Ad essere buoni vecchi ci si prepara da giovani e da adulti. Avere interessi che resistono all'impatto del tempo. Credere alle cose vere. Certo i giochi del cellulare non resisteranno e nemmeno le mode, né le ideologie. Né i vizi. Né gli odi. Né le miserie, di Andrea Piola
Riprendiamo sul nostro sito una nota di Andrea Piola, pubblicata sul suo profilo FB il 20/11/2022. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. Per ulteriori testi, cfr. la sezione Terza età.
Il Centro culturale Gli scritti (4/12/2022)
Ieri ho capito che ad essere buoni vecchi ci si prepara da giovani e da adulti.
Questo conviene sempre, anche se si muore prima di diventare vecchi. Perché per diventare buoni vecchi, bisogna credere da giovani e da adulti alle cose che contano a tutte le età, anche a novanta anni.
Avere interessi che resistono all'impatto del tempo. Credere alle cose vere. Certo i giochi del cellulare non resisteranno al tempo. Nemmeno le mode, per definizione momentanee, né le ideologie strutturalmente lontane dalla realtà. Né i vizi. Né gli odi. Né le miserie che tutti avremmo e abbiamo e che dobbiamo contrastare.
Le verità fondamentali, quelle raccontate nei vangeli, nelle storie della Bibbia, nei grandi classici resisteranno. L'amore per le cose belle. Queste cose resisteranno perché parlano del senso delle cose.
Della realtà per come è data, non per come la inventiamo noi.
Un professore di urbanistica di Palermo ormai anziano e con inizio di demenza veniva portato ogni giorno nella cattedrale (forse) di Monreale e ogni giorno riscopriva, lui che sapeva decifrare la meraviglia di quell'architettura, lo stupore della scoperta di una cosa bella. Questo ogni giorno, seppure inizialmente demente, lo aiutava a ritrovare incredibilmente un senso della vita.
Lo stesso varrebbe forse per un contadino portato da anziano ad assistere alla mietitura del grano. E così via.
Coltivare quello ci fa essere persone di spessore a tutte le età, dà sapore a quello che siamo: da giovani, da adulti e se ci arriviamo anche da vecchi.
Potremmo, forse, essere vecchi che illuminano i giovani semplicemente con la loro presenza. Che sanno consigliare. Indirizzare. Guidare. Sapremo forse accettare la realtà dell'ultima parte della vita terrena, spesso segnata dalla malattia, dai limiti fisici e scoprirne il lato migliore.
Imparare ogni giorno cose nuove fino all'ultimo giorno e fino all'ultimo giorno irradiare con la nostra presenza le persone che ci stanno accanto.
Tutto questo è nato da una conferenza ascoltata ieri che mi ha sollecitato queste riflessioni. Cinque passi, padre Maurizio Botta.