con autorità e non come gli scribi. Nessuno avrebbe potuto consolarmi se la vostra parola mi diceva che non esiste consolazione. Pensavo che se voi eravate serio nel dire che non esiste altro che il nulla ovunque, era perché l'avevate visto coi vostri occhi. E dunque, non capite che dovevo provare che voi non dicevate sul serio? Oppure buttarmi nel canale.
Eames
(esitante) Beh che voi confondiate......
Smith
(sbottando) Oh, questo no! Non venite a dirmi che confondo la gioia di vivere con la volontà di vivere. Questa è roba da tedeschi, e di tedeschi che parlano letteralmente e quindi è come se parlassero arabo. Quello che io ho visto luccicare nei vostri occhi, quando ciondolavate da quel ponte, era la gioia di vivere e non la volontà di vivere. Ciò che avete capito, stando seduto su quei dannati mostri di pietra, è che il mondo, al di là di tutto quel che si dice, è un posto meraviglioso e bello; io lo so, perché anch'io l'ho capito nel medesimo istante. Ho visto le nubi grigie colorarsi di rosa e ho visto nello scorcio tra le case il bagliore dorato di quell'orologio. Erano queste le cose che voi non avreste tollerato di abbandonare, e non la vita, qualsiasi cosa sia. Io e voi siamo stati insieme sull'orlo dell'abisso. Non lo negherete?
Eames
(molto lentamente) Sì… penso che sia così… avete ragione. E meritate una lode.
Testi su Frances Chesterton e sulla famiglia
MUSICA
A/1
Mia cara,
Gilbert Keith Chesterton ha quattro ragioni per cui ringrazia sempre, prima ancora di sentirsi grato per la sua stessa vita: prima di tutto il suo Creatore, per averlo creato dalla stessa terra e averlo messo nello stesso mondo in cui si trova una donna come te.
La seconda ragione è che, malgrado tutti i suoi difetti, non si è perduto dietro a strane donne.
La terza, che ha provato ad amare ogni cosa viva: un’oscura preparazione per amare te.
E la quarta… non ci sono parole per esprimerla. Qui termina la mia vita precedente. Prendila. Mi ha portato fino a te.
MUSICA
A/2
Gli scrittori moderni che in modo più o meno diretto hanno insinuato che la famiglia è un’istituzione dannosa, si sono solitamente limitati a insinuare, con molta acredine, amarezza o pathos, che forse la famiglia non è sempre così armoniosa.
A/1
Naturalmente la famiglia è una bella istituzione proprio perché non è armoniosa. È sana proprio perché contiene tante discrepanze e diversità. Come dicono i sentimentalisti, è come un piccolo regno e, come quasi tutti i piccoli regni, si trova solitamente in uno stato simile all’anarchia.
A/2
Gli uomini e le donne che si ribellano alla famiglia, si ribellano semplicemente al genere umano: zia Elisabeth è irragionevole, come il genere umano. Papà è nervoso, come il genere umano. Il nostro fratellino è irrequieto, come il genere umano. Il nonno è stupido, come il mondo, è vecchio, come il mondo.
A/2
Il modo migliore in cui un uomo può incontrare la comune varietà del genere umano sarebbe calarsi giù dal camino di una qualsiasi casa, e cercare di andare il più possibile d’accordo con chi la abita. Ed è essenzialmente ciò che ognuno di noi ha fatto il giorno in cui è nato.
A/1
È proprio questo il sublime e speciale romanticismo della famiglia. È romantica perché è una lotteria.
A/2
È romantica perché è tutto ciò di cui la accusano i suoi nemici.
A/1
È romantica perché è arbitraria.
A/2
È romantica perché è reale.
A/1
Quando i gruppi umani sono scelti razionalmente, si ha un’atmosfera singolare o settaria. È quando i gruppi umani sono scelti irrazionalmente che si hanno veri uomini. Comincia così a comparire l’elemento dell’avventura, perché un’avventura è, per sua stessa natura, una cosa che ci accade. Non siamo noi a sceglierla, è l’avventura a scegliere noi.
A/2
L’avventura suprema è nascere: è allora che cadiamo improvvisamente in una splendida e sorprendente trappola.
A/1
È allora che vediamo davvero qualcosa che non abbiamo mai sognato prima.
A/2
Nostro padre e nostra madre stanno in agguato attendendo il nostro arrivo per poi avventarsi su di noi come briganti sbucati dalla macchia.
