Il territorio della parrocchia di San Tommaso Moro: risorse e criticità. Équipe pastorale di ascolto per la mappatura del territorio
1/ Il territorio della parrocchia di San Tommaso Moro: risorse e criticità. Équipe pastorale di ascolto per la mappatura del territorio
Riprendiamo sul nostro sito una versione aggiornata della mappatura del territorio della parrocchia di San Tommaso Moro in Roma, realizzata secondo le indicazioni diocesane dei diversi progetti pastorali degli ultimi anni.
Il Centro culturale Gli scritti (6/10/2023)
Il territorio vero e proprio della parrocchia è povero di abitanti, meno di 800, meno di un paese, ma comprende gli spazi amplissimi della Sapienza e addirittura del Policlinico Universitario Umberto I. La parrocchia, insomma, è come un ponte fra il quartiere di San Lorenzo e i luoghi della cultura, con una configurazione mista che sfugge a troppo facili classificazioni - gli abitanti della parrocchia non sempre si sentono sanlorenzini (qualcuno utilizza altre espressioni come quartiere Tiburtino o Tiburtino CNR), ma diversi ragazzi e giovani sanlorenzini vengono attratti dagli spazi dell’oratorio, perché più tranquilli e vigilati dei parchi di San Lorenzo.
Il territorio è caratterizzato da un afflusso di persone ad ogni ora del giorno (Università, uffici, caserme, ospedali, vita notturna) che supera di molto la popolazione residente. Questa circostanza non è stata sinora tenuta presente nel dimensionamento dei servizi e, di conseguenza, il quartiere, che potrebbe godere del vantaggio di essere relativamente tranquillo e isolato anche se centrale, soffre di gravi carenze in termini di gestione del ciclo dei rifiuti, del traffico, dei parcheggi, dell’assistenza alle persone più fragili, del mantenimento dell’ordine pubblico (rispetto della quiete e sicurezza). La grande maggioranza dei residenti vive con disagio questa situazione.
I residenti costituiscono una comunità eterogenea, composta da una componente “storica” divisa a sua volta fra famiglie che hanno acquisito uno stile di vita da “classe media” e altre che hanno mantenuto un carattere più “popolare”. Un’altra componente è costituita da professionisti e lavoratori insediatisi negli ultimi decenni per godere della vicinanza con gli uffici e le istituzioni limitrofe. Inoltre, si rileva una nutrita presenza di persone, più o meno giovani, attratte dall’immagine “alternativa” artistica e politica che contraddistingue il quartiere. Insiste sulla parrocchia anche una piccola fascia di persone di altissimo livello culturale, per la presenza della Sapienza, ma anche del Consiglio Nazionale delle Ricerche. C’è una forte incidenza di studenti fuori sede. Infine è da rilevare una presenza di soggetti dediti ad attività illecite (furti e spaccio).
Il sistema scolastico opera a i tutti i suoi livelli anche se nessun istituto è propriamente nel territorio parrocchiale), ma bisogna considerare il fenomeno di migrazione verso istituti scolastici in altri quartieri di figli di molte famiglie che ritengono “non attrattivi” quelli del territorio, probabilmente più per difficoltà di integrazione sociale dei nuovi studenti che per la qualità del corpo insegnante.
Significativa è lo stazionamento nel territorio di persone senza fissa dimora, in crescente aumento, senza che vi sia alcuna proposta istituzionale da parte delle istituzioni civili al riguardo.
Un’altra caratteristica è la presenza di una vivace società civile, composta da molte associazioni di carattere sociale, culturale e politico che però tendono a operare, il più delle volte, in modo indipendente fra loro.
Di fronte a questa situazione, la parrocchia potrebbe cogliere l’opportunità di approfondire la conoscenza e stabilire legami con i residenti, in particolare con le famiglie con bambini ed adolescenti, facendo leva sulla disponibilità degli spazi (parco, campetti), risorsa rara in quartiere, e provando ad interagire con maggiore efficacia con gli istituti scolastici e le associazioni dei genitori.
Grande opportunità, in parte già colta, è la vicinanza con l’Università per il coinvolgimento degli studenti, romani e fuori sede.
Di grande importanza, per rafforzare il ruolo della parrocchia e per il bene del quartiere, è la collaborazione con le organizzazioni della società civile, in particolare con quelle di volontariato, aiutandole a superare individualismi e personalismi.
RISORSE
1) Vicinanza all’Università/Consiglio Nazionale Ricerche
2) Disponibilità di spazi per la comunità
3) Centralità della parrocchia come ponte fra realtà diverse, come gli ambienti accademici e il quartiere di San Lorenzo
4) Vivacità della società civile
CRITICITÀ
1) Afflusso da Università/Consiglio Nazionale Ricerche
2) Afflusso notturno (cosiddetta “movida”)
3) Scuole, anche ingiustamente, meno attrattive di altri quartieri
4) Presenza persone senza fissa dimora
5) Numero limitato dei volontari a disposizione/poche sinergie fra associazioni
6) Mancanza di una chiara identità del territorio parrocchiale
2/ 2023-2024: Anno giubilare della parrocchia di San Tommaso Moro. Breve storia della parrocchia
D'accordo con il vescovo ausiliare, mons. Daniele Salera, l'anno pastorale 2023 - 2024 sarà un anno giubilare per la comunità parrocchiale di San Tommaso Moro: nel 2024 saranno, infatti, 50 anni da quando fu creata la parrocchia e il 2023 è, invece, il 90esimo anniversario della consacrazione della Chiesa. 50 e 90 anni, due ricorrenze significative.
