Le percentuali, sbagliate, di chi va a messa la domenica e la crisi ancora numericamente più grande della sinistra. Breve nota di Giovanni Amico
Riprendiamo sul nostro sito una nota di Giovanni Amico. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. Per ulteriori testi, cfr. la sezione Giustizia, carità e politica.
Il Centro culturale Gli scritti (3/9/2023)
C’è una questione che va posta e va posta senza che nessuno possa risolverla, perché una risposta è impossibile, a meno che non si sia in grado di decifrare il futuro.
Non c’è dubbio che c’è una crisi numerica di chi partecipa la domenica alla messa.
Anche se la percentuale del 20% che è stata sbandierata da tanti quest’estate è, purtroppo, chiaramente falsa – perché forse è negli anni ’60 che il 20% degli italiani andava a messa –, tale percentuale potrebbe lasciar pensare che, allora, la gente sarebbe ormai tutta schierata con le sinistre progressiste rispetto al cattolicesimo retrogrado e reazionario e la lontananza dal cristianesimo avrebbe avuto come conseguenza una crescita percentuale dell’intellighenzia e dei partiti di sinistra.
Invece no. La crisi della fede in Italia sta andando di pari passo con uno spostamento a destra del sentire della gente, della politica e anche del mondo culturale – non si dimentichi che l’intellighenzia ha bisogno di denaro, che i produttori teatrali, cinematografici, gli allestitori di mostre e così via hanno bisogno di finanziamenti.
Questa è la domanda che vale la pena porsi, anche se credo sia poi impossibile dare una risposta: perché l’Italia si allontana dalla fede e si sposta a destra?
Se il clima generale resta quello odierno e, anzi, si aggrava, c’è il serio rischio che alle prossime elezioni europee, trionfi in tutta Europa il centro-destra.
Cosa succede? Perché questa concomitanza di fattori?
Parliamone, non parliamo solo delle percentuali di chi va in chiesa. Perché La Repubblica è sempre più in crisi numericamente e perché gli stessi giornalisti contestano la direzione e perché quel quotidiano, un tempo rappresentativo di una parte dei lavoratori, si occupa ora anche e molto di Gossip?
E perché, contestualmente, meno gente va in chiesa e non si ritrova nelle posizioni del clero e dei laici credenti?
Perché ci troviamo in un momento di crisi concomitante della chiesa e della sinistra?
Dove sta portando il sentire della gente?