A/1
Quando, nascendo, entriamo in famiglia, entriamo in un mondo imprevedibile, un mondo che non potrebbe fare a meno di noi, un mondo che esisteva prima di noi. In altre parole, quando entriamo in famiglia, entriamo in una fiaba.
Intervista a Chesterton
Giornalista
Mister Chesterton, permette qualche domanda?
Chesterton
Chieda pure…
Giornalista
Cos’è per lei il progresso? Chi sono i progressisti?
Chesterton
Nessuno ha il diritto di usare la parola "progresso", a meno che non abbia un preciso credo e un ferreo codice morale. E nessuno può essere progressista senza essere dottrinale; potrei quasi affermare che nessuno può essere progressista senza essere infallibile o, comunque, senza credere in una sorta di infallibilità. Il nome stesso, "progresso", indica infatti una direzione e, nel momento in cui siamo anche solo minimamente incerti sulla direzione, diventiamo di riflesso incerti sul progresso.
Giornalista
E i democratici, invece, chi sono? E che rapporto ha la democrazia con la tradizione?
Chesterton
La tradizione può essere definita un’estensione del diritto politico, significa quindi dare il voto alla più oscura di tutte le classi, quella dei nostri avi. I democratici respingono l’idea che uno debba essere squalificato per il caso fortuito della sua nascita; la tradizione rifiuta l’idea della squalifica per il fatto accidentale della morte. La democrazia ci insegna a non trascurare l’opinione di un saggio, anche se è il nostro servitore, la tradizione ci chiede di non trascurare l’opinione di un saggio, anche se è nostro padre. Io non posso, comunque, separare le due idee di tradizione e di democrazia: mi sembra evidente che sono una medesima idea…
Giornalista
E della Chiesa cattolica cosa pensa? Non le sembra che, da sempre, tenda a censurare le “nuove idee” per conservare la “tradizione”?
Chesterton
Il 90% di ciò che chiamiamo nuove idee sono semplicemente vecchi errori. Uno dei principali compiti della Chiesa Cattolica è far sì che la gente non commetta questi vecchi errori, in cui è facile ricadere se le persone vengono abbandonate al proprio destino. L’atteggiamento cattolico nei confronti dell’eresia o, si potrebbe dire, nei confronti della libertà, può essere rappresentato dalla metafora di una mappa. La Chiesa Cattolica possiede una mappa della mente, che sembra la mappa di un labirinto, ma che in realtà è una guida per orientarsi nel labirinto. Questa mappa è stata compilata utilizzando conoscenze che, nel mondo della scienza umana, non hanno paragoni. Non vi sono altri casi di istituzioni intelligenti che hanno “pensato sul pensiero” per duemila anni. È un’esperienza che ricopre quasi tutti i campi esperibili.
Gran parte di questa mappa è costituita da campi da gioco e terreni fioriti, dove la mente può spaziare in totale libertà, e da campi di battaglia intellettuale, dove il combattimento è quanto mai incerto e imprevedibile, con strade che conducono al nulla o alla distruzione.
La Chiesa si prende la responsabilità di mettere in guardia il suo popolo su queste realtà: dogmaticamente essa difende l’umanità dai suoi peggiori nemici, che sono i vecchi errori. Vi sono stati una gran quantità di movimenti, o, in altre parole, monomanie. Ma la Chiesa non è un movimento, bensì un luogo d’incontro, il luogo dove tutte le verità del mondo si danno appuntamento.
Se l’eresia è quella verità che trascura tutte le altre verità, la Chiesa è il luogo dove tutte le verità si danno appuntamento. L’eretico, dunque, non è colui che ama troppo la verità, ma è colui che ama la propria verità più della verità stessa.
Giornalista
Eppure, mr. Chesterton, mi sembra proprio che i cattolici siano – come dire – arretrati… che non siano al passo coi tempi…
Chesterton
La Chiesa Cattolica è la sola capace di salvare l’uomo dallo stato di schiavitù in cui si troverebbe se fosse soltanto figlio del suo tempo. E tutto il movimento cristiano non è qualcosa che ha spazzato via tutto davanti a sé, come un moderno movimento sociale, ma è un movimento che ha sempre proclamato di possedere una chiave. Ebbene, quella chiave poteva aprire la prigione del mondo intero. Una chiave è anzitutto una cosa che ha una forma, non è materia di ragionamento: essa o è adatta alla serratura, oppure non è. In questa chiave c’erano senza dubbio molte cose che parevano complicate: soltanto una cosa era semplice. Apriva la porta.