La chiesa nacque come cappella dell’annesso convento delle Suore Ausiliatrici e venne dedicata in origine a Santa Maria Ausiliatrice del Purgatorio.
Il progetto fu dell'architetto Giuseppe Gualandi - che era fratello di una delle suore ausiliatrici - e la costruzione avvenne tra il 1921 e il 1925. Gualandi è lo stesso che costruì, sempre in Roma, anche la chiesa che è immediatamente alla destra del Palazzaccio, la chiesa del Sacro Cuore del Suffragio.
Entrambe sono nello stile neogotico che nacque nell'Ottocento, richiamandosi al medioevo, in un periodo in cui le architetture neoclassiche del periodo illuministico immediatamente precedente erano ritenute troppo fredde.
Venne consacrata il 21 maggio del 1933 dall’allora Cardinal Vicario di Sua Santità per la Diocesi di Roma Francesco Marchetti Selvaggiani.
Quando le suore decisero di lasciare Villa Mercede perché troppo grande per le loro nuove esigenze, donarono gratuitamente la chiesa alla diocesi di Roma che ne fece una nuova parrocchia. Anche la parte del parco intorno alla chiesa, con i suoi alberi oggi quasi secolari, venne ceduta alla parrocchia.
Essa fu eretta con il nuovo titolo di San Tommaso Moro il 15 novembre del 1974 con il decreto “Neminem Latet" del Cardinal Vicario Ugo Poletti e venne affidata al clero diocesano di Roma.
È stata la prima parrocchia in Italia ad essere intitolata a San Tommaso Moro.
Fino all'Anno Giubilare ha avuto quattro parroci in successione: don Roberto De Odorico, don Nerino Todescato, mons. Andrea Celli e mons. Andrea Lonardo.
3/ San Tommaso Moro: la sua vita
La parrocchia è intitolata a San Tommaso Moro (Londra, 7 febbraio 1478-6 luglio 1535), che fu uno degli umanisti più noti: ospitò Erasmo da Rotterdam nella sua casa e venne ritratto con tutta la sua famiglia dal grande pittore Holbein il Giovane.
Fu marito e padre esemplare, contemperando le esigenze della vita politica e quelle della vita familiare. Pur rivestendo la carica politica dello Stato più importante dopo quella del re, quella di Gran Cancelliere, non si vergognava di cantare nel coro della sua parrocchia e di passare per raccogliere le offerte durante la messa.
Fu scrittore e filosofo, consapevole dell'importanza della cultura nella società e nella chiesa.
La sua opera più famosa è “Utopia” - fu lui a inventare il termine "utopia". Con quel testo, nella sua ironia, riusciva a giudicare col sorriso la società inglese del suo tempo, sottolineando come la proprietà privata andava ripensata in relazione ai nuclei familiari, perché il buono stato di salute delle famiglie - nonni, genitori, figli e nipoti - era la vera garanzia per la libertà dallo Stato e per il benessere della società. Quando il re Enrico VIII non solo pretese di decidere da solo dei suoi matrimoni, ma fece intendere di voler divenire capo supremo della Chiesa d'Inghilterra - giungerà a distruggere tutti i conventi e i monasteri e a cacciare tutti gli ordini religiosi dal regno - cercò di ritirarsi a vita privata.
Il re, però, non si accontento' del silenzio di Tommaso Moro, ma pretese un suo pronunciamento pubblico a favore delle pretese della corona. Tommaso Moro, in nome della voce della propria coscienza, si rifiutò di avallare le ingiuste pretese di Enrico VIII.
Il re, allora, lo fece rinchiudere nella Torre di Londra e lo fece poi uccidere tramite decapitazione, insieme al l'arcivescovo Fisher, il 6 luglio del 1535.
Sono stati pubblicati gli scritti di Moro dalla prigione della Torre nei quali risponde alla figlia che gli chiede di rinunziare alla verità per salvare la vita: in essi racconta della sua fede in Cristo e nell'eucarestia.
Shakespeare, alcuni decenni dopo il suo martirio, scrisse due opere, l'Enrico VIII e il Sir Thomas More - quest'ultimo venne interdetto dalla censura anglicana del tempo e rappresentato la prima volta solo dopo l'anno 2000 -, manifestando la grandezza di Moro, dinanzi alla pochezza del suo re.
Moro è maggiormente conosciuto come laico e filosofo, ma è stato riconosciuto come santo. Fu canonizzato da papa Pio XII nel 1935 e proclamato patrono degli statisti e dei politici da Papa Giovanni Paolo II nel 2000.