La libertà religiosa nell’Islam e le nozze della principessa di Giordania Iman, figlia del re Abdullah II, con Jameel Alexander Thermiotis di origini ortodosse. Breve nota di Andrea Lonardo
Riprendiamo sul nostro sito una nota di Andrea Lonardo. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. Per ulteriori testi, cfr. le sezioni L’Islam e la questione della libertà religiosa e Chiese ortodosse.
Il Centro culturale Gli scritti (2/4/2023)
Nel silenzio dei media occidentali, una questione giuridica e religiosa ha fatto dibattere il mondo islamico, quella delle nozze della principessa di Giordania Iman, figlia del re Abdullah II, con Jameel Alexander Thermiotis di origini cristiano-ortodosse.
L’Islam nega ancora oggi – così è sempre avvenuto nella sua storia – che una donna musulmana possa sposare un uomo ateo o di altra religione. Permette, invece, che un maschio musulmano possa sposare una donna atea o cristiana, perché essa, passando sotto la protezione del marito, non educherebbe comunque i figli alla fede cristiana e, quindi, essi diverrebbero musulmani.
Il portavoce della Casa Reale Giordana, Bashar Jarrar, ha con eleganza rifiutato di rispondere alle domande poste sia dall’opinione pubblica sia dagli imam di diverse moschee ,soprattutto al di fuori della Giordania, se lo sposo si fosse fatto musulmano e si fosse quindi, previamente al matrimonio, circonciso.
Come è noto, diversi esponenti del mondo islamico, consigliano di bypassare il problema della mancanza di fede islamica nel marito con la formalità della circoncisione, anche se nel cuore il maschio non intende in verità divenire musulmano.
Con una circoncisione senza adesione l’uomo ottempererebbe comunque alla legge islamica.
La Casa Reale Giordana è, però notoriamente, molto più aperta dell’Islam professato dal popolo e così il portavoce ha affermato che la fede dello sposo della principessa è una questione privata sulla quale i reali non intendono fornire precisazioni. In altre dichiarazione ha affermato che lo sposo non è particolarmente interessato a questioni religiose, evitando così di rispondere se il matrimonio sia avvenuto in maniera contrarie alle consuetudini islamiche antiche tuttora vigenti.
Vale la pensa ricordare che nell’Islam è a tutt’oggi sempre possibile entrare, ma è vietato uscire ed ogni musulmano che abbandonasse la fede islamica sarebbe di per sé passibile di pena.
Solo in tempi recentissimi, per la prima volta nella storia, in Marocco è stato ancora una volta il re – e non la popolazione o gli Imam – ad ammettere per legge la possibilità di battezzarsi (cfr. su questo stesso sito “Liberi di uscire dall’Islam”, svolta storica del Marocco, di Karima Moual).
Analogamente è stato, per la prima volta nella storia, il presidente tunisino ad affermare che è lecito per una donna sposare un uomo non musulmano (cfr. su questo stesso sito Svolta in Tunisia: anche le donne potranno sposare uomini di altre fedi. Fino ad ora era possibile solo per gli uomini, ma la decisione del presidente tunisino Essebsi apre nuove prospettive per i diritti delle donne, anche per gli altri paesi dell’area, di Karima Moual).
Per il dibattito sulla fede dello sposo della principessa di Giordania, cfr. la notizia Jordanian princess, Greek financier announce engagement – creating a stir in the Arab world. Speculation about the family background of the Jordanian king’s future son-in-law is making waves, in All Arab News, pubblicata il 13/7/2022 al link https://allarab.news/jordanian-princess-greek-financier-announce-engagement-creating-a-stir-in-the-arab-world/ e Jordanian Princess Will Get Married, Religious Background of Future Husband Becomes Debate, pubblicata su Indonesian Post ora non più on-line.
N.B. (5/4/2023)
I sovrani e i presidenti di nazioni islamiche sono spesso più illuminati della popolazione che governano. Se si mettessero ai voti determinate loro posizioni, probabilmente verrebbero bocciate. Importante è sempre il dato demografico che attesta come le famiglie religiose nell'Islam siano più prolifiche rispetto a quelle meno religiose: ciò comporta che, spesso, posizioni che furono un tempo accettate, possono invece divenire poi interdette (si veda, ad esempio, il caso della legislazione turca che, imposta in senso liberale dal primo presidente, viene pian piano erosa con l'attuale, attraverso un consenso "democratico" in realtà "antidemocratico").