Attenti ai druidi! [I celti nella New Age e nella storia], di Cecilia Gatto Trocchi
Riprendiamo dal sito del GRIS – Gruppo di Ricerca e Informazione Socio-religiosa un articolo di Cecilia Gatto Trocchi, senza data di pubblicazione (https://www.gris.org/wp-content/uploads/sites/2/2019/02/Attenti-ai-druidi.pdf). Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. Per ulteriori testi, cfr. la sezione Storia e filosofia.
Il Centro culturale Gli scritti (3/9/2023)
Kingship and Sacrifice: la sezione del Museo Nazionale
d'Irlanda che presenta i cosiddetti Bog Bodies,
ritrovamenti archeologici che attesterebbero sacrifici umani
compiuti in relazione alla regalità nel mondo celtico
La moda dei celti e dei druidi non demorde. Ad Ognissanti ne abbiamo fatto un’indigestione a forza di presunte tradizioni “pagane” e feste celtiche. Si tira fuori Samaini e si ripete senza documentazione che il cristianesimo avrebbe trasformato questa festa in “Ognissanti”.
In realtà la festa è stata organizzata nell’Ottocento sulla spinta della moda horror. Samain o Samuin è il nome di un mese che corrisponde più o meno a novembre: la festa è citata ma non descritta per la prima volta in un testo irlandese detto prosaicamente La mucca grigia del 1100.
Sappiamo molto poco dei celti, che non scrivevano, né leggevano. I druidi bevevano birra mista a miele ed allucinogeni, e poi dicevano di sapersi trasformare negli animali della foresta.
In realtà i celti sono stati scelti per diffondere una mitologia di cui occorre scoprire le origini. Furono tutti riesumati nel fatidico anno 1717, lo stesso della fondazione della Massoneria.
Apparve allora il primo Ordine dei Druidi, creato nella stessa taverna in cui si fondò la Grande Loggia Madre, nell’Apple Tree Pub. La moda della magia celtica cominciò a farsi strada.
Da allora in poi vi fu una pioggia di finte leggende, si riesumarono miti su Mago Merlino, Stonehenge, il potere magico dei calderoni e del Graal e ogni sorta di falso storico. Le sette dei druidi si diffusero e oggi godono di discreto successo. Intanto il poeta Macpherson inventava un ipotetico bardo di cui pubblicò I canti di Ossian.
Si trattò di un falso clamoroso subito smentito da letterati e filologi.
Il neo-paganesimo celtico è votato esplicitamente a combattere la tradizione greco-romana e il cristianesimo. Lo scopo finale è la restaurazione delle dottrine, del paganesimo e della stregoneria chiamata “l’antica religione”. È l’alternativa più radicale al cattolicesimo.
Attraverso tali sette, la moda dei celti sta diventando un culto. La falsa mitologia vive e si rafforza nello spazio virtuale di Internet. Vi sono centinaia di siti che propongono megaliti illuminati dalla luna, pentoloni ribollenti, druidi dalla folta barba stile Asterix, falcetti per il vischio e centinaia di modi per vedere il futuro.
Per entrare nel misterioso santuario di Stonehenge basta digitare il sito “Druid’s Grove” e poi evocare i poteri delle divinità celtiche e accedere al sapere segreto. I siti propongono una mitica storia della religione celtica, magia, leggende e racconti propinati come autentici e tutte le procedure inventate su Samain…
Si insegna agli adepti che i malvagi cristiani negli ultimi secoli dell’Impero Romano distrussero deliberatamente i segreti dei druidi, privando l’umanità dei poteri magici. I segreti si mantennero nel folto delle foreste e passarono di bocca in bocca, sotto il velame delle favole con lupi parlanti, orsi bonari e fate potenti.
Per fortuna oggi si può operare on-line e tentare vari riti per trasformarsi in cervi (con tutte le corna) come l’antico dio Cernunnus oppure in sfrenate puledre in calore come la dea Epona. I riti vengono svelati a pagamento con musica gaelica, invocazioni a divinità dai nomi impronunziabili e purtroppo assunzioni di misture a base di droghe.
Il sito “Druid Fantasy” vende allucinogeni di vario tipo, capaci di far volare come le antiche streghe sul gandus, il bastone magico, diventato mestamente una scopa. Il sito “Alleanza celtica” è italiano e si propone di ricostruire l’antico paganesimo e premette in modo assolutamente ermetico di “non avere nulla a che fare con le vicende negative”.
