Del vero senso dell’arcobaleno. Breve nota biblica e politica di Andrea Lonardo
Riprendiamo sul nostro sito una breve nota di Andrea Lonardo. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. Per ulteriori testi, cfr. le sezioni Sacra Scrittura e Affettività e sessualità.
Il Centro culturale Gli scritti (26/2/2023)
Dai riferimenti contemporanei all’arcobaleno appare evidente una cosa: l’uomo non è più in grado di cogliere il simbolismo naturale delle cose. Egli utilizza del cosmo, senza avere più lo stupore che avevano i primitivi. Il moderno dimentica che esiste l’universo e gli eventi dell’atmosfera e del cosmo ben più grandi di lui.
1/ Ebbene cosa è l’arcobaleno? Un arco che unisce il cielo e la terra.
L’arcobaleno non è un “segno” meramente umano, ma rimanda alle divinità che guardano alla terra.
In Israele, in particolare, l’arcobaleno è il segno dell’alleanza del creatore con gli uomini.
Dio dice, in Gen 9,13: «Pongo il mio arco sulle nubi,
perché sia il segno dell’alleanza
tra me e la terra».
Quell’arco è multicolore, perché è segno di un’alleanza con “ogni essere che vive in ogni carne”, è segno di un’alleanza che riguarda ogni germoglio, erbe e alberi creati “ciascuno secondo la propria specie” (cfr. Gen 1,11) e ogni animale creato “secondo la propria specie” (Gen 1,21): ma è segno di un’alleanza di Dio, perché è l’arco del cielo, di Dio, è l’arco teso fra il cielo e la terra. Non è semplicemente un arco “terrestre”: ecco la meraviglia del simbolo.
2/ Ma c’è una seconda questione che deve essere evocata per capire il simbolismo primigenio dell’arcobaleno: esso viene dopo la pioggia, dopo la tempesta, dopo il diluvio.
Il creatore si rende conto in Genesi che «la malvagità degli uomini era grande sulla terra e che ogni intimo intento del loro cuore non era altro che male, sempre» (Gen 6,5) e per questo ne segue il diluvio.
L’arcobaleno viene dopo il diluvio. La sommersione di tutte le cose ricorda cioè che le opere dell’uomo meriterebbero la devastazione e che, invece, il Signore dona il suo perdono: egli continuerà a far sussistere la terra, nonostante i peccati umani.
Non un mondo, dunque, di una primigenia e sempiterna bontà, bensì un mondo pieno di male e di peccato, al quale Dio concede il suo perdono, perché possa continuare a vivere. Senza tale sguardo di misericordia, tutto tornerebbe nel nulla.
Il diluvio duplica la creazione, è ricreazione, è nuova creazione. La sua forza sta nell’annunciare che la vita persisterà, nonostante i peccati che gli uomini riconoscono di aver commesso.
Ecco il secondo messaggio dell’arcobaleno nella sua simbolica cosmica: esso è segno della vita che continua a fluire, nonostante il fatto che i cuori e le opere dell’uomo non siano buone.
3/ Ecco l’arcobaleno: un’alleanza con il cielo e la coscienza di un perdono che supera il male, che però continua ad essere presente.
Non una vita tutta decisa dagli uomini, né una vita innocente, invece la terra mantenuta in vita da un cielo misericordioso.