Se non voi, chi? Omaggio a Giovanni Paolo II, ai suoi piedi, di GianCarlo Olcuire (di A.L.)

- Scritto da Redazione de Gliscritti: 19 /04 /2007 - 22:12 pm | Permalink | Homepage
- Tag usati:
- Segnala questo articolo:
These icons link to social bookmarking sites where readers can share and discover new web pages.
  • email
  • Facebook
  • Google
  • Twitter

Se non voi, chi? Omaggio a Giovanni Paolo II, ai suoi piedi
è un atto unico, scritto da GianCarlo Olcuire e messo in scena, per la prima volta, nella parrocchia dei Santi Protomartiri in Roma il 2 aprile 2007, nel giorno del II anniversario della morte del servo di Dio Giovanni Paolo II. Sulla scena appare il corpo del papa morto, vegliato dagli apostoli Giovanni e Paolo e da due angeli. Il dialogo che si intreccia tra loro ruota spesso intorno al simbolo dei “piedi”, finché è il papa stesso ad alzarsi in piedi e a parlare. Ecco alcuni passaggi di questo testo teatrale.



Giovanni (inginocchiato, termina la sua preghiera)
Signore, ti prego: corri incontro a Giovanni Paolo II. Lo merita: perché i suoi piedi non hanno fatto altro che andare incontro all’uomo… portandogli le tue parole… perché
ogni uomo possa venire incontro a te, Signore.
(fa il segno di croce e si rialza dall’inginocchiatoio)




Giovanni
...rispondi. Una giovane del 2000, da sola, faticando,
si metterebbe in strada per andare incontro a qualcuno, a portargli una grande notizia?
L’hanno fatto gli apostoli, i discepoli… l’hai fatto tu!
Paolo
Boh, è dura…
Giovanni
Rispondi!
Paolo (alzando le spalle)
Forse lo farebbe… in punta di piedi?
Giovanni (ironico)
Sì, per paura di disturbare… E “in punta di piedi” tu lo chiami camminare?
Paolo
Mah, probabilmente una giovane del terzo millennio se ne sta ferma.
Giovanni
Sì, tra i piedi!
Paolo
Magari pensa «Che bisogno c’è?»…
Sai, se non capisce a che serve camminare…
Angelo 2
A meno che non glielo ordini il medico…
Angelo 1
…o l’allenatore…
Angelo 2
La sua guida spirituale…
Angelo 1
…o la tendenza del momento.
Paolo (quasi ripensandoci)
No, non è giusto generalizzare. In fondo, quanti giovani conosciamo
per stabilire che son tutti fermi? (pausa di silenzio) Oppure… Sai, Giovanni,
invece di camminare una Maria del 2000 potrebbe fare un’altra scelta…
Giovanni
Quale scelta?
Paolo
Quella di un’andatura… spedita.
Angelo 2
Uh, “spedito” viene dal latino. Sai che vuol dire? “Liberato dalla presa
per i piedi”. Per questo è veloce.
Angelo 1
E sì, è l’opposto di “impedito”.
Paolo
Scusa, perché un giovane dovrebbe dire «Che bisogno c’è?» e restare immobile?
Senti, vuoi sapere un’altra espressione che oggi... ha preso piede?
Giovanni
Dimmi.
Paolo
«E che ci vuole?», questo potrebbe dire un giovane.
(calcando, facendo il verso del giovane) «Ecch-chec-ci-vuole?».
Sai perché i giovani non camminano? Perché volano.
Giovanni
Spiégati.
Paolo
A una Maria di oggi basterebbe una telefonata a Elisabetta.
Anzi, meglio: un sms.
Oppure un’e-mail, una lettera elettronica.
E, pensa, quello stesso messaggio potrebbe inviarlo, nel medesimo istante,
a un sacco di altri parenti, amici, amici di amici, conoscenti... (pausa)
Anche a gente sconosciuta.
Giovanni
Quindi una fotocopia…
Paolo
Beh, sì… Non è una lettera personalizzata…
Giovanni
…che può arrivare da qualcuno che non t’ha mai guardato in faccia?
Paolo
Ssssì.
Giovanni (quasi interrogativo)
Da uno che magari ha preso il tuo nome da un elenco… ma che non t’ha mai
né visto né chiamato per nome.
Angelo 1
Tanto meno toccato…
Angelo 2
…e meno che mai abbracciato.
Paolo
Sì, direi… di sì. È possibile. Oggi la comunicazione si fa così.
Giovanni
In quattro parole, un messaggio in bottiglia… che arriva dove arriva… se arriva.
Che si manda così, lanciandolo, senza prendere la mira. Che le onde possono portare
dove vogliono.
Paolo
Eh. Però questi messaggi l’indirizzo ce l’hanno…
Giovanni
Ma sono messaggi di sconosciuti ad altri sconosciuti.
Che valgono quanto un cartello stradale.
Che messaggio è un messaggio che di me non sa nulla?
Che non tiene conto di ciò che sento, di ciò che penso, di ciò che so?…
Di come parlo?
Dai, che messaggio è se non padroneggia la mia lingua?
Se ha delle parole e delle immagini, dei toni e dei suoni,
che non sono stati pensati per me? apposta per me? perché io possa capire?
Paolo
Ti ricordi quando i messaggi venivano consegnati a mano? E, naturalmente…
a piedi?
Davano la sensazione d’essere una piccola opera d’arte: concepita, preparata,
confezionata per te… e anche tu avevi la sensazione d’essere importante,
se qualcuno faceva della strada per venire a incontrare proprio te.
Angelo 2
Gli uomini del 2000 hanno analizzato i resti mortali
di S. Antonio di Padova…
Angelo 1
…scoprendo che aveva sviluppatissimi gli attacchi dei muscoli
del polpaccio e della coscia.
Angelo 2
Indice del fatto che aveva camminato tanto.




