In lode del clero romano, in una Roma che logora, di Andrea Lonardo
Riprendiamo sul nostro sito una nota di Andrea Lonardo. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. Per ulteriori testi, cfr. la sezione Teologia pastorale.
Il Centro culturale Gli scritti (11/6/2023)
Sento il desiderio di lodare il clero romano (preti e diaconi).
Roma è una città che logora. Che uccide i laici, ma anche i preti. Spostarsi nel traffico da un lato all’altro della città annienterebbe la resistenza di qualsiasi persona.
La confusione, le lungaggini burocratiche delle leggi cittadine - che rallentano infinitamente le più piccole azioni che si debbono compiere, che rendono quasi impossibile qualsiasi intervento di miglioramento edilizio, che impediscono quasi la carità, poiché non si è liberi nemmeno di chiedere ad una persona di compiere un lavoretto perché potrebbe sorgerne una vertenza -, sfiancano anche i preti.
Nonostante questo i preti, come i laici, restano al loro posto e continuano la loro pacifica battaglia per il bene.
Anche il momento ecclesiale in cui ci troviamo è estremamente complesso. Tutto è da fare in questo “ospedale da campo” – per utilizzare le bellissime espressioni di papa Francesco -, dove la gente ha ferite mortali, e, nonostante questo, i preti e i diaconi lottano e lavorano senza risparmio.
Si lavora ad un’armonia teologica che verrà, ad una pastorale che si deve costruire, ma che è tutta ancora da scoprire, ad una visione condivisa di cosa sia una parrocchia, di cosa sia una pastorale d’ambiente, di come debba maturare l’Iniziazione cristiana - problematico ed interessante è che metà dei cristiani sia di centro-destra e metà di centro-sinistra e che si debba costruire una comunione dei due schieramenti, così come è da costruire una comunione fra chi sottolinea una maggiore attenzione alle questioni sociali e chi una maggiore attenzione all’esplicito annunzio del Vangelo, con una capacità apologetica dinanzi alle tante argomentazioni contro la fede in cui crescono le nuove generazioni.
Ebbene il clero (preti e diaconi) resta incardinato nella realtà, fedele al proprio impegno, centrato sull’essenziale, con grande amore alle parrocchie: tutti sanno che la parrocchia non può tutto e che tante azioni dovranno essere svolte dalla pastorale d’ambiente (vedi la scuola, l’università e il lavoro), eppure intanto vivono con passione la costruzione delle comunità parrocchiali, annunciando la fede e costruendo cultura.
Il clero non lavora a ore, non ha orari di lavoro, non cessa di servire ad ogni ora del giorno e della notte e senza guardare a giorni lavorativi e festivi.
Lode, insomma, a chi fatica, senza risparmiarsi, mai. Tale è il clero di Roma, tranne eccezioni.