In lode della GMG di Lisbona: un evento sinodale, di Andrea Lonardo
Riprendiamo sul nostro sito una nota di Andrea Lonardo. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. Per ulteriori testi, cfr. le sezioni Teologia pastorale ed Ecclesiologia.
Il Centro culturale Gli scritti (6/8/2023)
Che cosa ha trovato un giovane alla GMG di Lisbona che non avrebbe potuto trovare nella propria parrocchia?
Essenzialmente un’esperienza di cattolicità. È la chiesa tutta intera, di ogni nazione e di ogni cultura che li si è incontrata.
Questo vuol dire gente di sinistra e di destra che pure si riconosce reciprocamente cristiana. Si noti bene non solo della sinistra e della destra italiana, ma della sinistra e della destra dell’intera Europa e dell’intero mondo.
La scoperta che Cristo è più importante dell’appartenenza partitica.
Non solo: ancor più un incontro di gente non solo di ogni cultura politica, ma più ancora di ogni cultura tout court. Asiatici (da cui proviene il Vangelo), europei, africani, americani, australiani.
La GMG di Lisbona è stata ancora una volta la scoperta che Cristo è più importante non solo dei partiti, ma della propria appartenenza nazionale, che pure resta decisiva.
Ancor più: che Cristo è degli uomini e delle donne! Una delle esperienze più sovente raccontate dai partecipanti alle diverse GMG è quella dell’innamoramento. “Lì, alla GMG, ho scoperto l’amore della mia vita, lì ho conosciuto l’uomo della mia vita, la donna della mia vita”.
Non facciamo gli pseudo-angelici: i ragazzi, grazie a Dio, si innamorano, quando si incontrano.
È la vera sinodalità di maschi che hanno una tale stima delle donne da sposarle e di donne che hanno una tale stima degli uomini da sposarli.
Tale innamoramento - che giungerà, se Dio vuole, al matrimonio - travalica anch’esso i confini. Sono nate coppie fra le diverse regioni italiane, fra francesi e spagnoli, tra americani e italiani, tra messicani e inglesi, tra colombiani e sudcoreani, tra australiani e congolesi, tra turchi e tedeschi.
Mi auguro che anche al Sinodo qualcuno dei non sposati che lì si incontrerà – anche se saranno pochi, perché la maggioranza sarà data certamente da persone già sposate o già consacrate – possa innamorarsi e sposarsi poi con qualcuno conosciuto proprio lì a Roma nell’assise sinodale e questo sarebbe un vero segno di una comunione ecclesiale che si realizza.
Alla GMG tutti i popoli, attraverso i loro giovani, hanno anche riconosciuto indirettamente che se ci furono contese e colpe di una nazione verso l’altra, tutto questo è niente rispetto al bene dell’evangelizzazione che una nazione ha ricevuto dall’altra.
Non c’è stata nessuna tensione fra giovani brasiliani e portoghesi, quasi che i primi dovessero fargliela pagare ai secondi per i fatti del passato, bensì la gratitudine di un incontro che, se ha conosciuto gravi colpe, nondimeno è stato benedizione nella trasformazione in positivo delle culture e della vita.
La GMG ha anche messo non solo fianco a fianco, ma insieme, giovani che sentono primariamente come propria la testimonianza di un agire sociale verso i più bisognosi e altri che sentono primario l'annuncio della fede come catechisti o come persone che scrivono sui social per fornire i motivi della fede. Per taluni il carisma proprio è quello della vicinanza ai più deboli materialmente, per altri il dono ricevuto da condividere è quello della misericordia intellettuale verso i confusi, per indicare la via di Dio. Di nuovo è una vera sinodolità in atto che fa sentire le diverse modalità di vita cristiana come complementari.
Ecco: la GMG non è un dato secondario, che possa essere banalizzato o fatto passare in sordina: è una delle tante forme di epifania della chiesa.
Guai a chi riconduce la chiesa al proprio gruppetto parrocchiale, quasi che esso sia il mondo.
No, anche la propria parrocchia è chiesa, ma esiste poi “la” chiesa.
A Lisbona si scopre che il Cristo è cercato ovunque, è amato ovunque. Che il mio Signore è anche il tuo Signore. Che è il Signore di tutti. Che è colui che manca a tutti.
Lo si scopre perché è il papa, il successore di Pietro, papa Francesco, ad invitare tutti i giovani, proprio lì, proprio con lui: questo fa la differenza.
P.S. Sulla questione della sinodalità, cfr. su questo stesso sito:
-La sinodalità è una questione scottante e viva in Italia: riguarda le due enormi questioni dell’orientamento politico e di un orientamento equilibrato nella proposta della fede. Breve nota di Andrea Lonardo
-Il grande rischio del clericalismo dei laici e la vera sinodalità, di Andrea Lonardo