Del Dalai Lama e del suo bacio sulla lingua. Nota brevissima e non polemica di Giovanni Amico
Riprendiamo sul nostro sito una riflessione di Giovanni Amico. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. Per ulteriori testi, cfr. le sezioni Religioni dell’estremo Oriente e Dell’invecchiare.
Il Centro culturale Gli scritti (16/4/2023)
Chiedo ad un amico sapiente che conosce bene il buddismo cosa pensare del video amatoriale in cui si vede il Dalai Lama chiedere ad un bambino di baciargli la lingua. Mi risponde che è vero che il gesto di baciarsi sulla lingua è abituale in taluni gruppi dell’oriente buddista e che è sbagliato vedervi un’oscenità sessuale, alla maniera occidentale.
Completa il suo pensiero aggiungendo che solo i fondamentalisti del buddismo difendono, però, a spada tratta quello che il Dalai Lama ha fatto. Esiste la tradizione del Che Le Sa, Mangia la mia lingua, ma abitualmente non lo si chiede ad un bambino
Si dovrebbe ammettere - aggiunge - che ormai egli è vecchio, che ha 88 anni e che non è più pienamente padrone di sé stesso.
La sua grande anima non può impedire al corpo e alla mente invecchiati di compiere atti che un buddista non compirebbe. Senza per questo vedervi malizia, appunto. Il Dalai Lama è sempre stato un burlone ed ora, in tarda età, lo è in maniera esagerata perché manca talvolta di una piena padronanza dei suoi atti e delle sue parole.
Perché non esiste solo la nostra anima, ma, come insegna la fede cristiana, anche il corpo: noi siamo il nostro corpo, e non abbiamo semplicemente un corpo che si possa dimenticare o mettere a parte.
Forse questo è tutto, niente di più e niente di meno.