L’odium fidei fu la motivazione prevalente dell’agire dei carnefici. La Comune di Parigi del 1871, infatti, oltre a istanze socio-politiche, presentò evidenti risvolti antireligiosi. Beatificazione e dichiarazione di martirio di Henri Planchat, Ladislas Radigue e 3 Compagni. Durante la carcerazione, pregarono e confessarono gli altri prigionieri
1/ Beatificazione o Dichiarazione di martirio dei Servi di Dio Enrico Planchat, Ladislao Radigue e 3 compagni
Riprendiamo sul nostro il decreto di Beatificazione o Dichiarazione di martirio dei Servi di Dio Enrico Planchat, Ladislao Radigue e 3 compagni, emesso dalla Congregazione delle Cause dei Santi il 25/11/2021. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. Per ulteriori testi, cfr. la sezione Maestri nello Spirito e Il settecento e i primi dell'ottocento.
Il Centro culturale Gli scritti (29/5/2023)
Congregazione delle Cause dei Santi
Parigi
Beatificazione o Dichiarazione di martirio dei Servi di Dio Enrico Planchat Sacerdote professo dell’Istituto dei Religiosi di San Vincenzo de’ Paoli e Ladislao Radigue e 3 compagni Sacerdoti professi della Congregazione dei Sacri Cuori di Gesù e Maria nonché dell’Adorazione perpetua del Santissimo Sacramento dell’Altare
(† 26 maggio 1871)
DECRETO SUL MARTIRIO
“Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia” (Mt 5, 11).
Dal 18 marzo al 28 maggio 1871 l’insurrezione scoppiata nella capitale francese, che ha nome La Commune de Paris, tentò di stabilire una forma di governo autonoma rispetto a quello della Repubblica di Francia e un programma sociale fedele ai valori del razionalismo e del socialismo libertario. I comunardi ritenevano che, per superare l’antico regime e promuovere una nuova forma di società, la religione cristiana fosse da sopprimere. Da subito infatti scatenarono violenza e persecuzione contro la Chiesa, saccheggiarono molti edifici sacri e condussero in catene centinaia di religiosi. Quando il 21 maggio di quell’anno l’esercito dei soldati regolari francesi ebbe cinto d’assedio Parigi, infuriarono per un’intera settimana, detta “settimana sanguinosa”, atroci battaglie. In quegli stessi giorni i leader dell’insurrezione portarono a compimento il piano di esecuzione di quelli che consideravano oppositori. Fra le vittime, diedero la vita per amore di Cristo e della Chiesa il primo sacerdote dell’Istituto dei Religiosi di San Vincenzo de’ Paoli e quattro sacerdoti della Congregazione dei Sacri Cuori di Gesù e Maria nonché della Perpetua Adorazione del Sacratissimo Sacramento dell’Altare, che il 26 maggio 1871 furono violentemente uccisi, con colpi di fucile e armi da taglio.
Questi sono i Servi di Dio:
1. Enrico Planchat nacque a Bourbon-Vendée l’8 novembre 1823. Mentre studiava teologia a Parigi, si dedicò all’aiuto dei poveri all’interno della Società di San Vincenzo de’ Paoli, dove conobbe il Venerabile Servo di Dio Jean-Léon Le Prevost, che aveva fondato i Fratelli di San Vincenzo de’ Paoli. Ricevuta l’ordinazione sacerdotale il 21 dicembre 1850, dopo tre giorni entrò nel nuovo Istituto vincenziano, di cui divenne il primo sacerdote. Insieme ai confratelli religiosi, dedicò il suo ministero pastorale ai lontani dalla Chiesa nei quartieri poveri della periferia di Parigi, in mezzo ad innumerevoli difficoltà sociali. Portò avanti opere di assistenza spirituale e materiale in favore delle famiglie e dei giovani, degli ammalati, degli immigrati e dei giovani soldati. Vero apostolo dell’adorazione al Santissimo Sacramento e della Comunione frequente, insegnava la dottrina cristiana ai fanciulli, che preparava a ricevere la Prima Comunione.
2. Ladislao Radigue (al secolo: Armando Pietro) nacque l’8 maggio 1823 a Saint-Patrice-du-Désert, vestì l’abito della Congregazione dei Sacri Cuori e professò i voti perpetui il 7 marzo 1845. Fu ordinato sacerdote il 22 aprile 1848. Svolse per vent’anni il ruolo di Maestro dei novizi, poi di Vicario Generale della Congregazione e infine di Superiore della Casa Madre nel quartiere parigino di Picpus.
