I veri proletari, quelli che hanno figli. Breve nota di Andrea Lonardo
Riprendiamo sul nostro sito una nota di Andrea Lonardo. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. Per ulteriori testi, cfr. le sezioni Educazione e famiglia e Vita.
Il Centro culturale Gli scritti (8/1/2024)
Si pone poca attenzione al fatto che l’etimologia di proletario ha origine da prÅles, ‘prole’; in origine “chi non possiede altri beni oltre ai propri figli”. Nella Roma antica apparteneva al proletariato, cioè all’infima delle classi, chi non poteva dare altri contributi allo stato che i propri stessi figli.
Anche in età moderna, la classe operaia – qui già il termine aveva subito un’evoluzione di significato – era comunque la classe che aveva tanti bambini e che li mandava a lavorare ancora piccoli, per avere di che mantenersi e mantenerli.
In un tempo di dimenticanza delle generazioni e delle discendenze è inevitabile che si dimentichi cosa sia il proletariato.
Tutti cercano ricchezza al di fuori delle generazioni e della cura dei figli.
Eppure, resta vero nel fondo ciò che era a fondamento dell’antica etimologia e delle antiche e sempre nuove – perché sono “originarie”! - dinamiche.
È “povero” chi ha bambini, chi vive per crescerli ed educarli. È povero proprio nel senso cristiano e quindi anche francescano, perché non pensa a sé, ma ad altri, al prossimo, al più vicino, ai propri figli e vive e perde la vita e muore per essi, perché è carico di amore e di carità cristiana.