Lettera aperta a chiunque abbia a cuore l’università e il futuro dei nostri giovani sull’emergenza abitativa per gli universitari fuori sede a Roma
Riprendiamo sul nostro sito una Lettera aperta pubblicata dall’Ufficio per la pastorale universitaria di Roma. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. Per ulteriori testi, cfr. la sezione Università.
Il Centro culturale Gli scritti (29/10/2023)
Durante il consueto incontro di inizio anno della Pastorale universitaria, alla presenza dei cappellani, delle suore, dei laici, dei direttori dei Collegi e delle Residenze universitarie, è emersa in maniera forte e condivisa una problematica preoccupante segnalata all’unanimità dai partecipanti: le richieste di alloggio presso le residenze predisposte ad accogliere gli universitari fuori sede e, più in generale, presso i quartieri che ospitano le sedi universitarie, superano di gran lunga i posti disponibili.
Facendo un calcolo approssimativo, in base alle richieste che continuano a pervenire ai soli responsabili delle residenze cattoliche per universitari fuori sede, possiamo ipotizzare che siano fra gli 8.000 e i 10.000 i posti mancanti, visto che ogni residenza ha ricevuto al momento richieste per il doppio dei posti attualmente disponibili. Un dato che sottolinea in maniera strutturale l’insufficienza della città di Roma ad accogliere gli studenti universitari fuori sede.
I responsabili delle Residenze per universitari, tanto maschili quanto femminili, hanno evidenziato come i posti disponibili si siano esauriti già ad inizio settembre, e che vi sono lunghe liste d’attesa di universitari (e loro genitori) che sperano di essere richiamati qualora si liberassero dei posti.
Se negli anni precedenti questo problema si presentava già come fisiologico, con la necessità di dover rifiutare, nelle residenze, poche unità di studenti che si erano mossi tardivamente, quest’anno il problema ha preso una piega completamente differente: è più endemico e più urgente.
Molte famiglie sono disperate e non sanno cosa fare, anche perché si tratta di studenti e genitori che abitano fuori Roma e non hanno piena conoscenza del territorio; a volte c’è addirittura chi rinuncia alla carriera universitaria, viste le difficoltà a reperire un alloggio.
Nella maggior parte dei casi l’unica soluzione rimane l’appartamento condiviso con altre persone, affittato dai privati, prestando però il fianco ad una speculazione pericolosa dei prezzi, dovuta per l’appunto all’enorme domanda di posti.
Attualmente per un quartiere universitario in zona “La Sapienza”, il costo mensile per un posto letto in camera doppia si aggira da 300 a 500€ e da 450 a 700€ per una camera singola, ovviamente spese escluse! Considerate i costi per le utenze di acqua luce e gas, le spese di condominio e la necessità di un contratto per la rete internet, la spesa mensile per uno studente universitario fuori sede a Roma può variare da 600 a più di 1.000€ al mese! La cosa preoccupante è che spesso, soprattutto nelle zone limitrofe all’università, neanche a questi prezzi gli universitari riescono a trovare posti disponibili.
La portata del fenomeno è diventata talmente grande che a nostro parere è necessario parlare di “emergenza abitativa per gli universitari fuori sede”.
Ci rivolgiamo dunque a tutte le istituzioni della città di Roma per segnalare anzitutto questo problema e in secondo luogo per cercare insieme delle soluzioni che possano quantomeno frenare l’emergenza in corso. Siamo infatti consapevoli che un problema che è strutturale non può avere soluzioni facili e immediate, ma siamo anche certi che ci sono delle situazioni territoriali in cui si può intervenire con qualche “opera-segno”, soprattutto in vista del Giubileo 2025 e dunque di una misericordia concreta e incarnata.
Riteniamo che possiamo unire le nostre forze, ideali ed economiche, per pensare insieme qualche intervento che, ispirata dalla nostra prospettiva ecclesiale, non sia solo assistenza pratica all’emergenza, ma progetto formativo integrale per i ragazzi che potremmo accogliere, accompagnando i nostri ospiti a vivere bene gli anni della formazione universitaria in un senso pieno e universale, come auspica la parola stessa.
Vogliamo anche ringraziare le Residenze ed i Collegi già esistenti – sia gestiti da ordini religiosi che da privati – che continuano, con la loro accoglienza degli studenti, a permettere a tanti studenti fuori sede di studiare a Roma e progettare così il futuro loro, delle loro future famiglie e delle regioni da cui provengono, nonostante spesso la legislazione non faciliti tali strutture con la sua complessa e costosa burocrazia e anzi le penalizzi trattandole al pari di strutture per il turismo.
Vogliamo incoraggiarli a non chiudere nessuna di tali strutture, talvolta in difficoltà economiche e di personale, ed anzi ad aumentare la disponibilità di posti e ad aprire nuove Residenze e Collegi, perché accogliere studenti e studentesse è un vero gesto di carità evangelica: realmente rendere possibile a chi lo desidera di studiare è ciò che più aiuta allo sviluppo personale e comunitario
Grazie per l’attenzione
Roma, 5 ottobre, 2023
In fede
le direttrici e i direttori delle residenze cattoliche
e i cappellani universitari
con mons. Andrea Lonardo,
direttore dell’Ufficio per la Pastorale universitaria
della Diocesi di Roma,
e suor Lina Santantonio,
referente dell’Ufficio stesso per i Collegi e le Residenze