3. Policarpo Tuffier (al secolo: Giulio) nacque il 14 marzo 1807 a Le Malzieu. Nel periodo dell’infanzia studiò presso il collegio della Congregazione dei Sacri Cuori, dove maturò la propria vocazione. Emise la professione religiosa il 14 maggio 1823. Promosso al presbiterato nel 1830, fu parroco, cappellano delle Suore e Superiore del collegio in varie città. Infine divenne Procuratore e Consigliere Generale della Congregazione. Si distingueva per la profondità della sua predicazione.
4. Marcellino Rouchouze (al secolo: Giovanni Maria) nacque a Saint-Julien-en-Jarez il 14 dicembre 1810. Pronunciò i voti religiosi nelle mani del Servo di Dio Marie Joseph Coudrin, fondatore della Congregazione dei Sacri Cuori, il 2 febbraio 1837. Poiché era docente di latino, di matematica e di filosofia, fu mandato a lavorare in Belgio nei Collegi della Congregazione. Sebbene si considerasse per umiltà indegno del presbiterato, fu convinto ad essere ordinato sacerdote per il bene delle anime il 5 giugno 1852, all’età di 42 anni. Uomo di carattere sereno e puro di cuore, fu chiamato a Parigi come Segretario Generale della Congregazione.
5. Frézal Tardieu (al secolo: Giovanni Pietro Eugenio) nacque a Chasseradès il 18 novembre 1814 ed emise la professione religiosa il 6 aprile 1839 nella Congregazione dei Sacri Cuori. Fu promosso al presbiterato fra aprile e ottobre 1840. Dopo essere stato Maestro dei novizi a Vaugirard, a Louvain in Belgio e a Issy, si trasferì come Consigliere Generale della Congregazione a Parigi, dove continuò l’attività di insegnamento della teologia dogmatica. Dotato di eccellenti doti di intelletto, diede continuamente prova di straordinaria carità.
Il Servo di Dio Enrico Planchat fu imprigionato il 6 aprile 1871, Giovedì Santo. Il 12 aprile dello stesso anno, mercoledì dell’Ottava di Pasqua, i comunardi irruppero nella Casa Madre della Congregazione dei Sacri Cuori, derubarono gli arredi di culto, profanarono persino le Specie Eucaristiche e condussero in catene gli altri quattro Servi di Dio.
Tutti rimasero in isolamento per quaranta giorni all’interno del carcere di Mazas, poi furono trasferiti con numerosi altri ecclesiastici nel carcere dei condannati de La Grande Roquette. Il 26 maggio la folla e i soldati, imbevuti di odium fidei, li prelevarono e li trascinarono via, poi in una villa di rue Haxo iniziarono la strage, i Servi di Dio furono uccisi e i loro cadaveri dileggiati.
Prima di essere arrestati, i Servi di Dio erano consapevoli del pericolo che correvano ma, nonostante potessero darsi alla fuga, preferirono restare a Parigi per assolvere i loro doveri sacerdotali. Il Servo di Dio Enrico Planchat, avvisato della probabile cattura, rimase al suo posto per ascoltare la confessione dei fedeli in vista della Pasqua. Per tutto il tempo della prigionia i Servi di Dio pregavano, si impartivano l’un l’altro l’assoluzione dei peccati e confessavano gli altri prigionieri penitenti. Riuscirono anche a ricevere la Santa Comunione, che donne pie portarono loro di nascosto.
La fama del martirio dei Servi di Dio si diffuse immediatamente dopo la loro uccisione e si è conservata negli anni fino al giorno d’oggi. Per questo se ne istruì la Causa di beatificazione, ovvero di riconoscimento del martirio. Presso la Curia ecclesiastica di Parigi si celebrò un primo Processo informativo dall’8 marzo 1897 all’8 agosto 1900, nonché l’Inchiesta diocesana dal 29 ottobre 2015 al 4 maggio 2016. Questa Congregazione delle Cause dei Santi emise il decreto sulla validità giuridica il 27 ottobre 2016. La Positio, una volta approntata, è stata sottoposta al giudizio dei Consultori Storici il 20 ottobre 2020. Si è quindi discusso, secondo l’iter consueto, se quello dei Servi di Dio sia stato un vero e proprio martirio. L’11 maggio 2021 i Consultori Teologi hanno espresso il loro parere affermativo. I Padri Cardinali e Vescovi, riuniti nella Sessione Ordinaria del 19 ottobre dello stesso anno, hanno riconosciuto che i Servi di Dio sono stati uccisi per la loro fedeltà a Cristo e alla Chiesa.
