Venduto all’asta il Codice Sassoon, la più antica Bibbia ebraica. Il manoscritto, databile tra la fine del IX e l'inizio del X secolo d.C., messo in vendita dalla casa d'aste Sotheby's il 16 maggio (da Terrasanta.net)
Riprendiamo dal sito Terrasanta.net un articolo redazionale pubblicato il 15/3/2023. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. Per ulteriori testi, cfr. la sezione Sacra Scrittura.
Il Centro culturale Gli scritti (21/5/2023)
Il Codice Sassoon, scritto da una sola mano su
quasi 400 fogli di pergamena, ha fissato e preservato
il testo della Bibbia ebraica come lo conosciamo
oggi. (foto: gentile concessione di Sotheby's)
Una copertina in pelle sobria, quasi banale, racchiude un tesoro: le 400 pagine manoscritte del Codice Sassoon, la versione più antica e completa della Bibbia ebraica a noi nota. Il testo sarà messo all’asta il prossimo 16 maggio da Sotheby’s. Una vendita che si preannuncia storica, anche per il valore stimato del Codice: tra i 30 e i 50 milioni di dollari, che potrebbe renderlo il documento storico più costoso mai venduto sino ad oggi.
Per Bibbia ebraica (o Tanakh) intendiamo i 24 libri scritti in ebraico e raccolti in tre parti: il Pentateuco (Torah), i Profeti (Nevi’im) e gli Scritti (Ketuvim). Sono il fondamento dell’ebraismo e costituiscono l’Antico Testamento cristiano. Anche l’islam presta particolare attenzione alle narrazioni della Bibbia ebraica. Molte sono incluse nel Corano o nella letteratura islamica.
Quasi intatto dopo un millennio
Il Codice Sassoon fu probabilmente copiato tra il Nono e il Decimo secolo d.C. Quasi mille anni dopo, il suo stato di conservazione è quasi perfetto. Mancano solo cinque pagine (con i primi dieci capitoli della Genesi).
È possibile seguirne la traccia attraverso i secoli grazie agli appunti lasciati dai vari proprietari. Si eclissa, però, intorno al XIII secolo, quando fu distrutta la sinagoga nel nord della Siria dove la copia della Bibbia veniva utilizzata.
Il Codice riemerge 600 anni dopo, nel 1929, durante un’asta nella quale viene acquistato da colui che gli darà il suo nome attuale: David Solomon Sassoon (1880-1942), un britannico che ha riunito la più importante collezione di testi ebraici al mondo. Da quel momento il Codice è rimasto in collezioni private. Attualmente è di proprietà di Jacqui Safra, un banchiere svizzero le cui radici familiari si trovano in Siria.
Oggi come oggi ci sono altri due codici della Bibbia ebraica, ma nessuno è antico o completo quanto il Sassoon. Il Codice di Aleppo, conservato nel Museo di Israele a Gerusalemme, fu copiato nel 930, ma un terzo delle sue pagine scomparve nel 1947. Il Codice di Leningrado, di proprietà della Biblioteca Nazionale Russa di San Pietroburgo, è integro, ma risale al 1008 circa.
Così la Bibbia è giunta sino a noi
Parliamo di codici preziosi anche perché ci aiutano a capire come il testo biblico sia stato fissato e poi trasmesso nella forma che conosciamo oggi. I primi manoscritti biblici ebraici conosciuti sono i Rotoli del Mar Morto, che risalgono a un arco di tempo tra il Terzo secolo a.C. e il Primo secolo d.C. Da quel momento in poi ci sono 700 anni di “silenzio”. Durante questo periodo, la Bibbia ebraica veniva trasmessa oralmente.
Versioni complete della Bibbia ebraica non compaiono fino al Nono secolo. I Codici sono un ponte tra i primi manoscritti trovati in riva al Mar Morto e il testo biblico che leggiamo oggi. «È come passare da zero a 100», ha detto al quotidiano The New York Times Sharon Mintz, specialista in libri e manoscritti giudaici presso Sotheby’s. «Hai sette secoli di buio, e poi tutto questo testo standardizzato e preciso della Bibbia ebraica che oggi è autorevole e che coincide con quello letto e studiato in tutto il mondo».
Quello riprodotto in questa Bibbia è noto come testo masoretico. I Masoreti furono scribi che vissero in Palestina e a Babilonia dal Sesto al Decimo secolo circa, e che svilupparono un sistema di annotazione dell’ebraico fatto di punti e accenti per garantire che la parola divina fosse letta e trasmessa correttamente e in modo uniforme.
Il codice riflette il lavoro dei Masoreti, gli scribi
che crearono un sistema di notazioni che
dettagliavano come il testo doveva essere scritto
e pronunciato (foto: gentile concessione di Sotheby’s)
Sebbene gli studiosi siano consapevoli della sua importanza dalla fine degli anni Sessanta del secolo scorso, il Codice Sassoon è rimasto largamente ignorato dal pubblico: la sua ultima apparizione risale a 40 anni fa.
[…] Fino al 2021, il record per il libro più costoso mai venduto era detenuto dal Codice Leicester, un manoscritto di Leonardo da Vinci acquistato da Bill Gates nel 1994 per 30,8 milioni di dollari. Fu detronizzato dalla prima stampa della Costituzione americana, acquistata per 43,2 milioni di dollari dall’investitore Ken Griffin.