1/ Simon Mago e San Pietro, in Samaria e a Roma, con il suo volo e la sua caduta ai Fori. Breve nota di Andrea Lonardo 2/ Voce Simon Mago dall’Enciclopedia Italiana della Treccani (1936)
1/ Simon Mago e San Pietro, in Samaria e a Roma, con il suo volo e la sua caduta ai Fori. Breve nota di Andrea Lonardo
Riprendiamo sul nostro sito una nota di Andrea Lonardo. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. Per ulteriori testi, cfr. le sezioni Sacra Scrittura e Roma e le sue basiliche.
Il Centro culturale Gli scritti (12/2/2023)
Parlare di Simon Mago e di Simon Pietro vuol dire parlare di 2 incontri che si illuminano a vicenda – fra l’altro tutti e due si chiamano Simone!
In Samaria, come raccontano gli Atti degli Apostoli, Simone, che praticava la magia, vede che san Pietro dona lo Spirito: allora offre denaro per avere lo stesso potere. È l’origine del termine “simonia”, il grande peccato che è credere di poter ottenere i doni di Dio - il sacerdozio ad esempio – a pagamento, per denaro. Invece esiste solo la gratuità, la grazia di Dio che opera gratis, liberamente!
Il secondo incontro fra i due è, invece, a Roma, nei Fori, dove fonti non bibliche e discutibili, situano un nuovo incontro di Pietro con Simon Mago che vuole esercitare la sua magia dinanzi a Nerone, per farsi riconoscere come divinità. Si alza in volo magicamente, ma poi viene fatto ricadere in terra da Simon Pietro, un po’ come Icaro!
I due episodi affrontano la grande questione del mondo magico, se la magia che veniva e viene praticata, possa avere un valore.
La risposta di Pietro è chiara: no, la magia è falsa e pericola.
Falsa perché il mondo non è determinato da forze occulte, meccaniche o incontrollate. Si pensi all’oroscopo: gli antichi credevano che si potesse vaticinare il futuro dalle costellazioni o dal volo degli uccelli. No, afferma la chiesa, chi crede nei segni zodiacali è pre-galileiano, è aristotelico-tolemaico, crede ancora che le stelle girino intorno alla terra (per usare un linguaggio moderno). La vita non è già determinata, ma è un incontro fra l’uomo libero e il Dio libero.
Pericolosa, perché dimentica Cristo e si mette in balia dei demoni. I demoni esistono, vogliono il male di tutti, ma sono solo creature, sono angeli decaduti. Non ci si deve appellare a loro, perché essi fingeranno di volere il bene in maniera magica, mentre da veri angeli, dovrebbero invece chiedere di diventare cristiani e di fidarsi di Cristo.
La vita di Simon Mago “precipita”, cioè termina nel male, perché dà credito a spiriti del male, invece che confidare nello Spirito del Figlio, quello Spirito che è adorato dagli angeli del cielo e che governa veramente il mondo con la sua provvidenza.
Cristo è più forte degli spiriti e della loro magia, Cristo è il Signore degli angeli buoni.
2/ Voce Simon Mago dall’Enciclopedia Italiana della Treccani (1936)
Riprendiamo sul nostro sito la voce Simon Mago dall’Enciclopedia Italiana della Treccani (1936), disponibile on-line che la riporta senza indicazione di autore. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. Per ulteriori testi, cfr. le sezioni Sacra Scrittura e Roma e le sue basiliche.
Il Centro culturale Gli scritti (12/2/2023)
Di questo importante personaggio dei primissimi tempi cristiani abbiamo notizie sia dal Nuovo Testamento, sia da antichi scrittori cristiani. Secondo Atti (VIII, 9-24), S. risiedeva nella città di Samaria allorché, poco dopo l'anno 37, vi giunse da Gerusalemme il diacono Filippo a predicarvi la dottrina di Cristo; nella città S. godeva di grande autorità, perché con le sue arti magiche aveva guadagnato moltissimi seguaci. Udita la predicazione di Filippo, S. si battezzò, mosso anche dai prodigi che vedeva operare da lui; quando più tardi gli apostoli Pietro e Giovanni vennero a Samaria per confermare i neofiti, vedendo S. che costoro "ricevevano lo Spirito Santo" per mezzo dell'imposizione delle mani degli apostoli, offrì a questi denaro per aver la virtù di fare altrettanto. Respinto da Pietro e invitato a far penitenza, S. si raccomandò agli apostoli affinché fosse distornata da lui ogni punizione. Né il Nuovo Testamento accenna più a lui.
Dall'antica letteratura cristiana riceviamo molte altre notizie. Secondo Giustino era nativo di Gitta, che era una borgata vicino a Nabulus, patria di Giustino. Lo stesso Giustino riferisce che S. venne a Roma ai tempi di Claudio, vi guadagnò molti seguaci con le sue arti magiche, e gli fu perfino innalzata una statua nell'Isola Tiberina con l'iscrizione Simoni deo sancto (sennonchè questa ultima notizia è certamente falsa, perché nel 1574 si ritrovò effettivamente nell'Isola Tiberina una base, la quale però portava l'iscrizione Semoni Sanco deo fidio sacrum, ecc., ossia era dedicata al dio sabino Semo Sancus); inoltre S. aveva con sé una certa Elena di Tiro, donna già di mala vita, che egli quale "Grande Potenza di Dio" aveva liberato come "Prima Intelligenza" (πρώῖη ἔννοια). Secondo Ireneo l'autodivinizzazione di S. lo portava ad affermare di essere apparso ai Giudei come "Figlio" (di Dio), a Samaria come "Padre", e ai pagani come "Spirito Santo". Per l'ulteriore esposizione del sistema gnostico di S., v. gnosticismo, XVII, p. 477.
Altre notizie su S. sono date da Ippolito (Philosophumena, VI, 7-20) ma sono prive di fondamento storico. Anche più fantastiche sono le informazioni degli apocrifi Atti di Pietro, ov'è riportata la leggenda della sfida lanciata da S. in Roma a Pietro e Paolo: S., per convincere Nerone, si offre ad ascendere verso il cielo nel Foro Romano, e con le sue arti magiche riesce a volare; ma le preghiere dei due apostoli annullano l'efficacia della sua magia, egli precipita, si sfracella e poco dopo muore disperato.
Dall'episodio di S. che tenta di comperare da S. Pietro poteri e grazie spirituali è derivato il termine "simonia" (v.).
Bibl.: Oltre alle opere citate a gnosticismo e a clemente i papa, cfr. P. Lugano, Le memorie leggendarie di S. M. e della sua volata, in Nuovo Bull. di archeol. crist., 1900, pp. 29-66; F. Savio, S. Giustino martire e l'apoteosi di S. M., in Civiltà catt., 1910, pp. 532, 673; H. Dannenbauer, Die römische Petruslegende, in Histor. Zeitschrift, 1931, pp. 239-62.