Giovanni
Eh, Pietro non può essere un sedere di pietra, inchiodato alla sedia…
Angelo 1 (a mezza bocca, con tono di rimprovero)
Giovanni…
Giovanni (indicando la statua di Pietro)
Guarda quei piedi, come sono consumati… Quelli non sono mai stati
sotto una scrivania. Ha avuto una bella intuizione, lo scultore, a metterli
in primo piano: così li ha offerti alle carezze dei fedeli, che hanno capito.
Paolo
Detto da te, che con Pietro non sei mai stato tenero…
Giovanni
Cos’è ’sta storia?
Paolo
Non intendevo dire che non gli volessi bene, ma che a fargli da coscienza critica
hai sempre avuto una speciale vocazione.
Un vero e proprio carisma, direi.
Giovanni
Bah, può essere…




Paolo (lentamente, soppesando le parole)
«Guarda che, se non ti lavo, non puoi ricevere ciò che è mio».
(pausa) Sembra una legge fisica: soltanto abbassandosi
si consente a un altro di innalzarsi…
Giovanni (rialzandosi un’altra volta)
Esatto: soltanto chi si carica di un peso consente a un altro di sentirsi più leggero…
Paolo
…e, a sua volta, chi si sente più leggero è portato a restituire il dono: ad abbassarsi
per innalzare un altro.
Giovanni
Come la suocera di Pietro, che stava male e che Gesù fece alzare…
Paolo
…e lei, guarita, si mise a servirli. Ma torna alla lavanda dei piedi…




Giovanni
Gesù sta spiegando che significa servire. Ma l’aggiunta di questo «No, non c’è bisogno»
è per dare un avvertimento.
Paolo
Cioè?
Giovanni
«Servi fin che serve». (pausa) Ossia: fa’ ciò che occorre fare. Punto. Però senza strafare,
senza idolatrare ciò che fai, senza fare cose inutili. Anche tra i lavori del mondo…
alcuni servono effettivamente a migliorare la realtà e altri la lasciano come la trovano.
Così è il servizio: non ha senso se porta dei pesi e basta, ha senso se porta i pesi
di qualcun altro e non ha senso se non gli rende la vita più leggera.
Paolo
Fammi capire meglio.
Giovanni
Prima di una qualunque azione…
Paolo
…prima di cucire una tenda…
Giovanni
Sì…
Paolo
…di scrivere una lettera…
Giovanni
Sì…
Paolo
…di salire su una nave…
Giovanni
…ma anche prima di un gesto di carità, bene, mi devo domandare: «Lo faccio per me,
per sentirmi a posto, per fare un sacrificio, o perché un altro si senta meglio?».
Perché la mia fatica, la mia sofferenza non hanno nessun valore, non contano
un accidente… se l’altro non viene liberato di un peso…
Paolo
…e innalzato. Perché, per uno che porta un peso, un altro non lo porta più.




Angelo 1
Per-dono: un dono moltiplicato per…
Angelo 2
Per-dono: un iper-dono…
Giovanni
Sì, è un dono gigantesco. E costa molto: perché non aspetta nulla in cambio. Ma
l’amore è o non è una cosa alta? Allora bisogna essere capaci di pagare un prezzo alto.
Paolo
Un pedaggio.
Giovanni
Eh, mi sembrava che da un po’ non parlassimo di piedi… E hai ragione - sai? - perché i piedi c’entrano. Anche stavolta. Che cos’è perdonare se non rimettersi
in cammino assieme all’altro?
Paolo
Il guaio è che agli uomini sembra non importare nulla di andare verso Dio insieme.
Non conta arrivare primi, Giovanni: conta arrivare insieme. Anche i coniugi,
che si sono scelti proprio per procedere di pari passo, è incredibile…




Angelo 1
Lo sapevi che la parola “peccato” viene dal latino “peccus”?
Angelo 2
Che significa…
Angelo 1
Difettoso nel piede.
Angelo 2
Immagino che abbia a che fare con l’inciampare, con lo sbagliare strada...
Angelo 1 (annuendo)
Col fare un passo falso.




