Don Milani dal vivo e senza «sdottorare». Il racconto in presa diretta di don Mario Landi che si recò a Luco e a Barbiana da seminarista, di nascosto, per conoscere quel prete ribelle ed esiliato del quale annoterà frasi e modi, di Michele Brancale
Riprendiamo da Avvenire un articolo di Michele Brancale pubblicato il 12/4/2023. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. Per ulteriori testi, cfr. la sezione Teologia pastorale.
Il Centro culturale Gli scritti (21/5/2023)
Don Lorenzo Milani tra i suoi
ragazzi a Barbiana - archivio
Abbassando per una frazione di secondo lo sguardo e accompagnando questo movimento con un sospiro e un sorriso, Michele Gesualdi, uno dei primi sei ragazzi di Barbiana, avrebbe detto: «Su don Milani si sdottora troppo». E con ogni possibilità questo verbo Gesualdi lo aveva appreso proprio dal priore, che non amava “sdottorare” né fare citazioni di questo e quello per dare prova di sapienza, ma ricondurre le cose all’essenziale. Un esatto elenco dei libri che leggeva, compresi quelli di teologia che si faceva mandare dalla Francia e dalla Germania, potrebbe dirci molto di quanto sta alla radice di alcune riflessioni di don Milani. Nel frattempo escono continuamente libri su di lui, forse con qualche “sdottoramento” e c’è da aspettarsi qualcosa in questo senso nell’anno, il 2023, del centenario dalla nascita. Ma tutto questo può essere visto positivamente, come segno di quell’attenzione e di quelle domande che don Lorenzo, il politicamente scorretto don Lorenzo, continua a suscitare.
Il punto è riuscire a distinguere cosa aggiunge di nuovo e di vero alla figura di don Milani. Mentre si porta a maturazione l’esigenza di storicizzare, sono usciti alcuni volumi che gettano luce su Milani quando non era ancora “il priore di Barbiana” e nemmeno il cappellano di San Donato a Calenzano, ma seminarista che torna a Montespertoli, dove la sua famiglia possedeva la tenuta ‘La Gigliola’, durante il passaggio del fronte nel ’44, quando il Seminario viene chiuso. A questo riguardo si può leggere di Valeria Milani Comparetti Don Milani e suo padre, carezzarsi con le parole – Testimonianze inedite dagli archivi di famiglia (Edizioni Conoscenza, Roma, 2017) e di Stefania di Pasquale e Giulia Margherita Lizzio I Weiss e Don Milani: la famiglia materna del Priore di Barbiana raccontata per immagini (Edizione Lgm 2023). Altri contributi importanti sono quelli su Milani pittore. In questi giorni esce un libro che aggiunge davvero qualcosa e che può essere letto in modo complementare a L’esilio di Barbiana di Michele Gesualdi (San Paolo, 2016, prefazione di Andrea Riccardi e postfazione di Luigi Ciotti) e alla nuova edizione delle Lettere (con prefazione del cardinale Matteo Zuppi). Lo ha scritto Mario Landi, attuale rettore del convitto ecclesiastico di Firenze, che fu parroco a Vicchio del Mugello dal ’64 al ‘66, e prima ancora giovane seminarista che con un altro coetaneo con la sua stessa vocazione, Serafino Ceri, frequentò don Lorenzo e Barbiana.
Landi è autore di Tutto al suo conto. Don Lorenzo Milani. Con Dio, con l’uomo (San Paolo). Il titolo è ispirato al testamento di don Lorenzo contenuto nelle lettere. Landi trascriveva frasi e pensieri del priore che aveva incontrato nel ’58. Serafino Ceri gli aveva parlato di don Milani. «Serafino era di un anno avanti a me negli studi - ricorda -. Un giorno parlavo con lui dei preti da cui andavamo in cerca e amavamo frequentare al di fuori della cerchia del seminario per alimentare la nostra vita spirituale e per soddisfare la nostra voglia di novità culturali. “Io ho conosciuto don Milani - mi disse - ma è tutta un’altra cosa“. Il discorso finì lì, ma fu accompagnato da un gesto della mano che voleva dire qualcosa di superiore e di diverso».
Il passo successivo fu a Luco di Mugello, dove Landi incontrò don Milani alla messa del luogo, dove il priore sostituiva il parroco e dove lo invitò a Barbiana, il centro di un altro mondo. «Io gli esercizi spirituali li faccio a Barbiana tutti i giorni. Ho tempo per pensare e per pregare. Vengono pure i preti a fare gli esercizi spirituali con me», annota don Landi, che individua in lui «il cuore di un monaco», «preciso in fatto di liturgia, come lo era in tutte le altre disposizioni della Chiesa».
«Il mio consiglio - raccomanda - è che ognuno legga don Milani anche senza una guida, senza farlo passare attraverso griglie teologiche, storiche o pedagogiche. Perché lui non fa teoria e si concede al lettore, invitandolo a prendere le decisioni importanti per la vita. La sua scrittura è potente ma se la metti sul tavolo anatomico e la scomponi secondo i tuoi criteri, perde la sua forza perché perde l’ispirazione che l’ha generata».
E c’è una forza profonda nei pensieri che Landi ha trascritto e che sono frutto proprio di questa ispirazione: «Io non so che cosa è meglio per me. Lo sa solo Dio. Lui mi ha messo qui e qui io sto, sicuro di essere al posto giusto, perché non l’ho scelto io. Qui so cosa fare. Concentrati su poche cose, non preoccuparti né per il domani né di voler salvare il mondo. La scienza andrà avanti, gli uomini scopriranno sempre cose nuove, ricaveranno bistecche dal mare... Che t’importa? La Chiesa non è chiamata a risolvere i problemi del mondo. Tu fai la tua scelta: ti è richiesta la fedeltà al posto che ti è stato assegnato. L’importante è amare le persone che Dio ci ha messo vicino».
L’imitazione di Gesù passa per una scelta puntuale: «Bisogna amare concretamente tutto quello che Dio stesso ama, e prima di tutto i poveri. Questo vuol dire far la volontà di Dio». Sui poveri e don Milani si è scritto tanto. Il priore parla a Landi di «immenso inganno di cui fanno le spese i poveri», ne declina alcune situazioni e rigetta il materialismo: «Il comunismo ha ingannato i poveri due volte: primo, non ha dato loro il pane che aveva promesso; secondo, ha rubato loro l’anima».
D’altra parte c’è il timore della mondanità e dei preti da salotto: «Chi si avvicina ai ricchi... ne assume i modi e la mente, perché vede che la loro vita è in apparenza più facile. E così passa dalla loro parte».
Sono solo alcuni dei corsivi custoditi da don Mario, un distillato di quanto rivela Tutto al suo conto insieme a considerazioni, situazioni e legami non ancora esplorati. Un libro dalle pagine preziose; un libro che aggiunge.