Sono pochi i matrimoni che resistono negli anni? Solo il 35% dei giovani avrà figli? È bella solo la fede di chi sceglie da adulto e non degli adulti che battezzano i loro bambini? Dei luoghi comuni dell’intellighenzia e della loro terribile falsità. Tre brevi note di Andrea Lonardo
Riprendiamo sul nostro sito una nota di Andrea Lonardo. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. Per ulteriori testi, cfr. la sezione Educare all’affettività e Teologia pastorale.
Il Centro culturale Gli scritti (20/11/2023)
1/ Sono pochi i matrimoni che resistono negli anni?
Quando si celebra un 25esimo o ancor più un 50esimo si dice spesso: “Siete fra i pochissimi che ci arrivano”. Come a dire: “Tanto il matrimonio non dura”. Come a dire ai giovani presenti: “Non vi sposate, tanto non ci riuscirete ad amarvi negli anni, tanto il matrimonio è un inganno!” Come a dire: “È il matrimonio la causa dell’infelicità, chi si sposa è perduto!”
Ma chi non si sposa e arriva a 60 anni solo, senza moglie e senza figli, è poi felice? Ma una donna che si ritrova a 55 anni da sola, senza una famiglia, sente poi di aver realizzato sé stessa? Ma chi va in pensione e lascia il lavoro – perché il lavoro non è tutto – ha poi fatto tutto ciò che di buono si poteva fare nella vita?
Ecco, quando si dice che pochi arriveranno a 60 anni volendosi ancora bene, bisogna avere il coraggio di mettere alla prova l’opzione contraria. Quando sarai solo e senza famiglia, sarai poi contento?
Non dobbiamo credere a niente, finché non portiamo alle sue logiche conseguenze l’opzione contraria.
L’intellighenzia distrugge intellettualmente le ipotesi di vita di chi si sposa, ma le sue controproposte sono poi migliori? Reggono alla prova del tempo? Essere single è la svolta di tutta una vita ed è la giusta opzione man mano che il tempo passa oppure nO?
2/ Solo il 35% dei giovani avrà figli?
Sui quotidiani e sui media è appena apparsa questa previsione statistica: “Solo il 35% dei giovani avranno figli”. Come a dire: “Poveretto chi avrà bambini: sarà in minoranza”. Come a dire: “Saggi quelli che non avranno figli”. Come a dire: “La maggioranza dei giovani sta ormai capendo che è meglio non diventare padri e madri”.
Ma come? Quando si parla dell’ecologia, non si dice che dobbiamo preparare il mondo futuro per i nostri figli? Che dobbiamo rinunziare ad approfittare delle risorse del pianeta comune, perché dobbiamo pensare a loro?
La verità è che il 65% delle persone che non avranno figli sta lavorando per quel 35% che erediterà tutto ciò che quel 65% sta costruendo ora, insieme anche al restante 35% ovviamente.
Noi dobbiamo lasciare questa terra e il 65% senza figli lascerà tutte le scoperte scientifiche, tutte le opere d’arte realizzate, lascerà il mondo più pulito che avrà cercato di rendere tale, proprio ai figli di quel 35%.
Quindi – anche se fossero solo il 35% e il 65% non avesse figli – ringraziamo quel 35% perché dà senso alla nostra fatica e ci fa capire che stiamo tutti lavorando per loro, per coloro che proseguiranno la vota sul nostro amato pianeta.
3/ È bella solo la fede di chi sceglie da adulto e non degli adulti che battezzano i loro bambini?
Il deprezzamento del matrimonio e della generazione emerge anche in chi sopravvaluta le conversioni da adulti come il catecumenato degli adulti a scapito del Battesimo dei bambini e della catechesi dei bambini e dei ragazzi.
Il problema, infatti, non è che si “diventa cristiani solo da adulti”, ma che “si diventa adulti solo se si è generati”! Se non nasci, non diventerai mai adulto.
L’esagerata importanza attribuita ai cammini degli adulti – si noti bene, “esagerata”, perché è importante la catechesi con e per gli adulti – è un’ulteriore mazzata ad un mondo che si pensa senza figli.
In fondo lascia passare questo retro-messaggio: “Ciò che tu fai con i tuoi figli è inutile, è inutile farli nascere ed è inutile che tu li faccia crescere nella fede!”
No, non è così. Chi crede nella vita la genera. E si nasce sempre bambini, mai adulti. Una catechesi che ignori i bambini, ha in mente solo adulti single e mai diventati genitori.
E chi genera sente il desiderio di trasmettere una speranza ai propri figli, vuole che non credano nel nulla, che non credano che unico esito del vivere è la morte.
Per questo trasmettono la fede ai bambini. E ancor più perché, avendoli battezzati sanno che Cristo è la loro vita.
Dobbiamo proclamare sui tetti, ancor più oggi, l’importanza di chi educa i bambini, perché noi sappiamo che sono proprio e solo quelli i bambini che diventeranno adulti. Non diventeranno mai adulti altri che loro. Perché altri non ne nasceranno! Perché le persone che non hanno figli, pur provenendo da chi ha trasmesso loro la vita “fin da Adamo ed Eva” di generazione in generazione, ora si stanno estinguendo, senza discendenza.