«Il suo cane non ha bisogno che si celebri una messa per lui. Perché i cani non commettono peccati. Dobbiamo celebrarne, invece, una per lei, che è il padrone del cane, perché lei sì deve aver commesso peccati e, se vuole andare in Paradiso a rivederlo, avrà bisogno di una buona confessione e di partecipare alla messa». Una secca e meravigliosa risposta di un prete alla morte di un cane, di Andrea Lonardo
Riprendiamo sul nostro sito una nota di Andrea Lonardo. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. Per ulteriori testi, cfr. la sezione Ecologia.
Il Centro culturale Gli scritti (11/12/2023)
Un amico prete mi racconta che, dopo l’annuale Benedizione degli animali nella festa di sant’Antonio abate, si è rivolto a lui il padrone di un cane morto di recente che gli ha chiesto una messa da celebrare una messa in suffragio della bestiola. Altri avrebbero iniziato a questionare sulla cosa.
Il prete, in maniera geniale, ha invece così risposto:
«Il suo cane non ha bisogno che si celebri una messa per lui. Perché i cani non commettono peccati. Se crede, posso invece celebrarne una per lei, padrone del cane, dopo che si è confessato, perché lei sì ha commesso peccati e, se vuole andare in Paradiso a vedere la sua bestiola insieme al creato redento, ne avrà bisogno».