Il sottoscritto Cardinale Prefetto ha quindi riferito tutte queste cose al Sommo Pontefice Francesco. Sua Santità, accogliendo e confermando i voti della Congregazione delle Cause dei Santi, ha oggi dichiarato: è provato il martirio, e la sua causa, dei Servi di Dio Enrico Planchat, Sacerdote professo dell’Istituto dei Religiosi di San Vincenzo de Paoli e Ladislao Radigue e 3 Compagni, Sacerdoti professi della Congregazione dei Sacri Cuori di Gesù e di Maria nonché dell’Adorazione Perpetua del Santissimo Sacramento dell’Altare, nel caso e per il fine di cui si tratta.
Il Sommo Pontefice ha poi disposto che il presente decreto venga pubblicato e inserito negli atti della Congregazione delle Cause dei Santi.
Dato a Roma il 25 novembre nell’anno del Signore 2021.
Marcello Card. Semeraro Prefetto
+ Fabio Fabene Arciv. tit. di Montefiascone Segretario
2/ Henri Planchat, Ladislas Radigue e 3 Compagni († 1871), martiri della Comune di Parigi
Riprendiamo sul nostro alcune note poste a premessa del decreto di Beatificazione o Dichiarazione di martirio dei Servi di Dio Enrico Planchat, Ladislao Radigue e 3 compagni (https://www.causesanti.va/it/santi-e-beati/henri-planchat-ladislas-radigue-e-3-compagni.html). Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. Per ulteriori testi, cfr. la sezione Maestri nello Spirito e Il settecento e i primi dell'ottocento.
Il Centro culturale Gli scritti (29/5/2023)
Dopo la sconfitta della Francia nella guerra Franco-Prussiana, il 4 settembre 1870 un gruppo di deputati repubblicani dichiarò finito l’impero di Napoleone III e proclamò il ritorno della Repubblica. In opposizione al nuovo governo repubblicano insediatosi a Versailles, dal 18 marzo al 28 maggio 1871, la costituita “Comune di Parigi” istaurò uno stato autonomo indipendente da quello francese, ispirato agli ideali socialisti libertari.
L’esercito regolare francese cinse d’assedio Parigi per mettere fine alla Comune e, il 21 maggio 1871, entrò in città. La battaglia per le vie cittadine fu violenta e sanguinosa e si prolungò per una settimana con migliaia di morti, incendi e distruzioni, soprattutto, da parte dei comunardi, contro militari, ecclesiastici e cittadini ritenuti contrari alla Comune.
La Causa in parola tratta del martirio del primo sacerdote dell’Istituto dei Religiosi di San Vincenzo de’ Paoli, e di quattro sacerdoti appartenenti alla Congregazione dei Sacri Cuori di Gesù e Maria nonché della Perpetua Adorazione del Sacratissimo Sacramento. Essi furono uccisi a Parigi il 26 maggio 1871, durante la Semmaine sanglante.
I Martiri sono:
1. Henri Planchat nacque a Bourbon-Vendée l’8 novembre 1823. Mentre studiava teologia a Parigi, si dedicò all’aiuto dei poveri all’interno della Società di San Vincenzo de’ Paoli, dove conobbe il Venerabile Servo di Dio Jean-Léon Le Prevost, che aveva fondato i Fratelli di San Vincenzo de’ Paoli. Ricevuta l’ordinazione sacerdotale il 21 dicembre 1850, dopo tre giorni entrò nel nuovo Istituto vincenziano, di cui divenne il primo sacerdote. Insieme ai confratelli religiosi, dedicò il suo ministero pastorale ai lontani dalla Chiesa nei quartieri poveri della periferia di Parigi, in mezzo ad innumerevoli difficoltà sociali. Portò avanti opere di assistenza spirituale e materiale in favore delle famiglie e dei giovani, degli ammalati, degli immigrati e dei giovani soldati. Vero apostolo dell’adorazione al Santissimo Sacramento e della Comunione frequente, insegnava la dottrina cristiana ai fanciulli, che preparava a ricevere la Prima Comunione.