Paolo (alzandosi)
Giovanni, se non ti rimetti sul piedistallo… ti devo confessare una cosa
che non t’ho mai potuto dire: trovo il finale del tuo Vangelo stupefacente.
Giovanni
E che cosa ho scritto di tanto straordinario?
Paolo
Dai, non è possibile che l’ultima parola di Gesù sulla terra sia stata «Machettimporta?».
Angelo 1
Paolo, un po’ di rispetto…
Angelo 2
È vero, però: Pietro, anziché preoccuparsi di seguire Gesù,
si era perso dietro Giovanni, si preoccupava di lui.
Angelo 1
Ah, è per questo che Gesù gli ha detto: «Ma se io voglio che lui resti
fino al mio ritorno, a te che importa?».
Giovanni
A volte è spavaldo Simone di Giovanni, detto Pietro. Altre volte ha paura.
Saldo come la roccia, come la roccia si sgretola.
Paolo
Eppure Gesù, a uno così, ha affidato il proprio gregge.
Angelo 2
Anche in Pietro c’è stato un cammino. Come Gesù si è fidato di lui,
superando i timori, così Pietro ha lavorato sulle proprie paure…
Angelo 1
…capendo che, chi resta impietrito, corre anche il rischio di guidare
una Chiesa…
Angelo 2
…pietrificata?
Angelo 1
Oh, le pietre possono far male…
«Chi è senza peccato scagli la prima pietra».
(pausa) Il cuore può essere di pietra.
Angelo 2
Le pietre possono essere scartate dai costruttori…
Angelo 1
…e divenire pietre d’angolo. Sassi d’inciampo. Pietre di scandalo.
Angelo 2
È curioso come Pietro abbia giocato con quest’immagine della pietra…
Angelo 1
…come Gesù aveva fatto con lui, cambiandogli nome.
Angelo 2
Sai che scrive Pietro in una sua lettera? Che, vicini al Signore,
che è pietra viva…
Angelo 1
…rifiutata dagli uomini ma scelta e preziosa davanti a Dio…
Angelo 2
…vicini a lui anche noi siamo pietre vive. Costruiti anche noi
come un edificio spirituale.
Paolo
A proposito di edifici, Giovanni… c’è un altro punto del tuo racconto in cui mi sei piaciuto: quando Gesù descrive la casa del Padre. La descrive come molto spaziosa.
E aggiunge «Altrimenti ve lo avrei detto»: una frasetta minuscola, che può dire soltanto
un amico. Una frase tanto piccola che non ci si fa caso. Ma tu ci hai fatto caso.
Angelo 1
«Altrimenti ve lo avrei detto»… Bella!
Paolo
Bellissima! Apre il cuore, questa rassicurazione che c’è tanto posto. Che la casa
è sempre aperta… a chiunque ci voglia entrare.




Giovanni
Non ti sembra strano un angelo che sta seduto?
Paolo
Fa sentire il suo peso alla pietra. Le fa sentire la sconfitta.
(guardando i due angeli sopra di loro) Eh, magari fossimo angeli…
Giovanni
Angeli no… (indicando la cupola) Potrebbe bastare… Michelangeli.
Paolo
Sai che diceva Leonardo da Vinci?
Giovanni
Oh, riuscissimo una volta ad andare d’accordo. Io nomino Michelangelo
e a questo viene in mente Leonardo…
(nervoso, guardando Paolo) No, non lo so. Che diceva Leonardo?
Paolo
Che nella cupola non c’è una parte capace di stare in piedi da sola. Invece,
appoggiandosi l’una all’altra e tutte a un centro, vien fuori questa meraviglia!
Giovanni
Come la Chiesa… (silenzio prolungato)




FINALE. I due Santi escono di scena. Il Papa, lentissimamente, riprende vita.
Si mette seduto, poggiando i piedi a terra. Poi, dopo essersi dato una sistemata
alla mitra e alla stola, si alza, va a prendere il pastorale e, appoggiando a questo
il proprio peso, si pone al centro della scena.
Giovanni Paolo II
Nel Vangelo Gesù ci appare sempre in cammino. Sembra che Egli abbia fretta
di muoversi da un luogo all’altro per annunciare la vicinanza del regno di Dio.
Annuncia e chiama. Sentiamoci tutti raggiunti dalla sua voce, dal suo invito,
dal suo appello a una vita nuova. Lo dico soprattutto ai giovani, davanti ai quali
la vita si apre come un cammino ricco di sorprese e di promesse.
Lo dico a tutti: mettiamoci sulle orme di Cristo! (esce di scena, sul lato destro)
I Santi e gli Angeli (uscendo dal buio e all’unisono)
Se non voi, chi?