La drammatica scoperta della violenza che c’è in natura e i bambini della parrocchia di San Tommaso Moro, di Andrea Lonardo
Riprendiamo sul nostro sito una nota di Andrea Lonardo. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. Per ulteriori testi, cfr. la sezione Creato, natura, ecologia.
Il Centro culturale Gli scritti (3/9/2023)
Quest’estate un evento drammatico e inaspettato: tutti i bambini delle Comunioni che erano al campo sono entrati in crisi, tutti piangevano, non si sapeva più cosa fare dopo l’accaduto.
Il fatto è questo (statemi a sentire!... citazione).
Nella casa dove abitavamo tutti insieme c’erano tre magnifici pastori abruzzesi, buonissimi. I bambini li avevano soprannominati con infiniti nomi, i tre si facevano accarezzare, ci seguivano dovunque andassimo, erano ormai una sola cosa con i bambini e con noi.
Ebbene, in una gita abbiamo incontrato un quarto cane, molto più piccolo, che ha iniziato a seguirci e a familiarizzare con noi e con i tre pastori abruzzesi.
Subito i bambini gli hanno dato un nome: Alfonsino.
Per alcune ore sono stati in quattro: i tre pastori abruzzesi e Alfonsino.
Ma, appena ci siamo avvicinati alla casa del campo, il clima tra i quattro animali è cambiato: i bambini se ne sono subito accorti, c’era tensione.
Ad un certo punto è sembrato che il più piccolo Alfonsino scappasse, quando è riapparso vicino alla casa.
I tre pastori abruzzesi lo hanno circondato e azzannato e uno dei tre gli ha serrato i denti alla gola e lo ha ucciso.
Dovevate vedere i bambini, poveretti. Non avevamo mai visto una scena come questa.
“Hanno ucciso Alfonsino!” – gridavano.
Tutti piangevano, nessuno di noi preti e animatori sapeva bene cosa fare.
La cosa più incredibile era che i tre cani più grandi, immediatamente dopo avere ucciso Alfonsino, si erano distesi come sempre tranquillamente, in mezzo ai bambini, come niente fosse accaduto e aspettavano le loro coccole.
Qualcuno gli urlava: “Vi odio, avete ucciso Alfonsino”. Altri dicevano: “Siete bellissimi come prima”.
A scuola viene propinata ai bambini l’idea che la natura sia buona, mentre l’uomo sarebbe cattivo. I bambini erano preparati all’idea che l’uomo possa fare del male agli animali, ma che un animale facesse del male ad un altro animale, nessuno lo aveva mai detto loro.
Erano impreparati a che in natura gli animali potessero uccidersi fra di loro.
Il dramma si è poi tramutato in un grande momento formativo che ci ha unito ancora di più.
È stato pian piano possibile, man mano che si calmavano, spiegare ai bambini che gli animali non sono buoni o cattivi come gli uomini, ma che uccidono per istinto.
È stato possibile far capire loro che non è che gli animali non vengono uccisi se non li uccide l’uomo, perché gli animali carnivori hanno bisogno di uccidere per mangiare.
È stato possibile mostrare loro la differenza fra l’uomo e l’animale: un uomo prova sensi di colpa quando fa del male, i tre pastori abruzzesi, esattamente un secondo dopo l’uccisione del cane più piccolo, erano assolutamente tranquilli, senza nessuna memoria di ciò che avevano fatto e senza alcun sentore di malessere.
Abbiamo anche spiegato loro che, poiché tutto è stato creato da Dio, anche la creazione avrà un futuro, anche se non sappiamo precisamente cosa accadrà: “La creazione geme, aspettando la rivelazione dei figli di Dio” - dice San Paolo.
La cuoca, mentre spiegavamo ai bambini la differenza fra l’uomo e l’animale, si è espressa nel suo italiano semplicissimo: “È chiaro, gli animali non hanno l’anima”.
I bambini hanno scoperto il dramma della creazione che geme e soffre, aspettando la rivelazione del Cristo.
Non credo che dimenticheranno il momento. E noi con loro.