A che cosa veramente si riferiscono questi druidi di Pinerolo? Forse ai sacrifici umani descritti da Giulio Cesare? Tutti gli storici seri affermano che mentre i greci accennano ai celti (detti anche galati), la fonte più autorevole resta il De bello gallico (vedi: Alexander Demandt, I Celti, Bologna, il Mulino, 2003; T.G. Powell, I Celti, Milano, il Saggiatore, 1996; Jan Filip, I Celti, Roma, Newton & Compton, 1995).
Caio Giulio Cesare descrive usi, costumi e pratiche del popolo che romanizzò al punto di far eleggere Senatori i capi delle tribù alleate, gesto di una tale magnanimità che va attentamente considerato. Sarebbe come se il Presidente degli Stati Uniti avesse mandato alla fine del 1945, senatori giapponesi al Congresso…
Cesare riferisce che i celti avevano degli enormi manichini di vimini intrecciati che riempivano di uomini vivi. Poi appiccavano il fuoco e gli sventurati morivano tra le fiamme (De bello gallico, VI, 16).
Per il dio Teutates si annegava la vittima in una botte di birra, mentre Esus – Marte gradiva che l’immolato fosse appeso ad un albero, ferito e lasciato dissanguare.
Molto apprezzate dal dio Taranis erano le teste mozzate, disposte a cerchio sulle palizzate dei suoi templi di legno. Anche trenta vittime venivano decapitate all’occorrenza. I cari druidi vaticinavano il futuro dal modo con cui cadeva il corpo della vittima, dalle convulsioni e dagli spasmi dell’agonia, dal colare del sangue. Se devo identificarmi con qualche persona indoeuropea, preferisco le Vestali!!
L’Imperatore Tiberio che non era certo una mammoletta bensì un soldataccio cresciuto negli accampamenti militari, disgustato dal persistere dei sacrifici umani, sciolse la confraternita dei druidi.
Ma la gente comune non se ne dolse, ben felice di adottare la lex romana che almeno tutelava qualche diritto.
L’Imperatore Claudio concesse a tutti i galli la possibilità di seguire il cursus honorum, la carriera magistrale. Da allora essi furono tutti romanizzati e strenui difensori dell’impero.
La valorosa Legio britannica composta rigorosamente da celti, difese Roma in varie province: Traiano la immortalò nella Colonna.
Ma ad opera dell’esoterismo massonico i druidi sono di nuovo tra noi. Tra le sette più attive oggi potete scegliere una vasta gamma di opzioni. C’è la Confraternita dei Druidi, Bardi e Ovati, la Chiesa Celtica Riformata, e gli attivissimi Missionari Celtici.
C’è poi il gran druida Isaac Bonewits della Comunità neo-pagana collegato con “La voce delle Streghe” e con la Wicca, la più grande associazione di neo-stregoneria, neo-paganesimo e magia celtica, gruppo che ho conosciuto da vicino.
Pagando 150 sterline, fui dichiarata Veleda (druida) a tutti gli effetti, durante un cerimoniale neo-pagano ad Hampstead. Il tempietto era colmo di simboli celtici e il gran druida di turno, un panciuto reduce del movimento di contestazione del 68, aveva in testa l’elmo con le corna e armeggiava con un falcetto d’argento. Era femminista, si abbuffava di carne di cinghiale che per lui “era considerata veicolo di immortalità”. Credeva nelle magie, metamorfosi, pietrificazioni e voli notturni sulla scopa, purché alimentati da tè verde alla marijuana. Lascio giudicare dal buon senso di ognuno.
Eppure i druidi servono, servono ad attaccare la tradizione greco-romana e cristiana, a far circolare false idee sulla magia, a proporre allucinogeni, ad allontanare dalla realtà per introdurre i giovani in un mondo di illusioni e di menzogne condivise.
Vorrei che ogni persona scegliesse le sue opzioni a ragione veduta, conoscendone i significati e le origini: siate druidi, ma sappiate che cosa significa. Mi rendo conto, si parva licet, che stimolare la coscienza razionale era la velleità di Socrate, cosa che lo portò diritto alla cicuta. Ma siamo in ballo, balliamo. Non le finte danze celtiche inventate nell’800, ma il saltarello romano, erede dei sacerdoti Salii, e celebriamo le nostre feste: chi vuol esser lieto, sia! Uniquique suum.