"Vangeli festivi nell'arte" è il libro che propone di leggere il vangelo di ogni domenica attraverso un'opera. Per decentrare il nostro punto di vista. Leggere i Vangeli con l’arte. Una proposta, di Paola Springhetti
Riprendiamo sul nostro sito una recensione di Paola Springhetti pubblicata sul sito Vino njuovo il 27/12/2022. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. Per ulteriori testi, cfr. le sezioni Arte e fede e Liturgia.
Il Centro culturale Gli scritti (8/1/2023)
Non siamo più abituati a metterci di fronte all’arte per comprendere meglio la parola di Dio e la Rivelazione. A scuola studiamo troppo poco la storia dell’arte, preferiamo racconti più movimentati, ma soprattutto non siamo più capaci di prenderci qualche minuto di calma per guardare un’opera e vederla, cioè coglierne le suggestioni, le emozioni, i significati che contiene.
Una volta si pensava che l’arte fosse la letteratura degli illetterati, ma oggi se entriamo in un’antica chiesa non sappiamo cogliere il significato degli affreschi, non sappiamo interpretare le pale d’altare, non sappiamo riconoscere i santi scolpiti o dipinti nelle cappelle.
Eppure, le opere d’arte rimangono uno strumento suggestivo e creativo per penetrare il messaggio cristiano e lasciarsene emozionare.
Lo dimostra il volumetto dei “Vangeli festivi nell’Arte” (ed. Ave 2022) di Gian Carlo Olcuire. Primo della trilogia “I Colori del cielo”, propone per ogni domenica e per ogni giorno di festa un brevissimo commento al vangelo, ispirato da un’opera d’arte.
Questo primo volume è dedicato all’anno liturgico in corso, l’anno A, in cui la prevalenza dei brani proposti è tratta dal vangelo di Matteo; seguiranno l’anno B (Marco) e l’anno C (Luca).
I “Vangeli festivi nell’arte”, tra l’altro, è nato tra le pagine di questo blog: riprende – con alcune necessarie varianti – i commenti che per anni Gian Carlo Olcuire, ha qui pubblicato ogni domenica. Le opere che ispirano i commenti appartengono a ogni epoca e a diverse culture, senza trascurare i muri delle città e quelle espressioni artistiche fuori dagli schemi in cui normalmente la incaselliamo.
In ogni opera d’arte si stratifica la fonte ispiratrice (in questo caso, i Vangeli), il desiderio del committente -ordine religioso, ricco mercante, istituzione che sia – la cultura dell’epoca e del luogo, i limiti della tecnica usata e, a sintetizzare e reinterpretare il tutto, la sensibilità e la cultura dell’artista. E, su tutto questo, c’è il nostro sguardo personale che interpreta. Ovviamente, gli interventi di Olcuire non sono commenti esegetici, ma semmai intuizioni e riflessioni che nascono dalla “lettura” dell’opera, da esercizi di ascolto dell’arte, si potrebbe dire.
Citando Paul Klee, Piero Pisarra nella prefazione al volume scrive che l’arte non è uno specchio del mondo, non svela il mondo, ma lo ricrea. E ricreandolo ci conduce al di là della soglia, ci fa penetrare in una sfera più alta di significato non più da spettatori passivi, ma da testimoni partecipi».
L’arte ci permette di vedere meglio? Non lo so. Certo ci permette di vedere “altro”. Di decentrarci da noi stessi, entrando in un altro punto di vista. E dunque sì, in qualche modo ci fa entrare in una sfera di significati che altrimenti non avremmo colto. Anche – o soprattutto – trattandosi di brani del Vangelo.