Giornalista
Certo, una bella suggestione… Ma, al di là della chiave, mr. Chesterton, voi credete ancora nel peccato originale, credete nell’eresia!
Chesterton
Se è per questo, certi nuovi teologi lo mettono in discussione il peccato originale, la sola parte della teologia cristiana che possa effettivamente essere dimostrata! Alcuni, nel loro fin troppo fastidioso spiritualismo, ammettono che Dio è senza peccato - cosa di cui non potrebbero aver la prova nemmeno in sogno - ma, viceversa, negano il peccato dell’uomo che può esser visto per la strada. I più grandi santi, come i più grandi scettici, hanno sempre preso come punto di partenza dei loro ragionamenti la realtà del male. Se è vero (come è vero) che un uomo può provare una voluttà squisita a scorticare un gatto, un filosofo della religione non può trarne che una di queste deduzioni: o negare l’esistenza di Dio, ed è ciò che fanno gli atei; o negare qualsiasi presente unione fra Dio e l'uomo, ed è ciò che fanno tutti i cristiani. I nuovi teologi sembrano pensare che vi sia una terza – più razionalistica – soluzione: negare il gatto!
Giornalista
Un’ultima domanda, mr. Chesterton: ai bambini si raccontano sempre le favole. Ma nelle favole ci sono spesso mostri, c’è spesso il male. Ecco, è giusto insegnare ai bambini che c’è il male?
Chesterton
Le favole non danno al bambino la prima idea di uno spirito cattivo. Ciò che le favole danno al bambino è innanzitutto l’idea della possibile sconfitta dello spirito cattivo. Il bambino conosce dal profondo il drago, fin da quando riesce ad immaginare. Ma ciò che la favola gli fornisce è che esiste un San Giorgio che uccide il drago!
Ulteriori testi citati da don Andrea Lonardo nel corso della serata
Sull’Hotel Hassler a Trinità dei Monti dove dimorarono i coniugi Chesterton, cfr. I luoghi di Chesterton a Roma, Londra e Beaconsfield
«La vera difficoltà dell'uomo è di godere il godimento, di mantenersi capace di farsi piacere ciò che gli piace»
«La misura di ogni felicità è la gratitudine»
Sul mosaico di San Clemente, da G.K. Chesterton, La resurrezione di Roma, IPL, Milano, 1995, pp. 233-234
La chiesa superiore [di San Clemente] esprime un concetto con un’armonia addirittura impressionante. L’abside è formata dalla solita mezza luna dorata e al sommo di essa vi è una nube dalla quale la mano di Dio si tende verso il crocefisso ma non con un semplice gesto di benedizione; è come se afferrasse la croce impugnandola come l’elsa d’una spada e come una spada la scagliasse giù sulla terra. Eppure si tratta di cosa che è l’opposto stesso della spada poiché il suo tocco non dà la morte ma la vita che scoppia e germoglia e s’innalza nell’aria affinché il mondo abbia la vita e sia una vita sovrabbondante.
È impossibile rendere con sufficiente violenza l’effetto di questa rappresentazione di vita. Non si tratta di un normale sviluppo di rami e di radici, è più come uno zampillare di sangue generoso da una prima ferita aperta nelle arterie della terra. I germogli vivi si scagliano nello spazio con moto turbinoso così da ricoprire tutto lo sfondo con anelli e mulinelli, quasi sino a raggiungere e imprigionare le stelle.
Nessuno se non un pazzo potrebbe mettersi di fronte a questo disegno e ancora sostenere che la nostra fede è antivitale e il nostro un credo di morte. Occorre poi notare un ultimo tocco già osservato da molti: la faccia del crocefisso che nella maggioranza delle immagini è necessariamente tragica, qui è radiosa come nella luce di un pieno meriggio, come esprimesse le parole che non è stato necessario incidere come motto o iscrizione: “Io sono la resurrezione e la vita”.
«Al primo ministro di un governo umano che vi capita di incontrare dite questo: “Un uomo onesto s’innamora di una donna onesta; pertanto, desidera sposarla, essere il padre dei suoi figli, dare sicurezza a lei e a sé stesso. Tutti i sistemi di governo dovrebbero essere messi alla prova sul fatto se egli possa realizzare ciò. Se un sistema qualunque […] di fatto gli dà un campo di cavoli abbastanza ampio da consentirgli di realizzarlo, lì è l’essenza della libertà e della giustizia. Se un sistema qualunque, […] di fatto gli dà un salario talmente piccolo che non può realizzarlo, lì è l’essenza della tirannia e della vergogna»
L’apologetica di 1 Pt 3,15 «Pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi».