2. Ladislas Radigue (al secolo: Armand Pierre) nacque l’8 maggio 1823 a Saint-Patrice-du-Désert, vestì l’abito della Congregazione dei Sacri Cuori e professò i voti perpetui il 7 marzo 1845. Fu ordinato sacerdote il 22 aprile 1848. Svolse per vent’anni il ruolo di Maestro dei novizi, poi di Vicario Generale della Congregazione e infine di Superiore della Casa Madre nel quartiere parigino di Picpus.
3. Polycarpe Tuffier (al secolo: Jules) nacque il 14 marzo 1807 a Le Malzieu. Nel periodo dell’infanzia studiò presso il collegio della Congregazione dei Sacri Cuori, dove maturò la propria vocazione. Emise la professione religiosa il 14 maggio 1823. Promosso al presbiterato nel 1830, fu parroco, cappellano delle Suore e Superiore del collegio in varie città. Infine divenne Procuratore e Consigliere Generale della Congregazione. Si distingueva per la profondità della sua predicazione.
4. Marcellin Rouchouze (al secolo: Jean-Marie) nacque a Saint-Julien-en-Jarez il 14 dicembre 1810. Pronunciò i voti religiosi nelle mani del Servo di Dio Marie Joseph Coudrin, fondatore della Congregazione dei Sacri Cuori, il 2 febbraio 1837. Poiché era docente di latino, di matematica e di filosofia, fu mandato a lavorare in Belgio nei Collegi della Congregazione. Sebbene si considerasse per umiltà indegno del presbiterato, fu convinto ad essere ordinato sacerdote per il bene delle anime il 5 giugno 1852, all’età di 42 anni. Uomo di carattere sereno e puro di cuore, fu chiamato a Parigi come Segretario Generale della Congregazione.
5. Frézal Tardieu nacque a Chasseradès il 18 novembre 1814 ed emise la professione religiosa il 6 aprile 1839 nella Congregazione dei Sacri Cuori. Fu promosso al presbiterato fra aprile e ottobre 1840. Dopo essere stato Maestro dei novizi a Vaugirard, a Louvain in Belgio e a Issy, si trasferì come Consigliere Generale della Congregazione a Parigi, dove continuò l’attività di insegnamento della teologia dogmatica. Dotato di eccellenti doti di intelletto, diede continuamente prova di straordinaria carità.
Il loro martirio materiale è sufficientemente provato. Essi furono arrestati a Parigi in momenti e luoghi diversi: il giovedì santo, 6 aprile 1871, per P. Planchat e il 12 aprile, mercoledì di Pasqua, per gli altri. Furono detenuti prima presso la caserma di polizia, poi trasferiti al carcere di Mazas e infine in quello de La Grande Roquette. Furono uccisi violentemente il 26 maggio 1871, con colpi di fucile e armi da taglio. I cadaveri furono dileggiati dalla folla.
L’odium fidei fu la motivazione prevalente dell’agire dei carnefici. La Comune, infatti, oltre a istanze socio-politiche, presentò evidenti risvolti antireligiosi: per superare l’ancien régime e promuovere nuove forme di società, alcuni comunardi videro nella religione cristiana e nei suoi esponenti un ostacolo da eliminare. Vennero arrestati solo perché sacerdoti. L’odium fidei è anche confermato dall’accanimento perpetrato contro i religiosi da parte della folla inferocita e dagli atti di saccheggio di luoghi e arredi dediti al culto. Nella Casa Madre della Congregazione dei Sacri Cuori di Gesù e Maria furono profanati le Specie Eucaristiche e gli oggetti sacri.
Riguardo al martirio formale ex parte victimarum, i Martiri erano consapevoli dei rischi che correvano. Avrebbero potuto lasciare Parigi, ma preferirono restare ad assolvere il loro servizio ministeriale. Henri Planchat, avvisato della possibilità di un arresto, rimase al suo posto per confessare i fedeli in vista della Pasqua. Durante la carcerazione pregarono e confessarono gli altri prigionieri.
La fama del loro martirio e dei segni si diffuse immediatamente dopo la loro uccisione e si mantenne negli anni, sino a giungere ai nostri giorni.