I neopagani hanno talvolta dimenticato, quando si sono messi a fare tutto ciò che facevano i pagani, che l’atto finale che fecero gli antichi pagani fu di farsi battezzare.
La cosa che impedisce l'imperialismo è il nazionalismo.
Solo credendo in Dio, noi possiamo criticare il governo. Una volta abolito Dio, il governo diventa Dio. La verità è che l'irreligione è l'oppio dei popoli. Ovunque le persone non credono in qualcosa al di là del mondo, adoreranno il mondo.
La bestemmia è l’argomento più forte in favore del punto di vista religioso della vita.
Dai Racconti di padre Brown di G.K Chesterton discendono:
-Padre Tobia, un giovane prete anticonvenzionale, amante dei fumetti e delle arti marziali, protagonista insieme al fedele sacrestano Giacinto (1968)
-Il Padre Brown di cui fu protagonista, fra il 1970 e il 1971, Renato Rascel, affiancato da Arnoldò Foà nei panni di Flambeau
-Don Matteo, dal 2000 e per 13 stagioni
-Padre Simone Castell
-Suor Therese, la serie che ha esordito nel 2002 ed è andata in onda fino al 2011, in Francia
-Suor Angela con Elena Sofia Ricci in Che Dio ci aiuti, in onda dal 2011
Padre Brown è il primo sacerdote detective. Comprende un delitto prima dei poliziotti inglesi perché conosce la teologia e il peccato!
Nel primo racconto, La croce azzurra, riconosce il ladro Flambeau, che è mascherato da prete. Quando il ladro gli chiede come lo abbia smascherato, padre Brown risponde: «Voi attaccaste la ragione, questa è cattiva teologia». Flambeau aveva detto ad un certo punto del racconto, criticando i contemporanei: «Questi infedeli moderni fanno appella alla ragione, mentre vi possono essere mondi – e questioni - dove la ragione è irragionevole».
Flambeau diviene poi collaboratore di padre Brown, perché egli cerca il colpevole, lo trova e lo perdona e lo salva.
Ma soprattutto padre Brown scopre i colpevoli perché conosce il male: «Io potrei aver commesso quell’omicidio».
Altri testi di e su Chesterton su Gli scritti:
-Robinson Crusoe immagine della vita: tutto è stato salvato da un naufragio (da G.K. Chesterton)
-Il cristianesimo: una chiave che apre la serratura della vita (da G.K. Chesterton)
-Un invito a La superstizione del divorzio di G.K. Chesterton. Appunti di Andrea Lonardo
-Relativismo, realtà e dogma (da G.K. Chesterton)
-Leggendo Ortodossia di G. K. Chesterton: perché i dogmi sono così importanti nella chiesa?
-Battesimo e scoperta del peso delle cose (da G.K.Chesterton)
-Efficienza, segno di debolezza (da G.K.Chesterton)
-Bellezza e fragilità della vita (da G.K. Chesterton)
-Chesterton: Il grande naufragio come analogia. Un articolo all’indomani del naufragio del Titanic
-Non è bene che Dio sia solo: la Trinità (da G.K. Chesterton)
-Tutto quello che c’era di buono in lui cantò, di Edoardo Rialti (su G. K. Chesterton)
-Che cosa non va nel mondo? (da G.K. Chesterton)
-Draghi: esistono, ma possono essere sconfitti (da G. K. Chesterton)
-Progressista vuol dire dottrinale (da G.K. Chesterton)
-Incarnazione e amicizia (da G.K. Chesterton)
-Uomini comuni e uomini straordinari (da G.K. Chesterton)
-Lo splendore della vita, da G. K. Chesterton
-Tradizione: la democrazia che include anche chi ci ha preceduto (da G.Guareschi e G.K.Chesterton)
-San Tommaso d'Aquino e Aristotele: il cristianesimo e la realtà (da G.K.Chesterton)
-Eresia e verità (da Gilbert Keith Chesterton)
-Il Paradiso è in un certo luogo e non dappertutto (da G.K.Chesterton)
-Commemorare le disfatte o le vittorie dell'uomo? (da G.K.Chesterton)
-Chesterton contro il paganesimo, di Lorenzo Fazzini
-Chesterton: il divorzio, roba di destra, di Lorenzo Fazzini
-La ballata del cavallo bianco di G. K. Chesterton. Una recensione di Andrea Monda
-Tutto quello che c’era di buono in lui cantò, di Edoardo Rialti (su G. K. Chesterton)